L’esercito di Rockin1000: “Giuro di suonare il giusto”

“Giuro di suonare solo le note che servono, non una di più”. “Lo giuroo”. “Giuro di non suonare durante le pause”. “Lo giuroo”. “Giuro di andare sempre a tempo, insieme alle luci verdi e rosse”. “Lo giuro, lo giuro, lo giurooo”. A imbracciare le armi della conquista l’esercito dei Mille. Non i garibaldini, consegnati ai libri […]

“Giuro di suonare solo le note che servono, non una di più”. “Lo giuroo”. “Giuro di non suonare durante le pause”. “Lo giuroo”. “Giuro di andare sempre a tempo, insieme alle luci verdi e rosse”. “Lo giuro, lo giuro, lo giurooo”. A imbracciare le armi della conquista l’esercito dei Mille. Non i garibaldini, consegnati ai libri di testo e all’italico, dimenticato, dna, ma i Mille di Cesena che il 26 luglio 2015 hanno scritto una storia diventata Storia, impugnando bassi, chitarre, microfoni con il progetto Rockin1000.

Mille musicisti da tutta Italia per suonare all’unisono “Learn to Fly” dei Foo Fighters, band planetaria nata sulle ceneri dei Nirvana dopo il suicidio di Kurt Cobain. Un invito con video su Youtube al loro leader, Dave Grohl, a suonare nella remota Cesena, fino a quel momento terra dei tre Papi, delle pesche nettarine rossofuoco e della Rocca Malatestiana patrimonio Unesco. Oggi luogo di rivoluzione, partita dall’idea di un certo Fabio Zaffagnini, 40 enne di Fusignano di Ravenna, di adozione cesenate. 

Il resto è noto: il video dei Mille con milioni di visualizzazioni, la risposta in italiano – con scuse di imprecisione – dello stesso Grohl: “Ciaou Cesena sono Davide, ciaou. Questo video, ma che belloo. Stiamo arrivando, prometto”. Promessa divenuta realtà il 4 novembre 2015 con il concerto dei Foos al Carisport e Grohl sul trono di chitarre a cantare “It’s times like these, you learn to live again”, i tempi come questi in cui “impari a vivere di nuovo”.

Nella parabola dell’esercito di musicisti che ha trasformato un’idea irrealizzabile sulla carta in una realtà possibile, quella che Zaffagnini chiama la “meritocrazia orizzontale”. Ovvero prendi dei musicisti “non i più bravi ma i più appassionati”, digli che devono essere pronti ad affrontare viaggi, prove, “tutto a loro carico”, e in cambio gli dai la possibilità di diventare un’unica, collettiva, star mondiale. Non Marco, Arianna o Thomas, ma i Mille. “Ogni musicista sacrifica la propria ambizione – spiega Zaffagnini – sapendo che i risultati che raggiunge nel collettivo non li avrebbe mai raggiunti da solo. Vale per tutti, nonni e nipoti, genitori e figli, che mai avrebbero pensato di avere un affaccio su una platea mondiale”. Per fare questo è stata necessaria una preparazione “concedimi il termine – prosegue – militaresca”, con tanto di giuramento a manici di chitarra verso il cielo.

Lo stesso criterio è applicato alla seconda impresa targata Zaffagnini: il ritorno dei Mille allo stadio Manuzzi di Cesena il 24 luglio per l’evento “That’s live”, un concerto intero, non un brano solo, con una scaletta vera fatta dalle canzoni che hanno scritto la storia del rock. “La più grande rock band del mondo”, nel claim. A muovere dita sulle note anche Saturnino Celani da Ascoli Piceno, ovvero il bassista fedelissimo di Jovanotti e Omar Pedrini, già “Timoria” con Francesco Renga. “Si comporteranno come tutti gli altri” – chiarisce Fabio – mantenendo lo stile musical-militaresco per dare coerenza e ordine alle giubbe post rosse diventate multicolori.

L’imprinting di “merito orizzontale” è stato applicato la prima volta al gruppo che avrebbe portato avanti il progetto Foo Fighters, secondo la costante Tempo. Come ha scelto i collaboratori, chiediamo al papà di Rockin1000? “Innanzitutto tra gli amici che, oltre la passione di partecipare, svolgevano lavori che gli avrebbero permesso un “tempo flessibile”. Poi, solo poi, sono arrivati i professionisti, producers, addetti stampa, addetti al commerciale, per sostenere una “strampalata”, globale, realtà. Ai primi, i volontari, oggi 200, e ai secondi, i lavoratori, un centinaio, per un totale di 300 persone coinvolte (una ogni tre musicisti) sono state richieste “efficienza e concentrazione”.

Fabio dice di più: “Io accumulo progetti e idee in modo compulsivo, quindi ho bisogno di persone “spicce”, concrete, per andare al cuore delle cose”. Insomma un elogio dei “portatori d’acqua” che “senza si va poco lontano”, così che definita un’idea che rasenta la follia – “sparo alto”, ammette Zaffagnini – poi viene portata avanti con metodo, scrupolo, in un impasto tra entusiasmo da operai della musica e fede da soldati del rock.

Il meccanismo idea-progetto-lavoro-risultato-silenzio da vetta conquistata della montagna è quello che il gruppo di Cesena ha avuto modo di osservare dalla produzione dei Foo Fighters, nel contatto faccia a faccia. “All’inizio ci rimanevo male – confessa Fabio – davanti a tanta rigidità, quasi freddezza, poi ho capito che le pressioni enormi che noi abbiamo vissuto in due settimane a ridosso dell’evento loro la vivono tutti i giorni, tutto il giorno. Senza quell’accurata, scrupolosa, selezione, non potrebbero più vivere”.

Il punto finale è uno stato di visione da umiltà circolare, ovvero se tutti insieme sono il Tutto e ognuno, da solo, è una parte allora quello che vale per i Mille vale anche per Fabio Zaffagnini: “Oggi mi cercano in tanti, mi salutano per strada, mi fermano per proposte serie o per un selfie ma con la stessa velocità con cui ho raggiunto questa popolarità posso perderla. Ne sono consapevole ma non mi interessa, mi interessa sviluppare progetti”. E’ l’idea di “gratitudine”, fare cose che “rendano grato chi le fa”.

In fondo Fabio Zaffagnini da Fusignano non cerca altro.

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