Energia educativa per formare gli uomini di domani

Abbiamo mai pensato a quanto sono importanti le esperienze educative dell’infanzia e dell’adolescenza? E quanto esse possano influenzare poi le scelte e la vita di una persona? Quella materia che proprio non ci entrava in testa, quella maestra che per spronarci ci trattava duramente davanti ai compagni: risultato? Zero e autostima sotto le scarpe. Che […]

Abbiamo mai pensato a quanto sono importanti le esperienze educative dell’infanzia e dell’adolescenza? E quanto esse possano influenzare poi le scelte e la vita di una persona? Quella materia che proprio non ci entrava in testa, quella maestra che per spronarci ci trattava duramente davanti ai compagni: risultato? Zero e autostima sotto le scarpe. Che fosse una questione di attitudini o di metodi sbagliati, forse non lo sapremo mai, ma resta il fatto che poi quella strada noi non l’abbiamo presa, ci siamo realizzati diversamente magari, ma magari abbiamo perso un’occasione.

Oggi gli alunni sono i nostri figli o i nostri nipoti e nella stessa situazione ci potremmo trovare di nuovo, ma questa volta l’occasione non la vorremmo perdere perché loro, i bambini, sono “insieme una promessa e una speranza per l’umanità” diceva Maria, quella che stava sulle mille lire.

Ai bimbi di oggi e agli adulti di domani sono stati dedicati alcuni progetti innovativi. Oggi ve ne racconteremo uno.

Il Progetto TICE

Risolvere brevemente e in modo innovativo i problemi dell’apprendimento e dello sviluppo dei bambini e dei ragazzi dai 3 ai 18 anni: dall’autismo alla dislessia, fino alle difficoltà comportamentali ed emotive.

Un progetto ambizioso che riporta alla mente la grande rivoluzione educativa dei primi del ‘900 che fu lo scopo della vita di Maria Montessori. Anche in questo caso tutto è nato dalla visione di una donna giovane e ambiziosa, che ha studiato negli Stati Uniti e lì ha potuto vedere le tecniche applicate nelle scuole speciali per “bimbi ricchi” e, quindi, ha deciso di portarle qui in Italia e applicarle – in modo più democratico grazie al supporto e ai finanziamenti dell’università – ai bambini con disabilità.

Lei è Francesca Cavallini, psicologa e fondatrice del Centro di apprendimento TICE (tecniche di insegnamento per le competenze dell’età evolutiva).

TICE è un’organizzazione non profit di apprendimento e ricerca: “L’energia educativa è stata l’idea della mia vita” racconta Cavallini.

La mancanza di tempo o di risorse – e qualche volta anche di motivazione – del sistema educativo può portare a classificare il comportamento di un bambino o di un adolescente etichettandolo: “è aggressivo”, “è iperattivo”, “è ribelle”, “non ha voglia di studiare” e così via. Certe “etichette”, non solo, non spiegano niente, ma possono influenzare negativamente il modo di trattare l’allievo: l’accondiscendenza o le punizioni, inoltre, non fanno altro che rinforzare i comportamenti negativi, che in questo modo tendono a ripetersi e calcificarsi nel carattere. E in tutto questo la famiglia è, quasi sempre, lasciata a se stessa, senza le giuste indicazioni per affrontare il problema di un figlio con difficoltà di apprendimento.

Invece, la costruzione di un buon dialogo, l’ascolto e la fiducia sono le basi per comprendere e il primo passo per risolvere. Il progetto TICE applica a queste basi alcune tecniche innovative che rafforzano i comportamenti positivi, stimolano la collaborazione con gli altri per raggiungere gli obiettivi e insegnano giocando. E sembra funzionare: “I nostri metodi rimotivano i ragazzi attraverso contenuti specifici – sottolinea Cavallini – e in molti casi si giunge alla completa soluzione dei problemi, mentre nelle disabilità più complesse il risultato è una significativa riduzione del bisogno di attività di sostegno didattico”.

In America Francesca aveva incontrato Fabiola Casarini ed è con lei che il progetto ha preso vita: “Insieme abbiamo coinvolto altri ricercatori e dottorandi per trasferire energia educativa dall’università al territorio. – prosegue Cavallini – Oggi nei centri TICE arrivano professionisti da tutto il Paese per imparare come insegnare”. Sono al momento 10 i dottori di ricerca in Psicologia che lavorano nelle tre sedi di TICE. Il metodo comporta che ognuno di loro insegni a quattro studenti – che si stanno specializzando al master dell’Università di Parma – e a otto bambini, suddivisi per livello scolastico: ogni bambino rientra, perciò, in un progetto di ricerca, anzi è egli stesso il progetto. “Finora abbiamo assistito quasi 700 bambini e ragazzi, con una media di 150 nuovi ingressi ogni anno” aggiunge Cavallini.

In tutto questo le famiglie non restano ai margini della terapia, ma possono partecipare al percorso: ovviamente, per non disturbare la relazione con gli insegnanti/allenatori le aule sono dotate di specchi unidirezionali per consentire ai genitori di assistere alle lezioni osservando il comportamento e i progressi del proprio figliolo senza essere visti.

Il progetto TICE si sta allargando a macchia d’olio perché gli studenti che fanno pratica da loro, una volta ottenuto il diploma di master aprono in molti casi delle sedi affiliate sul loro territorio. Questo nel giro di qualche anno produrrà una rete capillare di strutture: “Investiamo nella ricerca –conclude Cavallini- per trovare energie educative efficienti e sostenibili perché non esiste un’energia che illumina di più di un bambino che impara a imparare”.

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