Lavoro in sicurezza: leader per una nuova cultura

Per svolgere il suo compito al meglio, qualunque esso sia, un corpo deve stare bene e trovarsi in condizioni di sicurezza, soprattutto se quel compito coincide con il lavoro. Lavoro in sicurezza è, quindi, un binomio diventato negli ultimi anni sempre più inscindibile, tanto che ormai ognuno di noi, per amore o, piuttosto, per forza, si è […]

Per svolgere il suo compito al meglio, qualunque esso sia, un corpo deve stare bene e trovarsi in condizioni di sicurezza, soprattutto se quel compito coincide con il lavoro. Lavoro in sicurezza è, quindi, un binomio diventato negli ultimi anni sempre più inscindibile, tanto che ormai ognuno di noi, per amore o, piuttosto, per forza, si è sorbito un noioso corso di formazione a tema e ha imparato almeno i rudimenti del famigerato Testo Unico, il bon ton del videoterminalista e il significato di astrusi acronimi come RSPP.

Nonostante questo, la coppia lavoro e sicurezza rimane tra quelle meno amate non solo da chi il proprio corpo lo mette ogni giorno all’opera ma anche da chi deve realizzare le condizioni normative e ambientali per garantire la sicurezza al lavoro: ancora troppo spesso manager e imprenditori percepiscono questo tema come un costo inutile e troppo oneroso, una perdita di tempo, uno dei tanti tentacoli di quella burocrazia che impastoia la produttività di un’azienda.

E i risultati si vedono: in Italia – dicono i dati – ogni anno sul posto di lavoro lasciano la vita più di 900 persone; quasi tre morti al giorno; un quarto di tutti i morti sul lavoro del vecchio continente. Per incidenti in gran parte dei casi evitabili. Di chi è la colpa allora?

“L’assassino è la cultura – spiega Davide Scotti, segretario generale della Fondazione LiHS – ossia il modo di fare le cose, il modo in cui agiamo: se non cambiamo i nostri comportamenti noi siamo complici di quell’assassino”.

La leadership del lavoro in sicurezza

Forte di una lunga esperienza in una grande azienda internazionale del settore oil & gas, Davide Scotti ci racconta come l’inefficacia di un approccio esclusivamente normativo e procedurale al problema del lavoro in sicurezza abbia generato la necessità di sviluppare una visione nuova e vincente.

“Generalizzando, quando si parla di sicurezza si suscitano sentimenti negativi, costi per l’imprenditore, burocrazia, imposizione, corsi di formazione. Si tratta di un problema di primaria importanza perché questa percezione è il frutto di una cattiva comunicazione che quindi produce poi una cattiva cultura alla sicurezza”.

Comunicare la sicurezza in modo innovativo per cambiare i comportamenti e costruire una nuova cultura, capace di trascendere i confini dell’impresa e di incidere, con un ritorno positivo, anche sulla società. È questa la mission della Fondazione LiHS, costituita nel 2010 da Saipem, per promuovere il programma omonimo (Leadership in Health & Safety) che ha l’obiettivo di creare safety leader a tutti i livelli organizzativi. Il percorso è innovativo e si avvale di linguaggi inediti e di strumenti pratici, presi in prestito anche dal marketing, per rendere il lavoro in sicurezza e la salute dei temi interessanti; valori piuttosto che oneri.

Workshop interattivi aziendali, quindi, che vedono impegnati psicologi e formatori ma anche iniziative nelle scuole e campagne di comunicazione che utilizzano linguaggi non convenzionali, perché la leadership nella sicurezza non è solo una questione da top manager ma un potenziale che ciascuno può far crescere e sviluppare dentro di sé, fin dai primi anni, per sfruttarlo poi nella vita di tutti i giorni, contribuendo così a realizzare un vero cambiamento culturale.

Fondamentale, per questo scopo, si è rivelato anche Il libro che ti salva la vita: scritto a quattro mani da Davide Scotti insieme al collega medico Sabatino de Sanctis, senza alcun tecnicismo, è una raccolta di strumenti pratici che può aiutare un manager ma anche uno studente o una casalinga a intraprendere un percorso di autosviluppo e di crescita dove il lavoro in sicurezza diventa una valore da trasmettere a chi ci circonda.

Altrettanto fondamentali, soprattutto per mostrare le conseguenze di scelte sbagliate, sono stati i linguaggi del cinema e del teatro, dove il corpo, anche quello segnato da un incidente sul lavoro, diventa un protagonista potente, in grado di toccare le corde più profonde del pubblico. I riconoscimenti ottenuti da The safer the better, What comes first e Choose life (i cortometraggi prodotti da Saipem) nei festival di Cannes, New York e Roma lo confermano, così come Giorni Rubati, lo spettacolo teatrale di Rossolevante, interpretato da Gianmarco Mereu arrivato ormai a 200 repliche in cinque anni.

