Il movimento francesce Nuit Debout continua a stupire

Lanciato la sera del 31 marzo, nella piazza più simbolica di Parigi, intorno ad una folla radunata da organizzazioni sindacali e organizzazioni di studenti universitari e di liceali per chiedere al governo di ritirare il progetto di legge di riforma del diritto del lavoro, il movimento spontaneo Nuit debout è il primo esperimento di una […]

Lanciato la sera del 31 marzo, nella piazza più simbolica di Parigi, intorno ad una folla radunata da organizzazioni sindacali e organizzazioni di studenti universitari e di liceali per chiedere al governo di ritirare il progetto di legge di riforma del diritto del lavoro, il movimento spontaneo Nuit debout è il primo esperimento di una nuova e diversa forma di movimento politico.
Da allora, molte decine di centinaia di persone si riuniscono in piazza della Repubblica, a Parigi, dove discutono e si confrontano su temi più ampi che superano le questioni iniziali relative al progetto di legge di riforma del diritto del lavoro.

Cambiare il mondo intorno a sé oppure superare “le clivage “droite-gauche“” per riformare il Paese sono i principali temi di discussione e confronto.
L’idea del movimento è quella di ricreare un’agorà all’interno dello spazio pubblico. In questo spazio urbano che è una piazza, si reinventa la democrazia diretta con la festa e la fantasia liberata. Numerosi sono i laboratori di idee e di scambio di saperi nati dalla piazza: «Jardin debout», «Sciences debout», «Dessin debout», e da ultimo anche concerti gratuiti organizzati dall’ “Orchestra Debout”. Si discute molto in piazza e in streaming, con una platea di follower che conta almeno 100mila persone.

Il desiderio e la spinta del movimento è quella di fare politica in modo diverso.
Difronte alla insoddisfazione rispetto alle attuali evoluzioni della società e alle riforme proposte dal governo, la risposta dei cittadini francesi è un ras-le-bol général ed un volersi riappropriare di uno spazio comune che è quello della politica. Di più: risponde ad una necessità dei giovani che fanno fatica a riconoscersi nella tradizionale impostazione politica dei partiti di destra o di sinistra.

Cavalca l’onda della nascita di movimenti che siano “né di destra né di sinistra” il ministro francese dell’economia Emmanuel Macron che ha annunciato il lancio del suo movimento “En Marche”. Emmanuel Macron incarna le virage “social-liberale” del governo socialista di Francois Hollande ed è ad oggi l’unico uomo politico ad avere un approccio trasversale. Accolto dal presidente Francois Hollande con pacati toni positivi in riferimento all’apertura al dialogo con i cittadini, è stato criticato duramente dal primo ministro Manuel Valls il quale ha affermato in una recente intervista che si tratta di un’iniziativa “assurda”.

Punto ambiguo di movimenti di matrice governativa è la ricerca di un allargamento della platea degli elettori, che si sono nel frattempo allontanati dalla politica, senza cambiare però il baricentro del partito che sia schierato da un lato o dall’altro. Nei sondaggi, la crisi dei partiti politici tradizionali si traduce in una progressiva e costante astensione del voto (50% nel primo turno del regionale a dicembre) ed in una crescita dei voti verso l’estrema destra del Front National (28% nello stesso sondaggio).

Le critiche più forti vengono dalla destra del partito repubblicano e accusano il movimento Nuit Debout di calpestare lo stato di diritto. Nell’intervista rilasciata da suo passa parola, Guillaume Larrivé, si legge la durissima accusa del partito Repubblicano: “lo stato di diritto non è un argomento di una conferenza universitaria, non è uno slogan, ma sono l’insieme di strumenti di politica messi in atto ogni giorno ed ogni notte, e adesso lo stato di diritto (francese) è calpestato da minoranze attive”.

Durante questi due mesi, più di 400 agenti di polizia sono rimasti feriti negli scontri con i manifestanti, numerosi sono stati gli infortuni, gli atti di vandalismo, i danni alla città di Parigi. Gli oppositori al movimento hanno chiesto al Sindaco, in nome della sicurezza e tranquillità dei cittadini residenti nonché a tutela dell’immagine di Parigi per gli investitori stranieri e i turisti, di agire ricorrendo in giustizia contro il movimento.

Dopo questi scontri e violenze, il movimento sembrava aver perso di popolarità. Da un‘indagine del quotidiano Le Parisien, apparsa in data 15 maggio 2016, il movimento sarebbe percepito dai francesi come utopico, rivoluzionario e politicizzato, ma anche un fenomeno “parigino“. Sei francesi su dieci giudicherebbero che il movimento «représente pas bien le peuple» e non credono che Nuit Debout potrebbe trasformarsi in un movimento politico nazionale, come Podemos in Spagna. I fatti di violenza accaduti ai margini delle proteste spiegherebbero in gran parte questo calo di popolarità.

Il movimento francesce Nuit Debout continua a stupire

Nuit Debout continua a stupire. Nuit Debout non è solo il movimento di protesta ma è diventato anche musica. Sono 350 i musicisti infatti che dialogano attraverso una piattaforma in rete, dove vengono scelti i brani che saranno eseguiti dai musicisti dell’Orchestra Debout ogni domenica e che devono essere coerenti con il momentum e l’occasione di una rivendicazione sociale. Il movimento Nuit Debout chiede, anche attraverso la musica, che la giustizia e la cultura siano alla base della società francese. Non solo con scioperi e manifestazioni, il movimento «deve farsi sentire anche in musica» dicono i manifestanti.

Le regole fondamentali della convivenza, quelle che tengono insieme la vita della comunità nazionale, si fanno e si decidono tutti assieme. Così i francesi richiamano l’attenzione del governo su una decisione governativa considerata delicata, perché percepita come una modifica sostanziale dei livelli di benessere della società. È senza dubbio difficile restare impassibili difronte alla forza e alla vitalità dei francesi in occasione delle rivendicazioni espresse in questi mesi per proteggere quello che è considerato il valore più importante della società: il benessere di tutti i suoi cittadini.

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