L’e-commerce vincente tradotto da Google

Aldilà dei luoghi comuni su quanto sia fondamentale oggi la presenza nel web, l’importanza di avere un e-commerce e il fatto che la vendita online sarà il futuro dell’imprenditoria, effettivamente c’è più di un vantaggio ad aprire un e-shop. Intanto i dati parlano chiaro: secondo Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, nel 2017 è addirittura […]

Aldilà dei luoghi comuni su quanto sia fondamentale oggi la presenza nel web, l’importanza di avere un e-commerce e il fatto che la vendita online sarà il futuro dell’imprenditoria, effettivamente c’è più di un vantaggio ad aprire un e-shop.

Intanto i dati parlano chiaro: secondo Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, nel 2017 è addirittura prevista una crescita del settore e-commerce intorno al 20%, per valore di mercato di circa 23,4 miliardi.

Mica male. Specialmente considerando che questi trend sono in netta crescita già rispetto agli ultimi anni e che ci si aspetta un’ulteriore impennata dei dati. Secondo me ne vedremo delle belle.

Tra l’altro in Italia la vendita online sta vivendo un momento di crescita – è vero – ma il fenomeno non è ancora così diffuso come negli altri Paesi europei. Si possa pensare che sia un fattore negativo ma in realtà non lo è: vuol dire che c’è ancora un enorme margine di espansione e tanti possibili vantaggi per le nostre imprese.

Ma quali sono questi vantaggi? Vediamone insieme alcuni.

Maggiore visibilità: avere un e-shop è un’importante vetrina per qualsiasi attività. La presenza online è ormai un fattore irrinunciabile per le imprese.

Abbattimento dei costi: anche se la spesa iniziale per l’apertura di un e-commerce possa sembrare elevata (creazione e gestione del sito web, supporto IT, campagne di web marketing), di certo è un investimento che premia, soprattutto nel lungo termine.

Indice di gradimento da parte dei consumatori: gli amanti degli acquisti online apprezzano la possibilità di risparmiare, confrontare prezzi, leggere recensioni sui prodotti, comprare comodamente da casa quando e come si vuole.

Dropshipping: per avere un e-commerce non è necessario avere un ampio magazzino. Si possono vendere prodotti facendoli spedire direttamente dal proprio fornitore. In questo modo c’è il vantaggio di un’offerta più ampia per i clienti, senza contare il risparmio.

Abbattimento delle barriere geografiche: il negozio online libera dall’apertura (costosa) di negozi fisici per raggiungere nuovi mercati, e soprattutto non tiene legati al quartiere o alla città dove si trovano i punti vendita. Inevitabile il più facile accesso a nuovi mercati, anche quelli esteri (certo, con le necessarie strategie).

Accesso a dati utilissimi: è possibile ricavare tantissimi dati interessanti e non si tratta soltanto di analisi delle vendite, ma anche di analisi dei consumatori.
Si resta quasi stupiti da tutto quello che si può estrapolare sui propri clienti: dati demografici, geografici, profilazione, gli interessi che accomunano quel pubblico, i loro comportamenti di acquisto e molto altro.

Cosa fare coi dati dei consumatori

Per prima cosa personalizzare l’offerta e i messaggi pubblicitari, ma questo è solo l’inizio.

Ma fermiamoci soprattutto su questo punto: purtroppo non basta avere un e-commerce per accedere a tutti questi dati. Ci sono degli strumenti da collegare al proprio negozio online per analizzare i dati web. Questa cosa in gergo “smanettone” si chiama Web Analytics.

Nominiamone solo un paio per il momento:

Google Analytics: è uno strumento gratuito di Google che offre statistiche molto dettagliate sulle visite al sito, gli obiettivi di conversione, sul comportamento di acquisto degli utenti.
Google Analytics ha anche delle funzioni specifiche dedicate al monitoraggio degli E-Commerce, standard e avanzate, che consentono di analizzare dati e informazioni sui prodotti, sulle vendite, sulle transazioni, sul valore degli ordini, il tasso di conversione, e chi più ne ha più ne metta. Insomma: non si può avere un E-Commerce e non installare Google Analytics perché ci si perde tutto il divertimento.

Hotjar: un altro strumento online che permette di registrare e analizzare il comportamento degli utenti. Quando dico registrare intendo proprio quello che ho detto: vedere dei piccoli “filmati” che mostrano quello che fanno gli utenti su un certo sito. Sì, lo so, assurdo ma vero.

Innanzitutto si tratta allora di installare i tool sul proprio sito, poi implementarli e gestirli nella maniera più corretta.

Sì, è vero che bisognerebbe avere un minimo di conoscenze per essere in grado leggere i dati e utilizzare gli strumenti, ma non serve mica essere un programmatore per fare tutto questo. Forse un tempo ci saremmo dovuto rivolgere a un tecnico o al reparto IT per chiedere di installare e gestire questi strumenti volta per volta ma oggi per fortuna se ne può fare a meno.

I segreti svelati

Google mette a disposizione Google Tag Manager, uno strumento gratuito che permette di installare sul sito tool come Google Analytics, HotJar e molto altro (ad esempio Google AdWords, Facebook Ads e altri strumenti che possono servire per la pubblicità online).
Il tutto grazie a un’interfaccia intuitiva che libererà dalla necessità di supplicare – diciamo contattare – il programmatore tutte le volte che c’è da installare qualcosa o gestire le modalità di tracciamento dei dati.

L’unica richiesta è il piccolo sforzo iniziale di copiare un pezzetto di codice sul sito, nulla più, per poi  essere completamente indipendenti e liberi di tracciare e installare ciò che si vuole. Libertà.

Una volta installato Google Tag Manager, in realtà ci si può avventurare ben oltre le semplici funzioni offerte dalle versioni Standard e Avanzata di Google Analytics.

Ad esempio:
– Gestire i referral da Paypal (che azzoppano il tracciamento delle conversioni fino al 50%!)
– Installare tool per l’A/B Testing delle pagine web, come Google Optimize
– Implementare strumenti per aggirare AdBlock e Ghostery.

La lista continua.

Parlo arabo? 🙂 Scusami, mi sono lasciato andare, forse.
Insomma Google Tag Manager è veramente uno strumento flessibile capace di aiutare sia utenti con conoscenze informatiche basilari a sopravvivere nella giungla dei codici, sia gli amanti della programmazione e degli script. Basta essere pronti a mettere le mani in pasta.

 

CONDIVIDI

Leggi anche

Turismo: chi crede nei Social Media in Italia

Si pensa che il turismo sia il settore industriale più “avanti” su Internet: vuoi per il fatto di vendere servizi immateriali, e quindi più facili da promuovere a distanza, vuoi per i turisti che sono tendenzialmente gli utenti più 2.0 del web, sempre pronti a postare foto e lasciare recensioni, è opinione comune ritenere che […]

Il futuro dei social network sfiderà la noia

Il decennio che si è appena concluso è stato di fatto quello che ha visto esplodere i social network nel nostro Paese. Nel 2010 gli italiani che avevano un account Facebook erano intorno ai 18 milioni; oggi sono il doppio, quasi 36 milioni sul social media creato da Mark Zuckerberg nel lontano febbraio 2004. In […]