Al ministro diamo una notizia che forse gli è sfuggita: i tassi di natalità si stanno abbassando in modo drastico anche tra le famiglie di immigrati.
Come ci ha spiegato Carlo Blangiardo, ex presidente dell’ISTAT, gli immigrati sono passati dagli 80.000 nati nel 2012 a 54.000 nel 2022. Un calo comprensibile: quando parlo dei dati sulla natalità tra gli immigrati, a Mimmo, un uomo di origine egiziana naturalizzato in Italia che lavora in un albergo vicino casa mia, lui non si meraviglia affatto.
“Vuoi avere la mia opinione? Gli immigrati, come gli italiani, faranno sempre meno figli. La crisi economica, la disoccupazione, l’inflazione, sono tutti carichi da novanta che pesano soprattutto su chi non ha un reddito decente. Come fai a fare figli con il costo della vita in una città come Milano? Questo vale sia per gli italiani poveri che per gli immigrati.”
La preoccupazione del Governo, dunque, non dovrebbe essere la sostituzione etnica, che ha come unico risultato di impaurire l’opinione pubblica e il ventre molle del Paese, ma il fatto che neanche l’immigrazione può risolvere del tutto il problema della bassa natalità. Se in Francia avessero paura della sostituzione etnica sarebbero stati al disastro, visto che il numero di naturalizzati francesi provenienti in gran parte dall’Algeria (ex colonia francese) è altissimo. In realtà in quel caso è stato scelto un modello di integrazione attraverso la naturalizzazione che ha dato risultati in termini di natalità, anche grazie a politiche specifiche per la famiglia.