
Le lauree più frequentate e quelle più richieste nel 2021 al netto degli ultimi dati. Parliamo di università e lavoro dopo la pandemia con gli interventi dei docenti universitari Alberto De Toni e Cleto Corposanto.
Le città hanno bisogno di atenei per richiamare e trattenere i giovani laureati. Tuttavia, anche i centri universitari hanno molta strada da percorrere.
Ci aspettano, nei prossimi anni, grandi trasformazioni che saranno cruciali per la società e per l’economia. La transizione ecologica, quella energetica e quella digitale sono già in atto, ma dobbiamo governare i cambiamenti, orientandoli al bene comune. Per le città, sarà importante avere le risorse, innanzitutto umane, per trasformare questi processi in occasioni di sviluppo. Sarà fondamentale che le città siano attrattive per la fascia di popolazione che corrisponde ai giovani laureati, tra i 25 e i 35 anni, persone cioè nel pieno delle loro capacità propositive, progettuali, creative.
Quali strumenti, dunque, hanno a disposizione le città per accaparrarsi queste risorse? Hanno, innanzitutto, le università, ma questo non basta. Devono imparare ad essere città universitarie: non appena sedi di uno o più atenei, ma comunità all’interno delle quali la componente universitaria sia determinante per orientare le scelte e per definire gli scenari di sviluppo. Devono consentire ai loro giovani di vivere, operare, muoversi all’interno di un tessuto urbano che faciliti la progettazione, il coworking, il confronto con le migliori realtà pubbliche e private.
Le città saranno davvero intelligenti se sapranno realizzare un mix di infrastrutture e servizi pensati per i giovani cittadini, che del cambiamento saranno il motore. Dobbiamo mettere al centro della vita urbana un sistema della formazione di livello internazionale, capace di competere con le migliori istituzioni italiane e straniere. Essere attrattivi nei confronti dei giovani talenti vuol dire offrire loro strutture in cui poter studiare e fare ricerca ad alti livelli, ma anche offrire esperienze di vita soddisfacenti, valorizzare i luoghi della cultura come i teatri e le biblioteche. Inoltre, serviranno sistemi di trasporti efficienti, ecologici e integrati, e facilità di accesso alle reti di dati.
La politica ha bisogno di visioni per prendere le decisioni e le università possono essere determinanti. In questo modo, i nostri atenei non saranno solo un elemento del bagaglio culturale delle città, ma il motore delle nuove politiche. Insieme, potremo cavalcare l’onda delle grandi trasformazioni all’orizzonte.
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