La sicurezza è prima di tutto una questione di fiducia

Non è un caso se la giusta definizione che descrive questo settore sia “servizi fiduciari”. Significa rappresentare al meglio i valori di un cliente e trasferirli alle persone che andremo a selezionare per suo conto nelle attività di accoglienza, reception e guardiania. Queste persone dovranno “sentire l’azienda” come se fossero stati assunti direttamente, mentre da […]

Non è un caso se la giusta definizione che descrive questo settore sia “servizi fiduciari”.

Significa rappresentare al meglio i valori di un cliente e trasferirli alle persone che andremo a selezionare per suo conto nelle attività di accoglienza, reception e guardiania. Queste persone dovranno “sentire l’azienda” come se fossero stati assunti direttamente, mentre da parte nostra vi sarà la più totale attenzione nel garantire, dal punto di vista professionale, i nostri standard qualitativi nelle scelte che andremo a proporre. E proprio questo è uno dei valori che maggiormente cerchiamo di porre in evidenza quando entriamo in contatto con le aziende che decidono di affidarci progetti di ricerca di personale.

Sul tema della sicurezza la realtà italiana è lo specchio fedele del suo tessuto imprenditoriale di PMI, con alcuni esempi che sono vere eccellenze anche riguardo all’attenzione ai temi della sicurezza. In altri casi chi si occupa di sistemi e servizi di sicurezza spesso si trova nella condizione di dover istruire le aziende sui rischi legati alla mancanza di previdenza e ai costi di improvvisazione. Una differenza che spesso è in contrasto con quanto espresso dalle multinazionali che hanno un approccio quasi maniacale al tema; quando ti chiedono di operare con loro, molto spesso hanno già provveduto a codificare regolamenti, procedure e sistemi a cui attenersi.

Dovendo fare un’analisi legata ai Territori, in alcune aree geografiche c’è una buona prevenzione di base, soprattutto in ambito Corporate. Le aziende hanno una discreta attenzione ai temi della sicurezza e cercano di affrontarla al meglio. Tuttavia la congiuntura economica degli ultimi anni ha frustrato spesso la possibilità di adeguare i propri sistemi tecnologici a livelli più alti. La tecnologia invecchia velocemente: i sistemi installati 5 anni fa oggi potrebbero aver bisogno di un adeguamento: questo comporta dei costi che proprio per tali difficoltà sono stati rinviati nel tempo.

Niente di più sbagliato, purtroppo: l’investimento in sicurezza rappresenta un doppio risparmio: a prescindere dal discorso legato al furto vero e proprio, bisogna considerare anche il danneggiamento che a causa di tentativi di intrusione può essere arrecato alla struttura. Laddove il ladro non riesce a rubare niente, inevitabilmente rende inutilizzabili, spesso distruggendoli, impianti e apparati che superano di gran lunga l’investimento dovuto per aggiornare il sistema di sicurezza.

Con i privati è diverso. Troppo spesso, soprattutto nel nostro paese, il privato si rende conto della necessità di maggior sicurezza solo dopo aver subito il primo furto. Fa un po’ parte della nostra mentalità secondo la quale non prendi provvedimenti finché non ti succede niente, con il retro pensiero del “tanto a me non capita”.

La realtà in altri Paesi, soprattutto del Nord Europa è molto differente: lì sono state trovate soluzioni già nel momento dell’edificazione: quando viene costruita una palazzina, insieme alla predisposizione per l’aria condizionata e per la fibra ottica, viene anche pensata la possibilità di realizzare il sistema d’allarme.

Sebbene anche nel nostro Paese si inizi a costruire con criteri di questo tipo, siamo ancora un pò in ritardo.

Chi decide di avvicinarsi a questo mestiere oggi lo fa con una differenza di atteggiamento rispetto al passato: non è il lavoro della vita ma è un’opportunità importante che gli consente di entrare in un mondo del lavoro dove poi può provare a crescere a trovare una propria dimensione. Bisogna ammettere tuttavia che, a parte l’appassionato, ci sono persone che hanno un interesse prevalente a trovare un’occupazione, salvo poi cercare opportunità più consone magari agli studi che hanno fatto.

Sicuramente è cambiato anche l’assetto geografico. In passato il Sud mutuava maggiori risorse umane, oggi rispetto al passato c’è una forte trasversalità territoriale anche grazie ad una importante attività di comunicazione con cui siamo riusciti a trasmettere il messaggio che chi si occupa di vigilanza non è un vigilante ma una guardia giurata.

Riguardo l’età invece il discorso si sposta sulla maturità delle persone. Se su alcuni servizi si prediligono persone che abbiano la consapevolezza delle responsabilità del servizio affidato, riguardo ai servizi fiduciari dipende molto dalle aziende clienti che prediligono persone più giovani o più mature seconda della propria immagine e dei propri valori. Alcune prediligono una persona più matura nell’area dell’accoglienza affinché il pubblico percepisca una maggiore serenità ed esperienza, altri invece prediligono un’immagine più orientata a privilegiare l’estetica ma anche la preparazione alle tecnologie più moderne.

I prossimi anni faranno sicuramente registrare un ulteriore incremento di questo mercato: sempre più le aziende avranno bisogno di risorse a cui attingere, che sappiano coniugare professionalità e flessibilità.

CONDIVIDI

Leggi anche

Orientarsi nella giungla degli ammortizzatori sociali

Proviamo a fare chiarezza tra le nuove sigle circolate nelle ultime settimane, ossia NASpI, ASDI e Dis-Coll, con il supporto di due esperti di lavoro: Fabio Rusconi, presidente AGI (Associazione Giuslavoristi Italiani) e Livia Ricciardi, membro del Dipartimento politiche del lavoro e della formazione della Cisl Nazionale. È l’acronimo di Nuova prestazione di Assicurazione Sociale […]

L’uomo delle stellette

[…] Il quarto pianeta era abitato da un uomo d’affari. Questo uomo era così occupato che non alzò neppure la testa all’arrivo del piccolo principe. […] “Cinquecento e un milione seicentoventiduemilasettecentotrentuno. Sono un uomo serio io, sono un uomo preciso” “E che te ne fai di queste stelle?” “Che cosa me ne faccio?” “Si” “Niente. […]

L’EGO© serious play©

“Non è più il tempo dei legami, ma delle connessioni” Luciano De Crescenzo  Nell’ubriacatura generale di iper connessione da cui nessuno è escluso (nemmeno il sottoscritto) diventa sempre più difficile riconoscere i Dottor Jekyll dai loro Mister Hyde. Giganti del post su Linkedin che presi in disparte, negli angoli dei buffet allestiti all’esterno dei convegni […]