L’academy per camionisti, due anni dopo: marketing o vera formazione?

A due anni dall’apertura, che esito ha avuto l’esperienza del corso di formazione per trasportatori di Cab Log? Lo chiediamo a Marina Contessi, Group HR Director dell’azienda

10.06.2025
Academy per camionisti: un mezzo guidato da un autista di Cab Log su strada

Guardo l’agenda e mi accorgo di essere in ritardo di un anno. Mi sono completamente perso un appuntamento con Cab Log, azienda di logistica veneziana, fissato per giugno 2024. Obiettivo della visita? Verificare la veridicità e la concretezza di quanto raccontato a SenzaFiltro ormai due anni fa.

L’argomento è importante, perché abbraccia il grande capitolo degli investimenti aziendali, nel paragrafo dedicato all’attrattività di disoccupati da riqualificare. Nello specifico l’idea di Cab Log era di proporre un’Academy per camionisti: formarne almeno 20 per assumerne addirittura 18, attraverso un processo strutturato e mirato all’eventuale assunzione. Cioè partendo dalla sorveglianza sanitaria, arrivando all’affiancamento con docenti interni, per concludere con l’effettivo inserimento. Un dispendio di energie non indifferente, al netto di bandi o fondi finanziati specifici per queste iniziative.

Cab Log, 200 ore di formazione per trasportatori. E la patente la paga l’azienda

Decido quindi di recuperare bloc note, penna e, con tutta la diffidenza e lo scetticismo possibile, il 27 maggio mi presento alla loro porta nella sede di Oppeano, comune della provincia veronese. Al mio arrivo mi accoglie la prima sorpresa: da gennaio 2024 è sbarcata in azienda Marina Contessi, nuova Group HR Director.

“Non nego che, durante il primo periodo all’interno di Cab Log, il progetto Academy è stato un chiodo fisso, considerato che ancora non era partito e che si sarebbe dovuto concludere di lì a pochi mesi. Niente da imputare a chi mi ha preceduto, lo sottolineo, perché il ritardo è legato all’avviso di Fondimpresa, che ci ha permesso di partire solo a inizio 2024.”

Da quel momento una strada tutta in discesa? “Macché. Gestire un progetto senza passaggio di consegne, e di conseguenza senza un programma definito, è tutt’altro che una passeggiata di salute. A questo aggiungi che non conoscevo l’azienda, aspetto non banale se si devono scegliere interlocutori e docenti interni da coinvolgere per strutturare l’aula. Ai problemi interni si sommano poi le difficoltà di selezione: immagina un percorso formativo lungo, costruito per una platea che ha bisogno di lavorare”.

Ammesso di riuscire a coinvolgere le persone, bisogna poi convincerle a concludere il percorso. “Ti anticipo, a tal proposito, che ne abbiamo persi due, restando con dieci partecipanti e correndo il rischio di vanificare il finanziamento. Di certo una delle criticità più importanti”.

Ne deduco, quindi, che il progetto è andato a buon fine, anche se, rispetto alle venti persone iniziali, l’aula è partita con dodici aspiranti autisti. Marina conferma e mi racconta di aver suddiviso il gruppo in due aule da sei partecipanti e di aver erogato 200 ore di formazione, tra docenti interni ed esterni, su temi trasversali come i processi aziendali o le competenze tecniche necessarie al ruolo (mi cita esempi diversissimi tra loro, dal cronotachigrafo alla postura, fino alla gestione delle relazioni).

200 ore sono cinque settimane piene di formazione d’aula. Non poche, se si pensa che a queste si sono aggiunte altre 180 ore per il conseguimento delle patenti C, CQC ed E, vero piatto forte della questione e probabile origine dello spirito di resilienza dei partecipanti.

Già, i partecipanti. Chi erano?

“Con il supporto di un’agenzia per il lavoro siamo riusciti a intercettare i fortunati, che per statistica suddivido – tra quelli rimasti a bordo fino al termine – in quattro italiani e sei stranieri. Formalmente nessun giovane, tutti di età tra i 40 e i 50 anni. E no, nessuna donna, se escludiamo un’unica candidata rimasta fuori perché non ha passato l’abilitazione.”

