Facciamo troppe ferie in Italia?

30 giorni di ferie e 10 giorni di festività nazionali più le feste indette dalle singole amministrazioni comunali sono tanti? In nome di una maggiore produttività e di un aumento del Pil dovremmo forse rinunciare a una settimana di vacanze? Nel novero delle ricette pro-ripresa della nostra economia, di quando in quando salta fuori anche […]

30 giorni di ferie e 10 giorni di festività nazionali più le feste indette dalle singole amministrazioni comunali sono tanti? In nome di una maggiore produttività e di un aumento del Pil dovremmo forse rinunciare a una settimana di vacanze? Nel novero delle ricette pro-ripresa della nostra economia, di quando in quando salta fuori anche questo.

Tralasciando la questione scolastica, dove forse sarebbe sacrosanto intervenire per evitare tre mesi di nulla ai nostri figli e di disagi e costi per noi dovuti alla gestione della prole, e senza addentrarci nell’altra querelle sulle ferie dei magistrati che tanto polverone ha sollevato, affrontiamo la questione dal lato delle imprese. Siamo allora, senza potercelo permettere, i più vacanzieri?

Un’indagine del Sole 24 Ore ha messo a confronto i giorni di ferie nei vari Paesi europei e il risultato è che siamo in ottima compagnia; non solo, ma c’è chi ne fa molte più di noi. Abbiamo più o meno gli stessi giorni di ferie di Francia (30 giorni), Irlanda (4 settimane), Spagna (30) e Gran Bretagna (28). E’ vero che la Germania ne fa meno (20-24 giorni e 1 sola festività retribuita), ma è anche vero che in Austria le settimane sono 5 con 13 giorni di festività.

Abbiamo allora girato la domanda ai nostri parlamentari.

“La questione di lavorare di più avrebbe senso nei periodi di maggiore produzione, ma qui stiamo parlando di un periodo di recessione economica in cui ciò che manca è la domanda, e una scelta del genere paradossalmente provocherebbe un aumento degli oneri finanziari delle imprese, che si ritroverebbero con i magazzini pieni” sottolinea Massimo Corsaro, deputato del Gruppo misto alla Camera.

“La pausa è necessaria per recuperare ed essere nuovamente efficienti, la vera questione è come si trascorre il tempo lavorativo perché se si lavora in situazioni d’inefficienza e rigidità del sistema, più che delle persone, tutto diventa più complesso” sottolinea Deborah Bergamini, deputato di Forza Italia.

“La bassa produttività è legata anche alla burocrazia: se un’azienda deve perdere 30-40 giorni all’anno per file agli sportelli il problema non lo si risolve facendo lavorare più ore. Dovremmo semmai poter incentivare la flessibilità per gestire il tempo e allocarlo a seconda della domanda” aggiunge Irene Tinagli, deputato del PD e membro della Commissione lavoro della Camera.

Il problema quindi non è sulla quantità di giorni di ferie, ma è pur vero che siamo uno dei pochi Paesi al mondo a serrare le saracinesche in contemporanea per quasi tutto il mese di agosto. “In questo abbiamo un secolare ritardo e nessun Governo è riuscito a invertire la tendenza” spiega Corsaro. “E’ un problema che danneggia il Pil e la produttività” aggiunge Tinagli. “Prendere ferie tutti nello stesso periodo è un’eredità del passato le cui ragioni non sono più attuali, soprattutto in un Paese a così alta vocazione turistica come il nostro, ma si sta andando poco alla volta verso una maggiore elasticità” conclude Bergamini.

In Francia viene riconosciuto un benefit ai dipendenti che prendono ferie in periodi diversi da quello estivo (un giorno extra ogni 3-5 giorni). Potrebbe essere questa una soluzione?

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