Di mestiere autore, a caccia di vita

Tutti abbiamo cantato attorno al fuoco La canzone del sole di Battisti, continuiamo a emozionarci con Almeno tu nell’universo di Mia Martini e cantiamo a squarciagola Non sono una signora della Bertè. Ma chi c’è dietro tutto questo, oltre a delle voci e a dei personaggi immortali? Che cosa ci porta a considerare determinate canzoni […]

Tutti abbiamo cantato attorno al fuoco La canzone del sole di Battisti, continuiamo a emozionarci con Almeno tu nell’universo di Mia Martini e cantiamo a squarciagola Non sono una signora della Bertè. Ma chi c’è dietro tutto questo, oltre a delle voci e a dei personaggi immortali? Che cosa ci porta a considerare determinate canzoni una parte di noi stessi?

Mogol, Albertelli, Minellono, Lauzi, Cogliati, Morra, Migliacci sono solo alcuni dei grandi autori italiani che hanno reso delle parole apparentemente semplici pura poesia. La grandezza di un paroliere non si trova solo nelle parole vere e proprie, ma soprattutto nella realtà che in quel momento si sta vivendo: una realtà delle volte positiva con le sue gioie e speranze, negativa con i suoi dolori e dubbi, ma anche fantastica attraverso sogni e paure. La bellezza di un autore è nel sentire e interpretare il momento, dare una voce all’anima.

 

Il Centro Europeo di Toscolano, la scuola di musica e parole di Mogol

Il Centro Europeo di Toscolano è una scuola a tutto tondo in cui si respira la musica vera e appassionata, un’associazione no-profit nel cuore dell’Umbria (ad Avigliano Umbro, in un centro di oltre 120 ettari) fondata dal grande Mogol, dove si tengono corsi per autori, compositori, interpreti e vari seminari per arrangiatori e musicisti. Nato nel 1992, il CET ha formato e diplomato circa 4.000 ragazzi, con una media di 100-150 diplomati l’anno. Quest’anno sono stati creati ben due corsi in collaborazione con i conservatori di varie zone d’Italia, che hanno dato la possibilità di formare i docenti degli stessi conservatori, i quali viceversa hanno portato la loro didattica e anche l’hip-hop proprio nei conservatori in cui insegnavano.

Prima scuola in Italia a essere organizzata come un college inglese o americano, il Centro Europeo di Toscolano è caratterizzato da corsi articolati in quindici giorni: una vera full immersion nella musica. Proprio per la sua particolarità, la scuola di Mogol è stata riconosciuta come Centro di interesse pubblico dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ovvero un centro di eccellenza universitario della musica popolare, con lo scopo di valorizzare e qualificare nuovi professionisti della musica pop.

Il lavoro di questa scuola musicale non termina con i corsi e le lezioni. Mogol ha infatti dato vita al Music Book, ovvero la possibilità, a chi non ha potuto sostenere l’esame di ammissione, di interagire con i docenti del CET. Si tratta di audizioni online e live che permettono una valutazione, a prescindere dall’essere allievi della scuola, oggettiva e coerente del proprio lavoro senza promettere facili successi e senza illudere nessuno. È stato proprio il maestro a ideare una piattaforma che facesse interagire tra loro professionisti del settore, con l’obiettivo di creare connessioni e collaborazioni.

La sede del CET, ad Avigliano Umbro.

La presentazione dei vari corsi inizia con una frase molto introspettiva, che fa capire sin da subito il risvolto umano e psicologico della musica: “Essere per scrivere”. Ma non è la sola. Nel corso per interpreti tra le materie trattate spicca “Filosofia dell’essere”, “Libertà interiore”, “Analisi delle capacità individuali” e soprattutto “Analisi e assimilazione dei grandi interpreti”.

