
Un focus sul mestiere di educatore socio-sanitario attraverso un’intervista a una professionista del settore, dal rapporto con i pazienti (giovani e anziani) alla confusione sulla loro figura, passando per la posizione ambigua delle cooperative
Un focus sul mestiere di educatore socio-sanitario attraverso un’intervista a una professionista del settore, dal rapporto con i pazienti (giovani e anziani) alla confusione sulla loro figura, passando per la posizione ambigua delle cooperative
Tempi cupi per Diversità, Equità e Inclusione, per effetto delle pressioni di governi e aziende internazionali. Ma che cosa rischia di perdersi insieme ai programmi DEI, e come vivono il lavoro i componenti della comunità LGBTQIA+, in Italia? Le testimonianze di attivisti, formatori e associazioni
In Italia l’occupazione cresce, ma il vero divario resta nell’alto numero di donne inattive (7,8 milioni contro 4,4 milioni di uomini), perlopiù casalinghe, secondo l’ISTAT. Le soluzioni proposte finora, come la formazione accelerata, sono irrealistiche: serve una strategia graduale, concreta. E salari più alti
Intervistiamo Antonietta Trovò, responsabile Formazione Professionale FLC CGIL Veneto: “Lavoriamo per un rinnovo sostenibile e dignitoso del contratto dei docenti formatori: oggi fanno più ore della scuola pubblica, con retribuzioni più basse”
Di professione bambini, o adolescenti, o giovani adulti. E, allo stesso tempo, lavoratori, nonostante non abbiano compiuto la maggiore età. Quella del lavoro minorile è una piaga con pesanti effetti psicologici e sociali, ed è più vicina di quanto si pensi: non esiste solo nel Terzo mondo, ma anche in Italia, dove coinvolge 336.000 minori. […]
Delle segretarie o delle assistenti di direzione conosciamo solo i nomi, le voci al telefono o il loro stile nel rispondere via mail per filtrare richieste e urgenze. I volti quasi mai. Senza Filtro è andato a scavare dentro la professione e, a quanto pare, “Le segretarie non chiedono”. Un reportage costruito con Secretary.it, la community […]
La parola da usare è inclusione, con tutti i paradossi che si porta dietro: in Italia si include ancora poco, si include ancora male, si fa ancora troppo marketing di facciata. Per fortuna, però, ci sono buone strade già aperte dalla politica migliore e dal management più maturo: ripartiamo da lì.
Il lavoro in carcere è un bene prezioso e l’unica speranza di tornare alla vita senza debiti con il passato, se stessi o lo Stato. La possibilità di avere un’occupazione dignitosa per i detenuti, tuttavia, è ancora esigua, nonostante tutti i vantaggi previsti per chi decide di portare l’azienda tra le mura della prigione.