Guide turistiche in pandemia: bassa stagione, bassissima

Come stanno lavorando archeologi e guide nell’apri e chiudi dettato dall’emergenza sanitaria? Francesca Duimich, Federagit-Roma e Lazio: “Dobbiamo sopravvivere due anni senza lavoro”.

Le guide turistiche sono tra le categorie professionali più danneggiate dalla pandemia, penalizzate da poco sostegno economico e dalla difficoltà o impossibilità di svolgere la professione “a distanza”.

Chi vive a Roma non ha potuto fare a meno di notare da ormai un anno il vuoto soprattutto nelle cosiddette zoneturistiche”. Per tanti residenti la Città Eterna è più calma e vivibile; non tutti però sono dello stesso avviso. La pandemia si è vista anche e soprattutto nella Capitale, meta privilegiata a livello mondiale. Secondo l’Istat, nei primi nove mesi del 2020 si è registrato in tutta Italia un calo della presenza di turisti dall’estero del 68% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando a meno 73% nelle grandi città.

“Noi lavoriamo soprattutto con i gruppi di turisti internazionali che non torneranno tanto presto, di certo non nel 2021. Non vedremo i gruppi di giapponesi, coreani, cinesi, americani, australiani e russi con cui molti di noi lavoravamo. Dovremo quindi affrontare due anni senza lavoro. Le guide mantenevano le loro famiglie. La situazione per molti è drammatica”.

2020/2021, il biennio nero del turismo

A parlare è Francesca Duimich, presidente di Federagit-Roma e Lazio, Federazione di Guide e Accompagnatori Turistici, una delle categorie che fa parte della Confesercenti, con sedi e iscritti in quasi tutte le regioni d’Italia. Le guide abilitate in Italia sono 25.000, così come gli accompagnatori, ossia chi si occupa di gestire tutti gli aspetti più pratici e burocratici legati alle attività turistiche.

“I nostri iscritti sono laureati, molti con dei curricula post lauream, dottorati, specializzazioni. Le guide parlano bene una o più lingue straniere. La nostra professionalità è stata acquisita con lunghi anni di studio e di esperienza sul campo”, continua la Duimich.

Il quadro tracciato non è confortante e lo si intuisce subito: “Nel turismo c’è la bassa stagione, da novembre a febbraio, in cui non si lavora. Gli ultimi lavori seri li abbiamo fatti a ottobre 2019. Nel 2020-2021, nei periodi in cui i musei e siti archeologici sono stati aperti, un po’ di lavoro per le guide ha ripreso con i residenti, ma forse si tratta dell’1 % di quello che c’era fino al 2019. L’apertura dal lunedì al venerdì non produce lavoro”.

Le assenze di turisti stranieri non sono state minimamente compensate dal turismo “nazionale”, laddove possibile, mettendo in seria difficoltà chi vive di questo lavoro. “Qualche guida sta proponendo visite virtuali online, ma non sono un’alternativa che fa vivere le migliaia di persone che vivevano di questo lavoro. In più non è facile riciclarsi e non è facile per noi accettare l’idea che la nostra qualificazione professionale, acquisita con molto impegno, ora non sia utilizzabile. Aspettiamo quindi il momento per riprendere a lavorare, quando si potrà ricominciare a viaggiare nel mondo. Solo per conoscere bene il patrimonio culturale di Roma e del Vaticano non basta una vita intera. Nel frattempo cogliamo l’occasione per migliorare la nostra formazione”, continua.

I pochi sostegni economici e l’esigenza di nuove leggi per le guide turistiche

L’impossibilità a svolgere il proprio lavoro non è stata adeguatamente compensata dalle misure economiche stanziate dai governi che si sono succeduti:

I contributi sono stati distribuiti in maniera molto diseguale. Con il cambiamento del governo abbiamo visto interrotte le trattative per recuperare gli esclusi. Le guide e gli accompagnatori che lavorano con il regime della prestazione occasionale, che la legge consente, ad esempio non hanno ricevuto neanche un euro. Sono stati confusi con gli stagionali del turismo, ma non rientrano in quella casistica.”

“L’ultimo Decreto Sostegno a noi lavoratori autonomi riconoscerà il contributo minimo di mille euro. A coloro che hanno lavorato molto nel 2019 qualcosa in più. Ma dobbiamo sopravvivere per due anni. Nel frattempo abbiamo dovuto pagare le tasse e i contributi INPS. Le guide che versano l’INPS nella Gestione Commercianti pagano un fisso di circa 4.000 euro l’anno di contributi INPS, anche se gli introiti sono zero. I bonus ricevuti sono stati restituiti allo Stato. Nella Legge di Bilancio era prevista una restituzione parziale dei contributi INPS. Stiamo aspettando i decreti attuativi, ma occorre che il periodo contributivo non vada perso. Il comparto del turismo, da tutti riconosciuto come il più colpito, ha bisogno di sostegni e di essere accompagnato fino alla ripresa”.

