Anche l’ego può esaurirsi se manca disciplina

“La regola, da sola, è monotona, il caso da solo rende inquieti. La combinazione tra regola e caso è la vita, è l’arte, è la fantasia, è l’equilibrio.” Bruno Munari Prendo spunto da questa frase di Munari per parlare di un tema che spesso mi trovo ad affrontare nel mio lavoro di professionista dell’organizzazione, ovvero come le […]

“La regola, da sola, è monotona, il caso da solo rende inquieti.
La combinazione tra regola e caso è la vita, è l’arte, è la fantasia, è l’equilibrio.”
Bruno Munari

Prendo spunto da questa frase di Munari per parlare di un tema che spesso mi trovo ad affrontare nel mio lavoro di professionista dell’organizzazione, ovvero come le persone vivono le regole nella loro sfera privata e personale, e come al concetto di disciplina spesso venga attribuita una connotazione quasi negativa.

Le persone, e credo di non sbagliare dicendo che ne trovo particolare riscontro negli italiani, percepiscono le regole come una gabbia che genera la paura di sentirsi private della propria libertà e della possibilità di vivere con leggerezza e ‘serendipità’ . La naturale risposta a questo pensiero diventa un allontanamento dalle regole e determina un’allergia non solo a ciò che viene imposto, ma anche a scegliere di autoimporsi qualcosa. Lo vediamo chiaramente nelle modalità educative attuate dai genitori degli ultimi anni o anche nel senso civico non propriamente dilagante.

Perché le regole fanno paura?

D’altra parte, tutti possiamo trovare intorno a noi validi esempi di persone che per avere successo nello sport, nel lavoro e nella vita, hanno dovuto applicarsi in modo disciplinato e costante, solo così sono riusciti a perseguire ciò che volevano.
E quindi perché c’è allora una forte resistenza a percepire disciplina e regole come qualcosa di virtuoso, e la lettura che se ne fa è spesso di natura spiacevole e soffocante?

In un esperimento. il Dr. Baumeister della Princeton University ha ospitato i partecipanti allo studio in una stanza con un forte profumo di biscotti al cioccolato appena sfornati. Ad alcuni ha dato la possibilità di mangiare i biscotti, altri invece sono stati invitati, con loro grande disappunto, a mangiare solo ravanelli. Tra questi, molti hanno continuato ad adocchiare i biscotti, a volte prendendoli addirittura in mano per annusarli. Ad entrambi i gruppi, i mangiatori di biscotti e quelli di ravanelli, è stato poi dato un secondo esercizio che sembrava non correlato al primo: un puzzle estremamente difficile (in realtà irrisolvibile, ma i partecipanti non lo sapevano).

Coloro che avevano mangiato i ravanelli fecero molti meno tentativi e dedicarono meno della metà del tempo a risolvere il puzzle rispetto ai partecipanti che avevano mangiato i succulenti biscotti. Si scoprì quindi che chi aveva dovuto resistere ai dolci, e costretto a mangiare le verdure, non aveva più la volontà di impegnarsi pienamente in un altro difficile compito, era già stanco.

Questo calo drastico delle risorse viene definito da Baumeister come ego depletion, ovvero “esaurimento dell’ego”. L’autocontrollo, spiega lo psicologo, è una forza che viene utilizzata in diversi tipi di compiti e in modo continuativo nel corso delle nostre giornate, e ad un certo punto si può esaurire. Quindi l’auto-regolazione non è un’abilità da acquisire, la forza di volontà non è una modalità di comportamento, né uno schema cognitivo che si attiva a comando: è una risorsa limitata ed esauribile.

Se ci si pensa, infatti, in certi momenti ci sentiamo pieni di vitalità e pronti a tutto, mentre in altri ci è più difficile trovare l’energia anche per fare la cosa più banale. In quei momenti la nostra forza di volontà si è esaurita, è inutile insistere, è come un muscolo eccessivamente affaticato. Dopo averlo esercitato, perde la sua forza, si stanca e diventa inefficace – almeno nel breve termine – perché è stato usato ripetutamente e di continuo.

La buona notizia è che, proprio come un muscolo, la forza di volontà può essere allenata e potenziata, traendone in tal modo benefici. La forza di volontà così allenata non è altro che disciplina. Forza di volontà e disciplina quindi sono le due facce di una stessa medaglia: se mi baso solo sulla forza di volontà, il rischio è di esaurirla e non potere quindi più contare su di lei. Se invece l’alleno e la rinforzo, allora diventa disciplina, una risorsa su cui possiamo contare più a lungo e con più fiducia, proprio come con un muscolo ben allenato.

Avvalersi di regole e diventare disciplinati è un modo per gestire meglio le proprie risorse, per allenarsi ad affrontare al meglio tutte le sfide che la vita ci propone, contando su una forza e un’energia più potenti e durature.

Come contrastare l’esaurimento dell’ego?

Dal punto di vista pratico esistono alcune regole (!) che ci consentono di moderare e contrastare gli effetti dell’esaurimento dell’ego e mantenere in forma il nostro autocontrollo.

  1. Routine quotidiana: le persone che dimostrano particolari abilità, le più brave in determinate materie, non lavorano di più rispetto agli altri, semplicemente lo fanno in maniera più programmata, seguendo una routine giornaliera che richiede disciplina. Invece di diluire i propri sforzi nell’arco della giornata, si dedicano con tenacia al lavoro più difficile, suddividendolo in fasi, per poi prendersi delle pause.
  2. Piano d’azione: avere un piano d’azione dettagliato prima di intraprendere un’attività è utile per capire ciò che deve essere fatto e con quali tempistiche. Questo passaggio riveste un’importanza strategica per non perdere di vista gli obiettivi e per dosare bene le energie in vista del loro conseguimento.
  3. Tenere traccia: scrivere le attività che vengono portate a compimento serve per valutare la quantità e la qualità del lavoro svolto, ed è utile per monitorare i progressi e per tenere alta la motivazione.
  4. Dosi di glucosio: rifornire l’organismo di glucosio è importante perché è come un carburante per il cervello. Quindi prevediamo delle pause con spuntini a base di frutta o cereali. è come fare il pieno e dona nuova energia al nostro cervello che si ricarica di “forza di volontà”.

Abbiamo quindi imparato che le regole e la disciplina ci aiutano a gestire meglio le nostre risorse, non ci ingabbiano e non ci fanno perdere spontaneità, non ci precludono le opportunità e non condizionano il fato. Sono invece uno strumento che ci permette di cogliere le opportunità con sufficiente energia per affrontare l’imprevisto con la giusta carica, di stare non solo in balia del caso ma, con equilibrio e fantasia, assaporare l’arte di vivere la vita.

 

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