I costi dell’addio

Il conflitto di interessi favorisce benefici personali alle persone coinvolte nelle decisioni dove è purtroppo impossibile giudicare il loro operato, senza tralasciare il danno economico registrato dallo Stato. È un delicato argomento costantemente in primo piano, sul quale si sono susseguiti dibattiti politici senza giungere a una reale soluzione; nel frattempo il fenomeno assume una preoccupante dimensione […]

Il conflitto di interessi favorisce benefici personali alle persone coinvolte nelle decisioni dove è purtroppo impossibile giudicare il loro operato, senza tralasciare il danno economico registrato dallo Stato. È un delicato argomento costantemente in primo piano, sul quale si sono susseguiti dibattiti politici senza giungere a una reale soluzione; nel frattempo il fenomeno assume una preoccupante dimensione sociale ed economica.

Il conflitto di interessi: sanità e separazioni

Il settore della sanità registra maggiormente questa anomalia, specialmente per quanto riguarda le separazioni giudiziali, dove c’è un’ampia discrezionalità – il che lascia spazio a interpretazioni a dir poco discutibili. Questo conflitto di interessi diventa discriminante nel momento in cui c’è la richiesta della consulenza tecnica d’ufficio, strumento adottato per capire il problema di una coppia a esclusivo vantaggio dei figli minorenni.

Per combattere questa anomalia del sistema italiano e per far rispettare l’applicazione della legge sulla bigenitorialità è in prima linea Codici, associazione nazionale a tutela del consumatore, con le sue continue denunce dell’esistenza di procedure ben codificate.

«Purtroppo accade con frequenza – commenta Ivano Giacomelli, segretario generale di Codici – la produzione di elementi ad hoc per “confezionare” una denuncia di violenza domestica; non mancano i dovuti suggerimenti sui comportamenti da adottare alle madri che si stanno separando, al fine di ottenere un collocamento prevalente o addirittura esclusivo, con la conseguente determinazione dell’assegno alimentare. Il sistema viene alimentato principalmente dalla diffusa complicità degli operatori del settore; questi professionisti sono troppo spesso sempre gli stessi e condividono in maniera compatta la stessa linea di pensiero. Ed è proprio per questo motivo che è facile vedere compresi tra gli stessi CTU (Consulenti Tecnici di Ufficio), nominati dal giudice, i CTP (Consulenti Tecnici di Parte), con un evidente conflitto d’interessi perché difficilmente c’è un’opportuna rotazione degli incarichi, senza tralasciare le altre figure professionali adeguatamente allineate alla medesima filosofia.»

Sarebbe auspicabile applicare la legge sulla bigenitorialità, spesso disattesa dai giudici, per favorire una crescita più armonica e garantire una serena atmosfera ai figli minorenni. Dove il sistema giudiziario esce sconfitto perché non vuole o addirittura non riesce a comprendere c’è un problema di dimensioni notevoli: la mancanza di rotazione dei consulenti. Perché sono sempre gli stessi? È normale concentrare nelle mani di pochi le consulenze tecniche di ufficio sapendo che in questo modo si alimenta il conflitto d’interessi? Forse c’è una precisa volontà di farlo? Purtroppo è difficile rispondere a interrogativi che proiettano ombre sul sistema giudiziario, in cui sono coinvolti psicologi, avvocati e servizi sociali.

Diagnosi e cura di un sistema sanitario malato

«La stima della corruzione sommata agli sprechi – si legge nel rapporto Curiamo la Corruzione – Percezione, Rischi e Sprechi in Sanità 2017 – oscilla intorno al 6% delle spese correnti annue del Sistema Sanitario Nazionale (dati del 2013). L’ammontare delle potenziali inefficienze nell’acquisto di beni e servizi sanitari è di circa 13 miliardi di euro. Nelle ASL, la componente di spesa più a rischio di inefficienze è l’acquisto di servizi sanitari, mentre nelle Aziende Ospedaliere è l’acquisto di beni sanitari. Le ASL del Nord Est e del Centro Italia presentano valori di spesa per residente più eterogenei tra di loro, mentre le Aziende Ospedaliere del Sud Italia presentano valori di spesa per dimesso mediamente più omogenei rispetto a quelle del Nord e del Centro. Una maggiore inefficienza si riscontra in quelle Regioni in cui le ASL e le Aziende Ospedaliere sono caratterizzate da modelli gestionali completamente disaggregati, sia dal punto di vista organizzativo sia da quello economico finanziario».

