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Il 24 aprile è previsto un incontro tra i sindacati e il ministero del Lavoro sul rinnovo del contratto nazionale TLC, scaduto da oltre due anni. Ma il settore è in subbuglio: tra gli scioperi si affacciano degli accordi pirata che inquinano le tutele dei lavoratori
Il contratto delle Telecomunicazioni arriva sul tavolo del ministero del Lavoro. Il 24 aprile, in un incontro con i sindacati, si cercherà di evitare l’arrivo di altri contratti pirata come quelli firmati da alcune sigle sindacali minori.
È il caso del contratto siglato con Assocontact da Cisal, sigla che, secondo la SLC CGIL, rappresenta un esiguo 0,75% dei dipendenti TLC, e il cui segretario generale Francesco Cavallaro è stato di recente condannato a cinque anni di reclusione per la corruzione di segretarie e dirigenti del ministero del Lavoro.
L’accordo pirata ha comportato tagli ai diritti e al salario dei lavoratori: aumenti risibili rispetto ai 260 euro mensili richiesti dai sindacati confederali, peggioramento delle tutele per la maternità (passate dal 100% del CCNL al 50%, e poi a nulla), dimezzamento dei permessi (da 104 a 48 ore) e copertura dei soli primi tre giorni di malattia dei dipendenti. Il contratto pirata ha inoltre introdotto il controllo a distanza delle performance e cancellato la clausola sociale, che tutelava la continuità occupazionale attraverso i cambi di appalto; in altre parole un assist ai licenziamenti di massa, con i lavoratori coinvolti che sono saliti sulle barricate per chiedere il ritorno al CCNL Telecomunicazioni.
Al Mimit andrà dunque in scena un confronto sul settore delle Telco, nel quale da due oltre due anni non viene rinnovato il contratto di riferimento.
“Riteniamo non più rinviabile una seria discussione con il Governo – spiega in una nota la FISTEL CISL Nazionale – sulle politiche industriali per il settore delle TLC. In questi anni i grandi committenti hanno investito svariati miliardi nelle frequenze, nonostante la forte perdita di ricavi nel settore, e con gli over the top hanno approfittato di questa situazione senza investire un solo centesimo.”
Quello del contratto non è l’unico tema che sarà posto dal sindacato in fase di trattativa con il Mimit. Alla luce degli ultimi rivolgimenti internazionali verrà presa in esame anche la questione energetica.
“Altro tema chiave, a nostro giudizio, è quello di una seria politica energetica per il settore” continua la nota. “Basti pensare che TIM è la seconda azienda energivora nel nostro Paese. Alle lavoratrici e ai lavoratori vengono richieste maggiore professionalità e continua riqualificazione professionale, ma tutto questo si deve sposare con una radicale modifica degli ammortizzatori sociali, che devono andare nella direzione di una costante e continua formazione lungo tutto l’arco di vita lavorativa delle persone. Oltre due anni di ritardo vanno pesantemente a inficiare sul potere di acquisto delle persone, quindi a partire dal 24 aprile ci aspettiamo una svolta, a seguito dell’incontro con il Governo, da parte delle aziende, per produrre uno scatto decisivo nella trattativa del rinnovo contrattuale”.
Il contratto, scaduto dal 31 dicembre 2022, riguarda oltre 130.000 addetti, secondo i dati ASSTEL, che lo scorso 31 marzo sono scesi in piazza in uno sciopero che ha raccolto oltre il 70% di adesioni. Un altro segnale inequivocabile per il Governo, che ora, dopo numerosi rinvii, è chiamato a battere un colpo.
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Photo credits: slc-cgil.it
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