Gianluca Guida

È un dirigente penitenziario ed è a capo, da oltre venti anni, dell’Istituto penale per minorenni di Nisida, del Centro Europeo di Studi sulla devianza e sulla criminalità minorile e dal 2021 del Centro Diurno polifunzionale. Si è laureato in Giurisprudenza presso la Federico II e ha poi conseguito un Master universitario in Criminologia, Scienze criminologiche, investigative e politiche della sicurezza. È iscritto all’ordine dei giornalisti pubblicisti ed è abilitato all’esercizio della professione forense innanzi al Tribunale per i Minorenni. Ha collaborato con la Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali ed stato membro del Tavolo di lavoro n. 10 : Mafia e Minori, nell’ambito degli Stati Generali della lotta alla criminalità organizzata promosso dal Ministro Orlando. Ha partecipato quale membro effettivo a comitati, gruppi di lavoro e commissioni che si sono occupati, per il Ministero dell’istruzione, dei programmi speciali per la formazione negli Istituti Penitenziari e per la “riforma della scuola in carcere”. Ha svolto numerose docenze presso il Master in scienze socio-penitenziarie e criminologiche istituito dall’Università “Federico II” di Napoli Master in Mediazione e presso il Master in Criminologia istituiti dall’Università “S.Orsola Benincasa” di Napoli; ha collaborato in maniera continuativa con l’Istituto Centrale di Formazione per i Minori e con la scuola di formazione e aggiornamento del personale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Ha partecipato a numerosi incontri e dibattiti sui temi della devianza e della criminalità organizzata e ha redatto numerosi articoli sui temi del disagio giovanile e sui fenomeni adolescenziali. È di origine calabrese ma ama dire di “sentirsi” un po’ anche napoletano perché è Napoli la città che alimenta il suo spirito.

    Tutti gli articoli


    Reportage

    Carceri, le nuove aziende

    Il lavoro in carcere è un bene prezioso e l’unica speranza di tornare alla vita senza debiti con il passato, se stessi o lo Stato. La possibilità di avere un’occupazione dignitosa per i detenuti, tuttavia, è ancora esigua, nonostante tutti i vantaggi previsti per chi decide di portare l’azienda tra le mura della prigione.