“L’utilizzo dell’IA nelle attività quotidiane di una PMI è un fenomeno già avviato.”
Paolo Traso, CEO e General Manager di Tierra S.p.A., azienda torinese attiva nel campo della telematica applicata soprattutto alle macchine agricole, mi aiuta a decifrare la metamorfosi in corso. “L’IA non bussa più alla porta: è già seduta in sala riunioni, spesso introdotta dai dipendenti senza proclami formali”.
Allora come trasformare questo approccio spontaneo in valore strutturato?
“Il paradosso è proprio questo. A volte si utilizza ChatGPT come si usava Google dieci anni fa, (dunque in modo improprio, perché l’IA non è un motore di ricerca), ma sottovoce, quasi temendo un rimprovero. Al contrario, conoscere, organizzare e incanalare in modo positivo l’uso di questi strumenti nelle PMI può moltiplicarne l’efficacia. Ce ne sono già in quantità vertiginosa – ogni settimana l’ecosistema partorisce nuove soluzioni, specialistiche o multi-purpose. Il punto di svolta arriva quando i collaboratori escono dall’ombra: non più clandestini digitali, ma pionieri che mettono in comune best practice e potenziali rischi.”
Primo dei quali la privacy, l’elefante nella stanza quando si parla di IA generativa. Le PMI come stanno navigando questo mare incerto? “Il tema della sensibilità dei dati è questione cocente, ma qui le piccole aziende giocano paradossalmente un match più agevole. Non essendo inglobate in gruppi strutturati, hanno mano più libera e vincoli meno stringenti.”
Tutto facile, allora? “Ovvio che no, resta il problema della circolazione incontrollata di informazioni critiche, ma è un rischio che l’IA ha solo messo in risalto, non certo creato. Pensiamoci: far passare file di lavoro su WhatsApp o piattaforme di messaggistica comporta vulnerabilità non dissimili. L’IA ha solo acceso i riflettori su pratiche già problematiche, almeno in potenza”.
Dunque il gioco vale la candela? Conviene introdurre in azienda qualcosa di nuovo e sfidante quale l’IA, che – come tutte le innovazioni travolgenti – merita la giusta attenzione e cautela, per una mera promessa di produttività e qualità del lavoro? Traso è convinto.
“Il risultato immediato è un aumento di produttività individuale – questo è innegabile. Ma c’è un salto quantico che molte aziende faticano a compiere: se l’utilizzo dell’IA non si inserisce in una strategia organica di innovazione dei processi e dei flussi tra funzioni, il beneficio resta confinato. L’aumento di produttività lo percepisce la singola risorsa, che ottimizza il proprio lavoro, ma questo non si trasforma in vantaggio competitivo per l’intera organizzazione.”