Mi aiuti a capire chi sono gli idonei del 2020.
Gli idonei sono coloro che, al pari dei vincitori, hanno superato tutte le prove; semplicemente non sono stati assunti a fine concorso perché in quell’anno non c’erano abbastanza posti. Non sono degli usurpatori, per intenderci, e la legge ha stabilito che anche loro nel tempo potevano essere assunti, proprio per evitare che i precari continuassero a fare tutti i concorsi.
Anche perché il fatto che ci siano sempre migliaia di docenti ai concorsi non è un vantaggio per nessuno. I docenti devono presentarsi e riprepararsi tutte le volte e le loro prove vanno corrette, spesso dopo un procedimento di nomina complicata delle commissioni. Insomma, una perdita di tempo per tutti.
Infatti, con la legge si voleva evitare che tutti i docenti dovessero ripetere i concorsi, ma oggi il PNRR impone determinate assunzioni e bisogna farle con nuovi concorsi, con criteri diversi per giudicare i docenti. Ad esempio, il concorso del 2020 prevedeva delle prove scritte, oggi quelle prove sono state sostituite con dei quiz con risposta multipla. È cambiata la metodologia e per le ammissioni in ruolo bisognerà prendere i vincitori dei nuovi concorsi e solo dopo aver esaurito le graduatorie dei docenti dei nuovi concorsi potrai attingere agli idonei 2020.
Quindi rispetto alla legge citata prima il Governo nel giro di pochi mesi ha cambiato le carte in tavola?
Il Governo a giugno 2023 ha garantito con una legge agli idonei del 2020 la possibilità di essere assunti. Oggi, a distanza di pochi mesi, dichiara che l’Europa ci chiede di assumere dai nuovi concorsi e non dalle vecchie graduatorie. E quindi paradosso nel paradosso: gli idonei del 2020 per non perdere la possibilità di essere assunti hanno partecipato anche a questo concorso.
In effetti è proprio la situazione dell’insegnante che mi ha contattato: non aveva nessuna intenzione di ripetere il concorso, ma si è sentito in qualche modo obbligato per non rischiare di perdere il treno. E lui stesso mi ha detto: “Tanto ai concorsi si vedono sempre le stesse facce, ormai ci conosciamo tutti”.
Certo, perché purtroppo è l’unico modo per sperare di essere assunti prima, e infatti anche noi come sindacato abbiamo dovuto consigliare ai nostri iscritti di partecipare anche a questo ultimo concorso. Ma non è la soluzione. Tra l’altro il concorso del 2020 è stato davvero selettivo, prevedeva delle prove scritte e orali e una preselettiva, mentre in quest’ultimo con le risposte multiple tutto è risultato più semplice. E le percentuali di superamento delle prove scritte sono altissime. Tutta gente che poi dovrà fare anche l’orale.
Quindi nessuna prospettiva di cambiamento all’orizzonte?
Di recente è stato presentato un emendamento dall’opposizione che stabilisce che le assunzioni devono avvenire in parità, cioè il 50% degli assunti va preso dai nuovi concorsi e il 50% dalle graduatorie del 2020. Dovremo capire se l’emendamento passerà, ma è già in forte ritardo perché il concorso ormai è partito e l’idoneo ha già partecipato.
Oggi i precari sono 250.000. Lei mi sta dicendo che il personale idoneo in realtà c’è, solo che non viene assunto.
Il personale idoneo c’è ed è quello che fa funzionare la scuola da settembre a giugno, ma rimangono supplenti e precari. Vengono assunti tutti gli anni e poi licenziati il 30 giugno, e a luglio e agosto devono richiedere la disoccupazione. In UIL abbiamo fatto uno studio che dimostra che basterebbe un investimento di 780 euro a precario per stabilizzarli tutti.
780 euro per una stabilizzazione non sembra una cifra eccessiva.
Non è affatto eccessiva, ma ci vorrebbe una volontà politica che non c’è. Tanto al ministero sanno che i precari hanno bisogno di lavorare e preferiscono assegnare loro l’ennesima supplenza, tanto pur di non rimanere senza lavoro (o per paura di essere in futuro esclusi dall’algoritmo) la accetteranno comunque.
Tra l’altro, ormai è banale dirlo, il continuo ricambio di supplenti non fa bene neanche agli alunni, che avrebbero bisogno della continuità didattica. Ma il ministero sembra ignorare anche questo.
Qualcuno mi deve spiegare perché, se io ho un posto vuoto al 30 giugno che è sempre lo stesso nel 2021, nel 2022, nel 2023, il 31 agosto continuo a nominare personale supplente invece di stabilizzare quel posto. Se il posto rimane lo stesso per tre anni, vuol dire che alla scuola serve, quindi perché non mi decido a stabilizzarlo? Soprattutto sul sostegno ci sono docenti che ogni anno cambiano scuola, e lì il paradosso è ancora più grande, perché un bambino che necessita del sostegno ha un grande bisogno di continuità e di avere dei punti di riferimento.
Per concludere, non abbiamo bisogno di emendamenti per rimediare alle incoerenze. La nostra scuola ha bisogno di un disegno strutturato nel tempo, che dia onore al merito e stabilizzi quegli insegnanti che hanno fatto tanti e diversi concorsi, risultando preparati. E idonei.
L’articolo che hai appena letto è finito, ma l’attività della redazione SenzaFiltro continua. Abbiamo scelto che i nostri contenuti siano sempre disponibili e gratuiti, perché mai come adesso c’è bisogno che la cultura del lavoro abbia un canale di informazione aperto, accessibile, libero.
Non cerchiamo abbonati da trattare meglio di altri, né lettori che la pensino come noi. Cerchiamo persone col nostro stesso bisogno di capire che Italia siamo quando parliamo di lavoro.
Sottoscrivi SenzaFiltro
Photo credits: 24orenews.it