Dal punto di vista sociologico nessuna sorpresa, una classe ordinaria per l’obiettivo prefissato. Peccato, una maggiore diversificazione sarebbe stata senz’altro una notizia. Notizia buona è invece il gettone di presenza, fissato a 500 euro mensili per la partecipazione. Non una strada lastricata d’oro ma tutt’altra musica rispetto al Supporto Formazione Lavoro dedicato agli “occupabili” orfani dell’assegno di inclusione. Se a questo aggiungiamo la possibilità di conseguire una patente importante e costosa, il gioco inizia a valere la candela.

I risultati dell’academy

Insomma, a conti fatti, com’è andata?

“Il bilancio, ripensando a dove siamo partiti, è positivo, con alcuni aspetti in chiaroscuro. Il conseguimento della patente, per dirne una, è stato un percorso accidentato a causa delle lungaggini della Motorizzazione. Questo ci ha portato ad assumere candidati senza patente, con un costo ulteriore di svariati mesi, dove i neoassunti sono rimasti in affiancamento passivo agli autisti senior. Ma la cosa peggiore si è verificata pochi mesi dopo il conseguimento della patente, quando finalmente i colleghi potevano iniziare la loro avventura. Ebbene, in due hanno deciso di lasciare durante il periodo di prova.”

Il caro prezzo che alcune imprese virtuose pagano. Costruire, investire, programmare. E perdere risorse nella battaglia dei profili difficili da scovare. Perderle per motivi economici, e per concorrenza non propriamente leale, ma legittima. In sintesi: mi formo, nel caso di specie mi garantisco la patente, e poi il mercato fa la sua parte. Affronto con Marina anche le possibili contromisure: non mi convince l’idea di proporre un patto di stabilità, seppur limitato nel tempo, però in questo caso è difficile pensare ad alternative concrete per trattenere.

“Il risultato comunque mi conforta. Dei dieci rimasti in aula, detto dell’unica presenza femminile, una persona è tornata nel proprio Paese, due ci hanno abbandonato durante periodo di prova, ma ben sei sono felicemente autisti di Cab Log. E noi siamo fieri di loro.”

Dall’academy per camionisti a quella per impiegati del trasporto

Un risultato non banale, in un settore ormai da anni in costante difficoltà per numero di risorse a disposizione. Leggendo Collettiva, scopro che la CGIA di Mestre, nel 2024, ha denunciato la mancanza di 20.000 conducenti di mezzi pesanti per soddisfare il fabbisogno del settore. Problema che riguarda non solo l’Italia, ma tutta Europa. Le cause le ho condivise con Contessi durante la nostra chiacchierata: condizioni particolari di lavoro, trasferte continue lontano da casa, orari notturni e gli stessi costi per acquisire la patente sono i motivi che rendono poco appetibile la mansione.

Il tema non è solo retributivo, e ne trovo conferma negli stessi numeri, riportati anche due anni fa dall’analisi dell’ISPI, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, che evidenziava come in Europa mancassero 400.000 camionisti, che in Italia si traduceva una forbice tra i 17.000 e i 20.000. Le cifre, in buona sostanza, non sono cambiate. Ben venga, quindi, l’iniziativa di Cab Log, seppur con i dovuti distinguo e con sei mesi di ritardo rispetto a quanto dichiarato.

Non mi rimane che chiedere a Marina se, conclusa questa fatica, ci siano altri progetti in cantiere. “In realtà a gennaio del 2025 ci siamo organizzati per iniziare un’altra avventura d’aula, questa volta provando a formare figure impiegatizie per l’area trasporto. Coloro, cioè, che si occupano di gestire il traffico sulle nostre tre filiali di Noale, Sala Bolognese e Andriano”.

Mi sembra più abbordabile, quantomeno per l’assenza di patenti da conseguire e di risorse da mettere in strada. A ogni buon conto, la continuità del progetto rappresenta una conferma: lo strumento della formazione interna rimane un’ottima arma per selezionare con intelligenza, fidelizzare e fornire kit di competenze specifiche. Logico che serva un grande sforzo di natura gestionale da parte delle funzioni dedicate alle risorse umane, però quando si semina, alla fine, si raccoglie sempre. Con la consapevolezza che, certo, se si consegnano biciclette, poi le persone pedalano. Ed è giusto che sia così.

 

 

 

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Photo credits: replicasistemi.com

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