Equity crowdfunding: la sanità ci prova

Oggi una startup o una PMI affrontano un percorso difficile e in netta salita per l’accesso al credito. Questo per le rigide regole che normano Basilea 3 e che garantiscono il credito ad aziende con una storia, in grado di documentare il loro buon rating; oppure alle aziende capitalizzate che sono in grado di accedere […]

Oggi una startup o una PMI affrontano un percorso difficile e in netta salita per l’accesso al credito. Questo per le rigide regole che normano Basilea 3 e che garantiscono il credito ad aziende con una storia, in grado di documentare il loro buon rating; oppure alle aziende capitalizzate che sono in grado di accedere al credito, magari fornendo eguale capitale da mettere a garanzia. Questo per non parlare delle società che si trovano ad affrontare momenti di difficoltà, che avrebbero davvero bisogno di un aiuto importante e che si vedono chiudere linee di credito – ma questo è un tema delicato da affrontare in un’altra sede.

Diventa quindi indispensabile inventarsi nuove opportunità per finanziare la propria azienda: ecco il crowdfunding, che entra nel mercato italiano nel 2005 e che, secondo il portale Economyup, nel 2019 ha raccolto più di 65 milioni di euro di investimenti rispetto ai 36 dell’anno precedente. Tale forma di raccolta è sostanzialmente nuova, molto legata alla cultura dell’investimento digitale, senza intermediazione, che si sedimenta progressivamente nella nuova generazione di investitori, sia amatoriali che professionali. Il tema di base è fondamentalmente legato alla disponibilità delle informazioni, di gran lunga maggiore rispetto al passato, e all’eco conseguente alla scia di successi delle più famose compagnie digitali, anche derivante dalle acquisizioni di più piccole startup.

In sostanza, nonostante il 90% delle startup non sopravviva ai primi tre anni di vita, quel restante 10% remunera ampiamente il rischio degli investitori. In questo senso il portale di crowdfunding è il migliore strumento possibile per mettere in gioco anche chi non è particolarmente avvezzo a intermediazioni finanziarie professionali. D’altra parte domandiamoci: se un progetto ci piace, le persone sono valide e il contesto di mercato è ricettivo, perché non provare a scommettere sul suo successo? In questo caso il rischio che ci si assume potrebbe essere alto, così come l’aspettativa di guadagno che ne potrebbe conseguire. Si tratta di una scelta del tutto individuale, tendenzialmente non intermediata; se tutto finisce bene, poi, è una grande soddisfazione poter dire “ho valutato, ho scommesso e ho vinto, senza alcun aiuto!”.

 

Il caso White Wall: quando il crowdfunding accontenta tutti, imprenditori e investitori

Giovedì 9 gennaio a Bologna si è tenuta presso FICO la presentazione di un progetto di crowdfunding in ambito sanitario. Oltre 250 le persone presenti, fra possibili investitori e addetti ai lavori.

White Wall Srl, startup innovativa che opera in ambito sanitario, ha scelto di percorrere questa formula: un portale di crowdfunding: “Perché è democratico, coinvolgente, trasparente”, ci spiega Mattia Maimura, CEO di White Wall, “e garantisce diritti e tutele fondamentali per chi sottoscrive la campagna. Può permettere, dalla casalinga all’investitore professionale, di partecipare a un progetto vincente, di esserne parte attiva, o semplicemente di aspettare che l’investimento dia i frutti sperati. Inoltre, partendo dai valori guida che ispirano la nostra società, il crowdfunding permette di vendere parte dell’equity, patrimonializzando quindi la società stessa e consentendo un allargamento della famiglia che la compone, nella quale tutti i soci, da quelli attivi a quelli puramente speculativi, concorrono a determinare un risultato finale vincente. Il circuito finanziario puro, per esempio, non permette di raggiungere gli stessi obiettivi. Ha una funzione diversa ed è utile in momenti diversi”.

Per White Wall quella in corso è la prima campagna di crowdfunding. Il partner scelto, per tale “operazione”, è il portale My Best Invest, anch’esso una startup nata a Bologna da giovani quanto seri professionisti. Le caratteristiche sono le medesime: giovani professionisti con una bella idea, che vogliono esportare un modello di business vincente, offrendo la possibilità ad altri di imbarcarsi nell’avventura, aprendosi alla possibilità di ricevere esperienze e idee che possono aggiungere ulteriore valore alla società.

“Le nostre ambizioni sono forti ma razionali. Abbiamo creato un servizio unico e che piace ai nostri clienti. Vogliamo che diventi il modello nel mercato di riferimento (dal settore sanitario a quello fieristico, GDO e molto altro) e che crei un valore tale da poter remunerare adeguatamente i nostri soci, che hanno creduto in noi sin da subito. Insieme vogliamo scrivere una bella pagina di storia, che rimanga nelle menti di chi ci ha conosciuto”.

 

Equity crowdfunding, alti rischi per altissime ricompense

Tornando un momento alla scelta dell’equity crowdfunding c’è un ulteriore aspetto da considerare: quello dell’accesso al credito. White Wall ha già ottenuto credito (seppur piccolo) da un istituto finanziario italiano di prima importanza, in questo caso per merito delle persone che l’hanno costituita, per il progetto ben saldo e per le opportunità di crescita legate alla società stessa. Tuttavia comprovata esperienza nel settore della gestione d’impresa, nella finanza, nella capacità progettuale e commerciale, oltre a un progetto ben definito e dall’alto potenziale, non sempre sono requisiti sufficienti per ottenere fiducia – e di conseguenza finanziamenti dal settore bancario.

“La nostra campagna è partita, di fatto, il 19 dicembre 2019, e a oggi ha già raggiunto l’obiettivo minimo di 100.000 € sui 350.000 € fissati come obiettivo massimo. Ci sono ancora altre persone interessate a entrare in società, sottoscrivendo ulteriori quote. Siamo fiduciosi ma stiamo con i piedi per terra, ogni sottoscrizione è un piccolo passo verso il successo”.

È opportuno evidenziare che chi sottoscrive quote di crowdfunding, oltre alla detrazione IRPEF o deduzione IRES del 30% dell’investimento, si assume un rischio del 70% dell’investimento nel caso in cui la società dovesse fallire. Viceversa, se dovesse raggiungere i propri obiettivi, non soltanto il sottoscrittore beneficia nel breve periodo del vantaggio fiscale, ma moltiplica il valore delle sue quote in misura esponenziale. Tutto ciò consente di trasformare un rischio di investimento alto in un rendimento potenzialmente molto alto.

 

 

Foto di copertina: La platea della giornata sull’Equity Crowdfunding in ambito sanitario (Bologna, FICO).

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