Decido quindi di recuperare bloc note, penna e, con tutta la diffidenza e lo scetticismo possibile, il 27 maggio mi presento alla loro porta nella sede di Oppeano, comune della provincia veronese. Al mio arrivo mi accoglie la prima sorpresa: da gennaio 2024 è sbarcata in azienda Marina Contessi, nuova Group HR Director.
“Non nego che, durante il primo periodo all’interno di Cab Log, il progetto Academy è stato un chiodo fisso, considerato che ancora non era partito e che si sarebbe dovuto concludere di lì a pochi mesi. Niente da imputare a chi mi ha preceduto, lo sottolineo, perché il ritardo è legato all’avviso di Fondimpresa, che ci ha permesso di partire solo a inizio 2024.”
Da quel momento una strada tutta in discesa? “Macché. Gestire un progetto senza passaggio di consegne, e di conseguenza senza un programma definito, è tutt’altro che una passeggiata di salute. A questo aggiungi che non conoscevo l’azienda, aspetto non banale se si devono scegliere interlocutori e docenti interni da coinvolgere per strutturare l’aula. Ai problemi interni si sommano poi le difficoltà di selezione: immagina un percorso formativo lungo, costruito per una platea che ha bisogno di lavorare”.
Ammesso di riuscire a coinvolgere le persone, bisogna poi convincerle a concludere il percorso. “Ti anticipo, a tal proposito, che ne abbiamo persi due, restando con dieci partecipanti e correndo il rischio di vanificare il finanziamento. Di certo una delle criticità più importanti”.
Ne deduco, quindi, che il progetto è andato a buon fine, anche se, rispetto alle venti persone iniziali, l’aula è partita con dodici aspiranti autisti. Marina conferma e mi racconta di aver suddiviso il gruppo in due aule da sei partecipanti e di aver erogato 200 ore di formazione, tra docenti interni ed esterni, su temi trasversali come i processi aziendali o le competenze tecniche necessarie al ruolo (mi cita esempi diversissimi tra loro, dal cronotachigrafo alla postura, fino alla gestione delle relazioni).
200 ore sono cinque settimane piene di formazione d’aula. Non poche, se si pensa che a queste si sono aggiunte altre 180 ore per il conseguimento delle patenti C, CQC ed E, vero piatto forte della questione e probabile origine dello spirito di resilienza dei partecipanti.
Già, i partecipanti. Chi erano?
“Con il supporto di un’agenzia per il lavoro siamo riusciti a intercettare i fortunati, che per statistica suddivido – tra quelli rimasti a bordo fino al termine – in quattro italiani e sei stranieri. Formalmente nessun giovane, tutti di età tra i 40 e i 50 anni. E no, nessuna donna, se escludiamo un’unica candidata rimasta fuori perché non ha passato l’abilitazione.”
Dal punto di vista sociologico nessuna sorpresa, una classe ordinaria per l’obiettivo prefissato. Peccato, una maggiore diversificazione sarebbe stata senz’altro una notizia. Notizia buona è invece il gettone di presenza, fissato a 500 euro mensili per la partecipazione. Non una strada lastricata d’oro ma tutt’altra musica rispetto al Supporto Formazione Lavoro dedicato agli “occupabili” orfani dell’assegno di inclusione. Se a questo aggiungiamo la possibilità di conseguire una patente importante e costosa, il gioco inizia a valere la candela.