È evidente che corruzione e parzialità provocano danni notevoli, specie nelle zone grigie delle consulenze, i risultati delle quali sono determinati dalla certificazione discrezionale di un esperto. Ma è possibile certificare in modo oggettivo lo stato mentale delle persone sottoposte a esame, anche su questioni così delicate? Nel centro di Neuroscienze Forense di Firenze troviamo l’applicazione del QEEG, una diagnosi che permette di avere risultati precisi, senza le interpretazioni personali prive di legittimazione scientifica che vengono fornite dal professionista chiamato in causa. Ce ne parla Paolo Cioni, psichiatra e consulente Tecnico del Tribunale di Firenze.

«L’obiettivo della neuroscienza è quello di comprendere il funzionamento del sistema nervoso. Questa disciplina cerca di tradurre come sia organizzato il cervello a livello funzionale e strutturale. Negli ultimi anni gli studi di neuroscienza hanno registrato un decisivo progresso; non si vuole soltanto sapere come funziona il cervello ma anche le ripercussioni che il suo funzionamento riflette sul nostro comportamento, sui nostri pensieri e sulle nostre emozioni. L’elettroencefalogramma quantitativo è stato introdotto trenta anni fa da Roy John e Thatcher, i quali delinearono la modalità per effettuare diagnosi dei disturbi mentali attraverso tecniche EEG.»

È necessario ricorrere a diagnostiche ben precise per evitare preoccupanti errori o addirittura interpretazioni non pertinenti riguardanti il caso preso in esame, provocando senza volerlo dei seri danni, specialmente se si è di fronte a situazioni delicate e complesse.

«L’EEG quantitativo permette di vedere i cambiamenti dinamici che hanno luogo nel cervello durante compiti cognitivi. Pertanto questo nuovo approccio può essere usato per determinare quali aree del cervello sono impegnate e se funzionano in maniera deficitaria, normale, iperattiva. In un cervello con funzionamento lento, le aree cerebrali coinvolte all’attenzione manifestano difficoltà a mantenersi attive. Attraverso QEEG si può individuare in quale aree intervenire eseguendo l’addestramento per fornire aiuto e per far sì che il soggetto abbia risultati  migliori nell’attenzione».

«Mediante QEEG possiamo dimostrare la presenza di ansia, depressione, disturbo ossessivo compulsivo in bambini, adolescenti e adulti. È importante la valutazione del SNC (addestramento all’attivazione dell’area centrale) che, se basso, indica un rapporto mente-corpo non armonico e scarse capacità empatiche, indicatori importanti per la pericolosità sociale. La suddetta valutazione è altamente più attendibile dei test psicodiagnostici. Inoltre con il QEEG abbiamo delle corrette indicazioni su bambini che hanno subito maltrattamenti e abusi

Quanto è affidabile la nuova diagnostica?

«È fondamentale sottolineare – prosegue Cioni – che il QEEG è un sistema diagnostico in grado di soddisfare i rigidi criteri DAUBERT, riconosciuti dai tribunali USA, con lo scopo di fornire elementi di prova scientificamente validi, tanto che recentemente lo stato della Florida non ha eseguito una condanna a morte proprio in virtù della dimostrazione scientifica di grave disfunzione del lobo frontale del detenuto, provando di conseguenza che non poteva essere l’autore degli omicidi che gli si attribuivano. Nel campo giuridico l’utilizzo dei riscontri del QEEG può fornire dati molto più attendibili dei test psicodiagnostici fino a oggi utilizzati. Con il QEEG si avrà un vero profilo di chi viene incriminato per violenza domestica, stalking e altri episodi, riuscendo in questo modo ad abbattere le denunce false e strumentali».

Se questa diagnostica è più precisa perché non viene usata nel sistema giudiziario italiano? Non è facile comprendere il motivo per il quale sia opportuno o addirittura conveniente usare sempre le stesse metodologie diagnostiche, quando la scienza registra progressi notevoli a esclusivo beneficio della popolazione.

Se lo domanda anche Ivano Giacomelli, che conclude: «Con le nostre piccole forze stiamo realizzando un dossier da inviare al Consiglio Superiore della Magistratura per denunciare questa grave distorsione e chiedere l’intervento dell’organo di controllo. Siamo una realtà associativa nazionale con un determinato obiettivo: tutelare il minore. Confidiamo nella professionalità e nella competenza del Consiglio Superiore della Magistratura affinché possa esaminare scrupolosamente il nostro fascicolo per garantire una reale rotazione negli incarichi di consulente e applicare norme più stringenti nei casi di conflitto d’interessi tra consulenti che hanno radicati e storici rapporti reciproci».

CONDIVIDI

Leggi anche