Qualche anno fa i Bitcoin non erano però così certi, e c’è chi come Luca ha perso molto.
«Mi era scoppiata una vera e propria dipendenza. Stavo sveglio la notte per investire in Bitcoin. E ci mettevo tanti soldi. Evitavo i più “tradizionali”, ma ero sempre alla ricerca di nuove monete e nuovi tipi di investimento. In alcuni momenti ho guadagnato anche molto, ma c’è il rischio di perdere tanto. Il punto però non è quello, ma è quanto si perde a livello di vita, a partire dalla mia fidanzata dell’epoca, che ha deciso di lasciarmi. Anche perché io avevo sempre la testa da altre parti: in ogni momento controllavo il cellulare e l’andamento delle monete che avevo in portafoglio. Ci ho messo tempo, ma ho capito che era necessario cambiare del tutto, perché avevo sviluppato una dipendenza».
Oggi Luca non pensa più alle criptovalute, ma se gliene si chiede i suoi occhi si accendono ancora, e inizia a raccontare di quell’antica passione che gli rovinò la vita.
Perché, come tutte le dipendenze, la puoi controllare ma non sparisce. Anche se si tratta di una nuova forma. «C’è chi è riuscito a tenerla sotto controllo mettendo un tetto ai propri investimenti,» spiega lo psicologo Roberto Garone. «E c’è chi invece non riesce proprio a non dipendere dalle cripto».
Anche perché l’accesso a questa moneta è molto semplice e la tentazione di iniziare a investire si trova direttamente in internet. «Se si guarda su YouTube – continua Garone – ci sono diversi canali dedicati alle criptovalute e che danno la possibilità di fare trading. Prima era più, complicato perché ci si doveva comunque affidare a un istituto bancario, che faceva da intermediario. Oggi invece basta avere una app per iniziare con le criptovalute».
Ormai è così da tempo, al punto che c’è già chi è in terapia per sfuggire ai problemi legati alle dipendenze da cripto.