Editoriale 59. La prima volta

C’era una volta il mestiere più antico del mondo finché non arrivarono le app, come a dire che una volta si batteva un marciapiede e oggi, ben più comode, un display. Solo perché utile al discorso, prendo per vera la notizia firmata The Sun e ieri ribattuta anche dall’Ansa. Nicole è il nome fittizio usato dalla […]

C’era una volta il mestiere più antico del mondo finché non arrivarono le app, come a dire che una volta si batteva un marciapiede e oggi, ben più comode, un display.

Solo perché utile al discorso, prendo per vera la notizia firmata The Sun e ieri ribattuta anche dall’Ansa. Nicole è il nome fittizio usato dalla diciottenne italiana che ha scelto un esclusivo sito britannico di escort più app per mettere all’asta la sua verginità. Il sogno è studiare Business&Economics a Cambridge ma servono soldi, e tanti. Non è la prima, non sarà l’ultima, in mezzo ce ne sono state altre.

”Ho deciso che la mia verginità era preziosa quando avevo 16 anni. Volevo una buona istruzione e quindi ho cominciato a guardare il web in cerca di modi per finanziare i miei studi. Ho trovato una serie di pubblicità di aste, scoprendo che c’erano ragazze che si erano vendute per 3,5 milioni di euro, quindi ho deciso che avrei fatto lo stesso a 18 anni. Spero di prendere il più possibile per finanziare i miei studi, aiutare mia sorella e la mia famiglia e comprare una casa ai miei genitori”.

Credo non interessi così tanto a nessuno che Nicole esista o meno o che il sito UK abbia messo in campo una astuta operazione di marketing; interessa il tema della “prima volta” e se sia il caso di metterci sopra un valore. E fin qui si parla di vita privata.

Ma sul lavoro, uomini e donne, fino a quando siamo vergini?

Per pura inerzia mentale pensiamo sia il primo rapporto di lavoro a segnarci con un prima e un dopo e nessuno mette in dubbio che in parte sia anche vero ma lo è solo su un piano psicologico e personale.

Ogni prima volta è un passaggio soggettivo che tra pubblico e privato cambia completamente segno, averne coscienza aiuta parecchio. Quasi che in alcune circostanze, in apparenza simili, il valore che credevamo fosse uguale cambia del tutto forma, fino a deformarsi e poi sfumare.

Con una metafora aziendale, di questi tempi Nicole sarebbe considerata una junior senza esperienza, da pagare onestamente ma senza strafare. L’inesperienza conta. Sempre di questi tempi, le aziende cercano esperienza nei collaboratori da assumere ma la vogliono pagare poco. In mezzo a questa schizofrenia il mondo del lavoro annaspa e non si fa credibile, appare illogico e confuso.

L’inesperta verginità viene messa in vendita nella vita privata come merce rara, è un parallelo metaforico, sia chiaro; messa all’asta al miglior offerente in cerca di primizie da accettare liberamente con un click. In teoria anche qualsiasi candidato che si sentisse speciale potrebbe mettersi all’asta del contratto più alto o dell’azienda più quotata: un conto però è sentirsi speciali e un conto è esserlo.

Un conto è rimettersi al giudizio di se stessi, un conto è farsi valutare da qualcuno.

Sulla percezione si spaccano le pubblicità, gli amori, i colleghi, vite intere. La percezione è uno dei fari più ingannevoli da seguire. Ancora una volta deleghiamo allora alla misura, al conto, alla valutazione oggettiva che taglia la testa al toro consapevoli però che coi numeri ogni prima volta rischia di avere il numero uno sulla pettorina alla faccia di tutte le altre.

Il telescopio spaziale Kepler Space Telescope della Nasa ha da poco indagato per la prima volta l’interno di KIC08626021. In numeri non ci dice niente ma a lettere si tratta di una nana bianca, stella di dimensioni ridotte e non particolarmente luminosa, grande più o meno come la Terra e con un volume simile a quello del Sole. Su quei dati ci sta lavorando l’Università di Montreal dove dichiarano di essere riusciti a mapparne l’interno con una precisione mai raggiunta finora. Lo studio è capeggiato da Noemi Giammichele che sulle riviste di settore spiega come ne abbiano diviso la struttura in sezioni trasversali per poterne studiare tutta la composizione. Dentro la stella c’è ossigeno per l’86% e il suo nucleo è ancora allo stato gassoso ma la rivoluzione non sta certo qui. Cercando di semplificare la ricerca, è come se avessero analizzato le pulsazioni di questo genere di stella, fino ai processi legati alla composizione del cuore. La tecnica all’avanguardia si chiama astrosismologia e decifra tutte le pulsazioni evidenziate da una variazione di luminosità. Per la prima volta, insomma, è stato riprodotto il battito del cuore di una stella.

Siamo circondati da “prime volte nel mondo” su cui veniamo ogni giorno informati e puntualmente le consideriamo dello stesso peso, tutte alla pari, se non toccano davvero un pezzo della nostra vita, il che non succede quasi mai. Ma queste sembrano più sfide che prime volte, le prime volte sanno di altro, stanno su un piano più interiore e per fortuna non hanno metri di misura. Ognuno ha le sue.

Siamo talmente circondati di prime volte degli altri che rischiamo di non fare più caso alle nostre.

Saremmo ipocriti se giudicassimo Nicole per la sua scelta; al lavoro mettiamo in vendita più spesso di quanto crediamo la nostra verginità di pensiero e quell’integrità personale attraverso cui barattiamo di tutto. Chi è ancora vergine al lavoro scagli la prima asta.

Che poi la verginità fisica si ricostruisce ormai da anni, basta avere i pensieri sbagliati e i soldi giusti. Quegli stessi soldi che si possono guadagnare mettendo online la propria verginità e avanti così all’infinito, come nell’irrisolto chi controlla i controllori. È quella morale che fatica di più a tornare come prima.

C’è poco da controllare sulla verginità, o ti fidi o avanti il prossimo.

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