Michele Morichi. “Ad un Capo farei leggere”

Per quanto nell’immaginario collettivo (alimentato anche da una certa cultura fantozziana) i capi e i direttori passino le ferie estive tra vizi ed hobby costosi non accessibili ai propri collaboratori, sono sicuro che ancora esiste un gruppo più o meno numeroso che investe parte del proprio tempo a leggere. Per loro ecco una breve lista […]

Per quanto nell’immaginario collettivo (alimentato anche da una certa cultura fantozziana) i capi e i direttori passino le ferie estive tra vizi ed hobby costosi non accessibili ai propri collaboratori, sono sicuro che ancora esiste un gruppo più o meno numeroso che investe parte del proprio tempo a leggere. Per loro ecco una breve lista di libri per le ferie estive.

Iniziamo con tre elementi che ad un capo non dovrebbero mancare mai: leadership, competenza e coraggio. Questi sono i tre ingredienti del libro intitolato “La guerra privata del tenente Guillet” di Vittorio Dan Segre. E’ il racconto di fatti veri della seconda Guerra mondiale nelle terre d’Africa, ai più poco noti. Considerato da molti il Lawrence d’Arabia italiano, il tenente Amedeo Guillet è il comandante di un gruppo di bande armate indigene che continua a contrastare gli inglesi anche quando la guerra è ormai perduta. Non c’è modo di trovare qualcuno che sia disposto a tradirlo per catturarlo, per qualunque cifra offerta. Guillet riesce a sfuggire sempre alle truppe di Sua Maestà anche quando ce l’hanno sotto il naso. Oltre ad essere un vero comandante ed un uomo estremamente intelligente, Amedeo Guillet ha la rara capacità di comprendere che la vicinanza alla cultura dei suoi uomini e delle terre delle sue scorribande sono la chiave per essere vincente anche contro un nemico più forte.

Il secondo libro potrebbe uscire direttamente dallo scaffale dei testi per l’organizzazione. Si intitola “Collasso” scritto da Jared Diamond. Ci sono nella storia della civilizzazione umana diversi casi di società che ad un certo punto del loro sviluppo si sono quasi improvvisamente estinte. Tra queste alcune molto note come i Maya in Messico o i Vichinghi in Groenlandia, ma anche altre meno conosciute che vengono raccontate nel libro. Che cosa è accaduto? L’autore svolge un’analisi individuando diversi fattori, dalle mancate previsioni o percezioni ai comportamenti razionali errati, dai valori disastrosi alle soluzioni fallimentari. Molti spunti di riflessione interessanti che sicuramente il lettore non mancherà di confrontare con le società per azioni o a responsabilità limitata in cui si trova al vertice o di cui è comunque attore importante.

Come ultima lettura c’è un testo in inglese, dal titolo “Justice – What’s the right thing to do?” di Micheal Sandel. Ma niente paura, esiste anche la versione in italiano: “Giustizia. Il nostro bene comune”. Il libro raccoglie diverse teorie di filosofia morale che contribuiscono a delineare il concetto di giustizia. Attraverso l’analisi di molti casi, l’autore invita il lettore a ragionare quale principio può essere ritenuto più o meno giusto, aiutandolo ad individuare i limiti di applicazione. Un libro per pensare ad una giustizia pratica da usare, probabilmente la stessa che i dipendenti si aspettano quando sono in gioco mansioni, carriere e stipendi.

CONDIVIDI

Leggi anche

Leadership femminile non è un ossimoro

Quando si parla di leadership, non posso non pensare alla politica e a una foto del 2008 che è sintomatica: Angela Merkel, al G8 di Tokyo, è l’unica donna capo di Stato presente nell’immagine del vertice internazionale delle maggiori potenze mondiali. Che sia da sempre un sostantivo maschile e non femminile? Pare proprio così se, […]