Il Business Travel italiano ha nuove priorità

Un recente articolo di The Economist, parlando dell’Italia, titola “Export or die”. Esporta o muori: affermazione strana considerando che non si fa che ripetere quanto l’economia italiana riesca a sopravvivere ad una profonda crisi di sistema lunga trent’anni solo grazie alla domanda che proviene dal resto del mondo. Ciò significa che esiste una possibilità precisa per […]

Un recente articolo di The Economist, parlando dell’Italia, titola “Export or die”. Esporta o muori: affermazione strana considerando che non si fa che ripetere quanto l’economia italiana riesca a sopravvivere ad una profonda crisi di sistema lunga trent’anni solo grazie alla domanda che proviene dal resto del mondo. Ciò significa che esiste una possibilità precisa per le piccole e medie imprese italiane di superare la stagnazione del mercato interno e tornare a crescere attraverso le esportazioni; secondo un recente studio condotto dal CWT Travel Management Institute dal titolo Tap into mobile: managed travel in the digital economy, questo della consumerization è un vero e proprio trend emergente, che vale la pena tenere sotto osservazione.
Ma è vero anche che per esportare è necessario conoscere e presidiare i mercati esteriorganizzando viaggi d’affari e strategici ad hoc.

La relazione tra viaggi d’affari e crescita economica

In Italia il volume dei viaggi d’affari è legato all’export, ovvero esiste una relazione economica per la quale più si viaggia, più si esporta e più si creano occasioni di business. Ma stando alla “Business Travel survey 2015” condotta da Uvet, l’aumento delle delle esportazioni italiane è nella maggior parte dei casi inferiore rispetto al potenziale offerto dai Paesi di destinazione.

Fonte: The European House - Ambrosetti in BS Travel febbraio 2015
Fonte: The European House – Ambrosetti in BS Travel febbraio 2015

L’impatto di Expo 2015

Le stime di chiusura dell’UVET Travel Index per il 2014 hanno indicato una diminuzione dello 0,41% rispetto all’anno precedente che, a fronte della relazione tra UVET Travel Index e PIL, descrive una contrazione dell’economia italiana di pari entità per il 2015. Le stime di ripresa economica per il 2014 sono state, insomma, disattese e i motivi sono legati alla relazione tra fiducia e consumi, alla visione del futuro e al cambio di paradigma degli acquisti stessi (fonte: Eurobarometro 2014). Stando a questi dati, per il 2015 si prevede un miglioramento della situazione, soprattutto nella seconda parte dell’anno, in particolar modo grazie all’EXPO che si terrà a Milano.
Alla manifestazione sono infatti previsti 21 milioni di visitatori, di cui 8 milioni di stranieri: se si riuscisse a trasformare questi visitatori occasionali in abituali, si potrebbero generare per l’Italia circa 8 miliardi di Euro di valore aggiunto l’anno.

Affinché questo sia possibile occorre rispondere al trend emergente della cosiddetta consumerization: gli utenti, come i consumatori, vogliono diventare sempre più protagonisti dei processi d’acquisto e per questo desiderano disporre di strumenti semplici e veloci, accessibili da ovunque  e in qualsiasi momento: online e mobile sono considerati in questo senso i due driver di crescita del settore.

Gestire i viaggi di lavoro nell’economia digitale

Secondo un recente studio condotto dal CWT Travel Management Institute dal titolo Tap into mobile: managed travel in the digital economy, per esempio, business traveller e responsabili viaggi aziendali sono convinti che le trasferte di lavoro saranno gestite sempre più tramite i dispositivi mobile, che consentiranno di accedere a un numero crescente di servizi prima, durante e dopo il viaggio.
Nello sviluppo di soluzioni sempre più avanzate e adatte a rispondere alle esigenze di aziende e viaggiatori, le travel management company come CWT  o Uvet,  partono dalla considerazione che chi viaggia molto per lavoro ha poco tempo per organizzare la trasferta e spesso lo deve fare nei “ritagli di tempo”, a volte durante una pausa in hotel o in aeroporto. Facilità e rapidità sono quindi essenziali.

 

Travel Management priorities for 2015 - Carlson Wagonlit Travel
Le priorità del Travel Management per il 2015 – Carlson Wagonlit Travel

La priorità su tutte: l’ottimizzazione degli strumenti di ricerca tecnologici

Un importante fronte su cui si sta focalizzando l’innovazione è quello dell’ottimizzazione degli strumenti di ricerca e della prenotazione dei servizi di viaggio, ci spiega Loretta Bartolucci, Senior Director Sales, Marketing & Advanced Clients Solutions di CWT Italia: la tecnologia sta dando risposte sempre più soddisfacenti a queste esigenze tanto che ora si parla di soluzioni avanzate che permettono di organizzare la propria trasferta realmente in ottica “door-to-door”, a partire cioè dall’esatto punto di partenza, casa o ufficio, per arrivare all’esatto punto di arrivo, con un unico procedimento.

Diventa quindi più semplice scegliere quale percorso seguire, in base alle proprie priorità e alle regole aziendali – si può selezionare l’itinerario più veloce, più economico o più “eco-compatibile”, ma modificare anche singoli segmenti – e con pochi clic si può organizzare il viaggio, impiegando pochissimo tempo rispetto ai sistemi tradizionali. I vantaggi sono evidenti anche per l’azienda perché i responsabili dei viaggi aziendali possono avere a disposizione già in fase di autorizzazione informazioni dettagliate sul costo totale della trasferta e quindi tenere costantemente sotto controllo il budget delle spese di viaggio.

Strumenti di questo genere permettono infine di migliorare anche la gestione delle note spese, grazie a soluzioni automatizzate e integrate e il ricorso agli online booking tool, che permette di sfruttare meglio le opportunità di risparmio e di razionalizzazione i processi.

Cosa viene richiesto agli operatori del settore

Dopo anni di contrazione delle trasferte del mercato nazionale,  l’inversione di tendenza in corso fa sperare in una crescita dell’economia italiana nel suo insieme.  L’ottimismo dei travel manager lascia prevedere che nel 2015 l’aumento della spesa per i viaggi d’affari sia compreso tra 1,5 e 3 punti percentuali: grazie anche alle opportunità offerte dal trasporto aereo low cost e dall’alta velocità che consentono spostamenti in giornata, aumentano le trasferte e i soggiorni intercontinentali. Ma nonostante l’espansione del treno e dell’aereo, l’automobile rimane il mezzo preferito dai business traveller.
Si intuisce che all’interno di questo discorso è la voce relativa al trasporto quella più rilevante dei viaggi d’affari, e solo dopo vengono vitto e alloggio.
Considerando infine che le aziende tipiche italiane realizzano buona parte del loro fatturato per realtà industriali e finanziarie oltre confine, è importante comprendere il ruolo cruciale dei viaggi d’affari per la crescita della nostra economia. A limitarla sono ancora una volta le infrastrutture a disposizione del sistema-Paese che l’ha tenuto ingessato nell’ultimo trentennio. 

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