Il problema, però, è precedente alla pandemia. Secondo la Duimich è necessario rimettere ordine da un punto di vista legislativo: “La pandemia è arrivata quando la categoria era già provata da anni di caos legislativo. Ci auguriamo che il ministro Garavaglia impegni urgentemente la sua attenzione all’approvazione della legge sulla professione di guida. Sono stati depositati alcuni disegni di legge in Parlamento. Una cosa importante, poi, è che nel decidere le misure anti-COVID-19 si distinguano i musei dai siti archeologici e dai giardini storici. Nei siti all’aperto il distanziamento è praticabile, l’aria circola e dovrebbe essere possibile tenerli aperti anche durante il fine settimana”. 

Archeologi durante la pandemia, come lavorano?

Massimo Brando e Valentina Pica sono due archeologi liberi professionisti collaboratori, entrambi a partita Iva, di importanti realtà italiane e straniere. Massimo è specialista in ceramica romana e fondatore di una delle più corpose e longeve community a tema archeologico del web (ben 12 anni): il gruppo Facebook “Ceramica in Archeologia/Pottery in Archaeology”, di cui Valentina è anche amministratrice.

Sette anni fa hanno deciso di dare vita a un’attività di divulgazione del patrimonio storico e archeologico di Roma, inizialmente rivolgendosi a gruppi di conoscenti, con un semplice scambio di mail, poi aprendo un sito web e una pagina Facebook con il nome di ArcheoGuide.

“Valentina è guida turistica autorizzata e io la affianco con consulenze, mentre insieme strutturiamo i programmi delle nostre iniziative. Fin da subito abbiamo preso la decisione di rimanere fuori dal circuito turistico più normale e internazionale, la cui offerta a Roma era già ricchissima, per dare un taglio più approfondito e specialistico, volendo di nicchia. Ci rivolgiamo quindi soprattutto a persone residenti a Roma e in lingua italiana, anche se non mancano le richieste di chi viene fuori Roma, a volte anche stranieri”, spiega Massimo.

Il lavoro prima e dopo il COVID-19: la fame di bellezza non si placa col digitale

“Prima della pandemia la nostra vita era simili a quella di tutti. Ci si dedicava al lavoro e poi alle attività che fanno bene allo spirito, che sono il motivo per cui si lavora, credo. Questo oggi ci è precluso. Fortunatamente abbiamo potuto lavorare per scrivere qualche contributo scientifico, alcuni dei quali pubblicati e altri in corso di stampa, pur nella pratica impossibilità di accedere alle biblioteche scientifiche.”

“Dal punto di vista dell’attività archeologica i primi mesi della pandemia sono stati davvero drammatici, perché non solo si sono fermati quasi tutti i lavori di cantieri urbani, che sono quelli che ci consentono di avere continuità lavorativa, ma sono saltati tutti i progetti portati avanti con le università straniere. Poi, seppur lentamente, un po’ di lavoro è ripreso”, raccontano Massimo e Valentina.

Le prospettive di breve e medio termine non sono però rosee: “È davvero dura. Di fatto il prolungamento della zona arancione nel Lazio fino alla fine di aprile ci preclude nuovamente la visita a musei e siti archeologici. Ad esempio salteranno le due visite a posti limitati al Mausoleo di Augusto che avevamo in calendario per aprile e per le quali avevamo avuto adesioni entusiastiche, a dispetto del limitato numero di partecipanti previsti”.

“Il continuo cambio di colori, poi, di fatto non permette di fare programmi mensili come eravamo abituati, costringendoci a programmazioni settimanali. Negli ultimi mesi chi si è rivolto a noi aveva talmente voglia di fare e di respirare il bello e la cultura che siamo stati costretti più volte a limitare il numero di partecipanti e a lasciare fuori parecchie persone, perché abbiamo sempre dato la precedenza alla sicurezza. Ma io sto parlando della nostra attività, che è nata con la volontà di rimanere piccola, di nicchia e collaterale alla nostra attività professionale. Per le guide che fanno questo come lavoro principale con un pubblico più ampio e diverso dal nostro è un periodo difficilissimo.”

Se molti lavori in presenza hanno tenuto botta attraverso la modalità di svolgimento del lavoro “a distanza”, per il turismo non sempre è fattibile, non solo per ragioni oggettive. Non sempre la condivisione di cultura, storie millenarie e arte può essere altrettanto efficace dallo schermo di un pc: “Ci abbiamo provato, ma chi ci segue per cultura, attitudine e fascia di età vuole il rapporto dal vivo. E noi siamo d’accordo, cominciamo a essere insofferenti alla retorica del virtuale”, concludono Massimo e Valentina.

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