Enzo Carrone

Fin da quando era ragazzo (non chiedetegli il perché), Enzo immaginava di costruire acceleratori di particelle per la fisica nucleare. Quella dell’elettronica era una passione; e, come tutte le passioni che si rispettino, lo avrebbe portato a fare scelte non esattamente pianificate e, da ultimo, lo avrebbe strappato alla Puglia e all’Italia. Infatti, oggi Enzo e’ negli Stati Uniti, dove lavora in un laboratorio di ricerca, lo SLAC National Accelerator Laboratory, operato dall’Universita’ di Stanford, nel cuore della Silicon Valley. Ci è arrivato dal Politecnico di Bari, laureandosi in ingegneria elettrica con una tesi al CERN di Ginevra, dove progetta il sistema di controllo di un rivelatore dell’esperimento ALICE del Large Hadron Collider (LHC). Al CERN, Enzo trascorrerà notti intere in una affollata sala di controllo, guardando schermi e pannelli pieni di luci e cavi, dietro uno spesso muro di cemento per proteggersi dale radiazioni di un fascio di protoni, a raccogliere dati. Vi resterà per un dottorato in fisica e una fellowship in ingegneria, lavorando al sistema di controllo di CMS, l’esperimento che, assieme ad ATLAS, ha permesso la scoperta del bosone di Higgs nel 2012. Quando, nel 2005, Enzo incontra Davide Malacalza, un brillante e visionario imprenditore che comprende benissimo le dinamiche della ricerca di base e le istanze dell’impresa, si trasferisce a Genova alla ASG Superconductors dove sarà, nell’ordine: direttore di produzione dei magneti di LHC; direttore di progetto per il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) di Pavia, uno dei pochi centri al mondo (e l’unico in Italia) per la cura del cancro con fasci di protoni e ioni carbonio; e business development manager per una risonanza magnetica ad architettura aperta, di progettazione e realizzazione tutta italiana. Poi, una email dalla California, 10 anni fa, lo chiama a Stanford, dove è assunto per dirigere la divisione di strumentazione e controlli automatici, responsabile della costruzione e dell’operatività del Linac Coherent Light Source (LCLS), il laser a raggi X più potente del mondo, basato su un acceleratore lineare lungo 3 km, su Sand Hill Road (proprio di fronte agli uffici dei capitalisti di ventura). Enzo si rimette a studiare, e si laurea in un programma di imprenditorialità e innovazione alla Graduate School of Business (per poi diventarne membro di commissione). I due temi della ricerca e dell’impresa continuano a coesistere, e non c’è ambiente più stimolante della Silicon Valley per vedere idee e imprese in movimento. Enzo è anche advisor e mentore per gli studenti di Stanford (un piccolo numero ogni anno), e questo gli permette di vedere da vicino cosa pensano le nuove generazioni. Oggi è vice Chief Information Officer, e dirige la Divisione di Software Engineering, Platforms and Infrastructure: guida tutta l’informatica del laboratorio (che impiega 2000 persone, e ospita circa 3000 utenti ogni anno) con uno staff di 45 persone e un budget di 12 milioni di dollari.

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Le aziende della Silicon Valley e l’Università di Stanford sono due realtà quasi consustanziali: l’una non esisterebbe senza l’altra, e definiscono reciprocamente le loro storie. È stato sempre così, anche quando (fino agli anni Settanta) quest’area si chiamava “Valley of the Heart’s Delight”, e l’industria principale era quella dell’ortofrutticolo; piccoli campi di albicocche si possono […]