I Linker People in cerca di nuove uscite

Li chiamavamo Linker People, grazie a una definizione di Future Concept Lab che descriveva i millenials nel loro ruolo di consumatori o, ancora meglio, di consumautori. Loro che nella rete e nelle relazioni informali hanno costruito la propria etica, hanno anche cambiato le regole del gioco e hanno contribuito a costruire un nuovo mondo: sapranno […]

Li chiamavamo Linker People, grazie a una definizione di Future Concept Lab che descriveva i millenials nel loro ruolo di consumatori o, ancora meglio, di consumautori. Loro che nella rete e nelle relazioni informali hanno costruito la propria etica, hanno anche cambiato le regole del gioco e hanno contribuito a costruire un nuovo mondo: sapranno affrontarlo anche come lavoratori? Se sarà sempre più difficile avere un posto fisso è anche vero che tra i giovani c’è un forte desiderio di mantenere intatta la propria creatività e indipendenza.

Spesso la loro avventura è una startup ad impatto sociale o l’apertura di una partita iva. L’idea dell’impresa come “intrapresa” sta prendendo forma nell’immaginario collettivo e ha bisogno, come in ogni narrazione, di spazi, alleati, mentori, antagonisti, ombre. Alla tappa genovese del Salone CSR e dell’Innovazione sociale abbiamo pensato a un incontro che assomiglia a un laboratorio di storytelling per costruire insieme un racconto plausibile, oltre la retorica, sulle prospettive dei giovani e sull’uso sociale delle innovazioni tecnologiche.  C’è un’economia emergente, nata dall’incontro tra tecnologia e nuovi modelli sociali, e ci sono nuovi bisogni tra i lavoratori della conoscenza che condividono valore con l’azienda. Le 3 P (People Planet Profit) vanno viste insieme alle 3T (talento, tecnologia, tolleranza) che, oltre ad essere i tre pilastri del Global Creativity Index, parlano di una nuova etica e di una nuova economia intrecciate in una rete sempre più interconnessa.

Così come scompaiono per l’individuo i confini tra vita privata, pubblica e lavoro anche per le neo imprese non è più possibile ragionare in termini di responsabilità distinte, tanto che si parla di economia sociale. Il processo produttivo avviene all’interno di un clan, di una community con valori di riferimento molto precisi. Il concetto di Pubblici di riferimento si traduce nel concetto di un gruppo di persone che condivide valori e opera per raggiungerli senza confini di ruolo. È sempre più importante per le aziende intercettare e saper trattenere i talenti con i quali è più semplice e meno rischioso costruire insieme valore. Va sottolineato però che oltre a una condivisione dei valori c’è anche una condivisione dei rischi, derivante da una decentralizzazione delle responsabilità e da una distribuzione della complessità ai margini.  Si chiede flessibilità e autonomia, ma perché non si sprofondi nel precariat (la crasi fra precariato e proletariato) non bisogna lasciarsi trasportare da facili entusiasmi.

Intanto la Fondazione Kauffman registra un impatto debole dei millenials a livello di business e numeri, indietro rispetto alla generazione precedente nella creazione di nuove imprese;  sarà che il senso di indebitamento li ha resi più prudenti, ma sarà forse anche che vogliono bilanciare vita e lavoro in maniera più sostenibile rispetto ai genitori. Servono quindi modelli di lavoro e di business che rispettino questi nuovi bisogni umani. Impact business, Coworking e Mentoring e Crowdfunding per le Start up, Leadership 2.0, Social Organization, nuovi strumenti di inclusione al lavoro e di coinvolgimento delle risorse umane sono gli elementi da conoscere e monitorare, perché l’inevitabile passaggio dal mondo del lavoro che conosciamo a quello che verrà non avvenga in maniera traumatica. Servono ponti ideali per educare, tutelare, valorizzare, con un occhio sia alle HR sia alle newco sia agli indipendent professional. Se molti giovani sono disorientati, è perché escono da un sistema formativo convinto di aver prodotto le giuste competenze e si presentano a un mercato che non la pensa allo stesso modo. Gli si chiede di agire in un mondo accellerato in cui è necessario sperimentare subendo però le norme e la cultura che criminalizzano il fallimento.

Spesso devono uscire dal paese per poter mettere a punto il Minimum Value Product a costi accessibili. Va però ricordato che gli ostacoli servono anche a validare le idee che in origine non sono abbastanza forti da affrontare il lungo periodo. E a volte le regole servono. Servono regole, come dice Acta, l’associazione dei freelance che è membro del Forum Europeo dei liberi professionisti nati nel 2010 , che richiedano il pagamento puntuale dei servizi resi, come la legge sulla protezione pagamento Freelancer redatto da Freelancer Union   negli Stati Uniti che è stato passato come un disegno di legge nello Stato di New York nel 2011. Parlando di responsabilità e innovazione serve un incontro senza pregiudizi fra vocazione sociale (innata in ognuno di noi) e tecnologia, perché la strategia che ci salva dall’obsolescenza è conoscere e comprendere i processi sociali e usare la tecnologia per continuare a cambiarci la vita. Ma questo i Linker people già lo sanno.

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