La presenza dei docenti che insegnano al CET è consistente: si parla dello stesso Mogol, che gira tra i ragazzi regalando pillole di saggezza musicale, di Mario Lavezzi, Oscar Prudente, Alfredo “Cheope” Rapetti, Giuseppe Barbera, Carla Quadraccia, David Poggiolini e molti altri. Ma il percorso di un docente parte, prima di tutto, dall’essere allievo: il futuro insegnante infatti frequenta uno o più corsi per poi diventare assistente docente, e infine docente vero e proprio dopo altri corsi specifici. È stato proprio il maestro Mogol a volere che gli stessi allievi diventassero docenti, poiché ha ritenuto fosse un passaggio meritato per continuare a trasmettere valori umani, insegnamenti preziosi ed entusiasmo.

 

Il mestiere di paroliere secondo Giuseppe Anastasi

Fra i docenti spicca il talentuoso autore, cantautore e musicista Giuseppe Anastasi, noto per aver scritto i brani Sincerità, vincitore della sezione giovani del Festival di Sanremo 2009, e Controvento, vincitore del Festival di Sanremo 2014, entrambi interpretati da Arisa (la stessa cantante è stata allieva del CET).

Giuseppe Anastasi, paroliere di talento e tra gli autori più apprezzati in Italia.
Giuseppe Anastasi

 

Giuseppe, l’autore ha un ruolo fondamentale, forse il più importante di tutti. Ma chi è questa figura che a volte si trova nell’ombra?

L’autore è una persona come tutte le altre. Soltanto che, a volte, quello che pensa non lo dice ma lo scrive.

Com’è cambiato il ruolo dell’autore? C’è un’evoluzione o un’involuzione? Ci sono differenze fra le varie fasi che la musica italiana ha subito e sta subendo?

Non c’è stata un’evoluzione o un’involuzione. In realtà il modo di scrivere cambia in base al contesto storico, perché ogni epoca ha le sue parole.

Che tipo di autore troviamo oggi? Su quali parole e testi ci si basa?

Ovviamente, in base al genere musicale, la scrittura cambia. Nella musica pop si possono trovare ancora del romanticismo e dei temi sociali affrontati con equilibrio. Nella musica rap e nella trap troviamo invece maschilismo, che però è accettato dalle ragazze di quest’ultima generazione, e poi sesso, droga, alcol e tutto quello che può scaturire da un disagio sociale.

Secondo lei si è perso qualcosa, strada facendo, di questa figura così complessa?

A mio avviso niente affatto, anzi gli scrittori stanno aumentando sempre di più. Quando un Paese è in crisi economica, politica e di valori in generale, gli scrittori aumentano sempre.

Lei è un autore e cantautore a 360°, insegna al CET di Mogol dove si è anche formato. Che cosa consiglia a chi vuole avvicinarsi a questo mondo?

Il consiglio che voglio dare a chi si avvicina a questo mondo è di stare attento alla vita, di osservare, capire, interrogarsi e studiare. Studiare sempre, finché se ne ha la forza, e ogni volta che si scrive una canzone di farla sentire a più gente possibile. Raccogliere tutti i pareri e farne tesoro.

L’autore, per certi versi, è alla stregua di un poeta. Perché essere un autore?

Per me, l’autore di canzoni non è un poeta. Oltre che con la penna e il foglio di carta, ha a che fare e deve interpretare qualcosa di suggestivo e immateriale: la musica.

 

Il paroliere è un mestiere che continua a stupire. È un lavoro che presuppone pazienza e il saper ascoltare se stessi e gli altri: “Poeta è non solo colui che sa comunicare profonde emozioni, ma anche chi è in grado di riceverle”, sostiene Gulio Rapetti. “Essere per scrivere”, si legge come primo punto dei corsi CET. Forse è proprio questa l’essenza di un autore: cercare di essere qualcosa e qualcuno in mille modi diversi, proprio per cogliere la vita in tutte le sue sfaccettature. Così come viene, così come un paroliere percepisce attraverso il mondo che lo circonda, respirando a pieni polmoni.

In copertina: Mogol durante una delle sue lezioni al CET.

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