Per ritrovare il baricentro si parte dai dettagli

Le ferie in Sardegna, i tuffi dal ponte di una nave in stile Vacchi e i gyros per le isole greche non ci sono più. Basta, andati, finiti, stop. Facciamocene una ragione e vediamo di andare avanti. Anzi, di ricominciare, perché settembre per un libero professionista ha la S di “Si riparte, amico”. E allora […]

Le ferie in Sardegna, i tuffi dal ponte di una nave in stile Vacchi e i gyros per le isole greche non ci sono più. Basta, andati, finiti, stop. Facciamocene una ragione e vediamo di andare avanti. Anzi, di ricominciare, perché settembre per un libero professionista ha la S di “Si riparte, amico”. E allora approfittiamo della carica post ferie (beato chi le ha fatte), per buttarci con nuovo slancio su progetti e obiettivi da raggiungere.

Per prima cosa, bisogna ritrovare il proprio baricentro. E sì, perché dopo le ferie ci sta che non ci si ricordi più cosa sia un baricentro. Io, l’equilibrio, di solito lo cerco nella musica. In quella jazz, perlopiù. Ho scoperto però due app che fanno qualcosa di diverso e che mi aiutano a concentrarmi e a sentirmi più calmo, pacioso, buono e sereno con dei rumori. Sì, rumori. La prima è Noisli. Si tratta di un sito che riproduce piacevoli suoni della natura (acqua, vento, foglie). Così, per spazzare via un po’ dell’incazzatura da insoluti (chi non ne ha?), metto su una bufera che Iddio la manda e mi dimentico per quei 2 o 3 minuti del mondo là fuori. Poi, e qui potete anche prendermi per pazzo, ho scoperto un’altra app: Coffitivity. Se Noisli riproduce i rumori della natura, Coffitivity propone quelli di luoghi affollati come caffè o università. Appunto, prendetemi per pazzo, ma sentire il vociare della gente mi aiuta a coprire le voci nella mia testa.

Quelle che dicono: “Ferie, ferie, ferie!” e, subito dopo, “non le hai fatte, non le hai fatte, non le hai fatte!”. Poi, dopo aver recuperato un po’ di calma e sangue freddo, servono idee. Tante idee. Buone idee. E servono pennarelli. Sì, lo so che un pennarello fa poco digital, ma che importa? Ti servono pennarelli, nastro adesivo e un canva. Magari il Personal Branding Canva. Stampalo, appendilo e inizia a ragionare su chi sei, dove sei arrivato fino a oggi e dove vuoi andare domani. Io, per esempio, ho lavorato sul mio Personal Branding Canva prima dell’estate per avere un quadro chiaro di quello che avrei dovuto fare a partire da settembre. Così sono tornato operativo con uno spirito nuovo, di quelli ritemprati dalla voglia di fare tante cose, come per esempio lavorare sulla mia immagine, su una nuova strategia di comunicazione, su un nuovo modo di vivere la rete. E, vi dirò, avere la bigger picture sotto gli occhi, ossia il canva compilato mesi fa, oggi mi è di grande aiuto. Se non siete stati lungimiranti, nessun problema. Potete rimediare, ma non perdete tempo.

Trovate le idee, dovete dar loro forma. E questa forma, di solito, ha un nome: Gantt. Che piaccia o no, le idee hanno bisogno di essere prioritarizzate e hanno bisogno di avere una data di realizzazione. Sennò resteranno sempre idee e non diventeranno mai progetti. Per cui preparate un Gantt, datevi delle tempistiche e fate in modo che i vostri obiettivi siano smart: specifici, misurabili, attuabili, rilevanti, temporalmente definiti. Sul “temporalmente definiti” il Gantt vi sarà di grande, grandissimo aiuto. Segnata la data entro cui trasformare l’idea in un progetto, avete bisogno di smontare questa idea e scomporla in tanti micro task. Come recita un detto africano, se non erro, “per mangiare un elefante intero occorre farlo prima a fettine”. Lungi da me voler mangiare un pachiderma, il concetto espresso in questa frase è semplice: un compito che vi sembra grande, una volta suddiviso in piccoli compiti non sarà più così spaventoso.

Per entrare nel cuore dell’idea-progetto, senza farmi prendere dal panico, io uso Trello. Questo strumento, gratuito, permette di creare delle board, ciascuna delle quali può avere il nome del progetto, che si compongono di elementi come liste (vari sottoprogetti) e card (azioni relative a quei sottoprogetti). Creando delle board con Trello posso avere, di nuovo, una bigger picture dell’idea-progetto.

Come forse avrete capito, quello che faccio è scendere sempre più nel dettaglio: dal grande al piccolo. Questo è il mio metodo per ripartire dopo la pausa estiva. Vi ho già detto che, personalmente, preferisco prepararmi alla ri-partenza prima di settembre, così da arrivare all’inizio dell’anno lavorativo, che coincide appunto con questo mese, con le idee già chiare. Anzi, vi dirò di più: sapere di avere già abbozzato un progetto mi rende ancora più carico ed euforico. Ho lavorato parecchio per abbracciare questa forma mentis e vi assicuro che ne vale la pena.

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