Mentre leggevo la prefazione di Prime, dieci scienziate per l’ambiente (Codice Edizioni, 219 pagine) immaginavo solo donne del Novecento. Le vedevo negli anni Venti, influenzate dalla Belle Époque, ispirate dall’arte che in quegli anni si respirava in ogni angolo. Poi le ho pensate nel dopoguerra a risollevare le sorti di Paesi devastati. Poi le ho immaginate oggi, tra telescopi e microscopi, a cercare un altro mondo in cui farci vivere.
Pensieri sbagliatissimi, e già a pagina 17 mi rendo conto del mio errore.
Del resto siamo stati abituati a pensare che prima del Novecento nessuna donna (tranne forse qualche altisonante regina) potesse entrare a pieno titolo tra le protagoniste della storia. E faccio questa considerazione da donna, da giornalista e da mamma di una figlia femmina.
La stoccata iniziale che ricevo dal libro è proprio questa: la prima delle dieci scienziate è Maria Sibylla Merian, che ha iniziato a dedicare ogni minuto della sua esistenza all’osservazione e alla rappresentazione degli insetti a 13 anni. Era il 1660. Il 1660: potrei scriverlo dieci volte perché questa data mi ha lasciato stupita e impreparata. Maria era privilegiata, perché originaria di una famiglia benestante, ma a quei tempi imparare a ricamare e a leggere la Bibbia anche per le donne benestanti era già un lusso. E il suo straordinario lavoro è avvenuto lontano dagli ambienti accademici, perché le porte dell’università per lei erano sbarrate.
Maria è la prima della lista, e nelle loro note i curatori, oltre a spiegare i fini del libro (il racconto della vita di dieci scienziate ha un grande valore sociale, specie tra le nuove generazioni), ci autorizzano a saltare da un capitolo all’altro, tanto il senso del libro, essendo fatto di storie diverse, non si perde.
Io invece ho deciso di leggere i capitoli in sequenza. Tradizionalista? Può essere. Ma mi piaceva l’idea di partire dal 1600 per arrivare ai giorni nostri, e così facendo sono riuscita a cogliere le difficoltà e le incertezze che le diverse epoche hanno riservato a queste donne.