Uomo in sedia a rotelle sul palco di un teatro

Salute e sicurezza come responsabilità sociale, d’impresa e non

La cultura della sicurezza non va considerata come una prerogativa appannaggio di pochi privilegiati. Certo, il programma LiHS è nato nel settore dell’oil & gas, dove si opera spesso in scenari di rischio, la pressione dei clienti sul tema della sicurezza è alta e la gran parte dei rimpatri d’emergenza (circa il 70%) avviene per motivi di salute, soprattutto derivanti da malattie cardiovascolari causate quindi da uno stile di vita e da abitudini alimentari sbagliate e da scarso esercizio fisico. Ma quello del lavoro in sicurezza è ancora un problema comune a tutte le realtà imprenditoriali italiane, piccole e medie imprese in primis.

Per questo, aggiunge Davide Scotti,

“le aziende devono creare le condizioni affinché i dipendenti oltre a lavorare in sicurezza possano anche scegliere di vivere una vita più salutare e fare tutto quel che occorre per stimolare queste scelte. Ciò è possibile con la formazione esperienziale e con l’uso di strumenti coinvolgenti da un punto di vista emotivo come cinema e teatro, ma anche con tutte le altre risorse che un welfare aziendale che possa dirsi tale può mettere a disposizione: da una mensa dove la qualità del cibo e la varietà d’offerta è tenuta costantemente sotto controllo alla palestra aziendale, giusto per fare qualche esempio”.

Le ricadute positive arrivano, e il caso della Riccoboni Holding di Parma (150 addetti, impegnati nel settore dello smaltimento dei rifiuti) lo dimostra bene: dopo un grave episodio in cui un dipendente ha perso la vita, il programma LiHS è stato lo strumento principale per attuare un cambiamento organizzativo che dalla dirigenza ha contagiato positivamente quadri e operai con effetti visibili anche sulla produttività e sull’efficienza, aumentate, e non inficiate, da una maggiore sicurezza sul lavoro.

Se molto è stato fatto grazie alla Fondazione LiHS, molto altro potrebbe ancora essere ottenuto. Basta considerare gli scenari dei Paesi in via di sviluppo dove spesso operano le nostre aziende internazionali e una cultura della sicurezza potrebbe essere diffusa in quelle comunità anche attraverso la formazione delle maestranze locali. Ma è possibile anche guardare a episodi solo apparentemente lontani dai contesti aziendali. Se una reale cultura della sicurezza fosse già capillarmente diffusa anche in Italia, probabilmente, afferma Scotti,

“ciascuno di noi sarebbe consapevole dell’importanza della cintura di sicurezza anche quando si siede sul sedile posteriore di un auto o su un bus e le sette ragazze che viaggiavano in Spagna e che hanno perso la vita – non solo per questo, certo, ma anche per questo – ora starebbero, forse, proseguendo il loro Erasmus dopo essere sopravvissute a una brutta esperienza”.

Italia Loves Sicurezza 2016

Per massimizzare gli effetti del programma Leadership in Health & Safety e diffondere una nuova cultura del lavoro in sicurezza non solo in azienda ma anche nella società nella quale viviamo, Davide Scotti ha ideato Italia Loves sicurezza, l’evento che farà conoscere la safety leadership a molte piazze italiane.

Mentre il 26 Aprile andrà in scena al teatro Elfo Puccini di Milano Il virus che ti salva la vita, spettacolo liberamente tratto dal libro di Davide Scotti e Sabatino de Sanctis, il 28 Aprile l’appuntamento è con Italia loves sicurezza 2016, evento che nasce dalle attività di comunicazione già svolte dalla Fondazione LiHS negli scorsi anni e che si è posto l’obiettivo di aumentarne la risonanza attraverso 28 eventi organizzati in altrettante città italiane. La risposta, finora, è stata estremamente positiva perché, grazie a un movimento nato spontaneamente, sono già stati messi in calendario 60 eventi differenti.

Cittadini e imprese, con Italia loves sicurezza 2016, conosceranno da vicino una nuova cultura attraverso incontri, proiezioni, seminari e giochi per i più piccoli. Un evento da non perdere perché è l’occasione migliore per soddisfare curiosità e sfatare luoghi comuni portando a casa i primi, indispensabili semi per iniziare a coltivare il cambiamento dentro se stessi e tradurlo poi in azioni semplici ma evidenti, capaci di migliorare la nostra vita di tutti i giorni, dentro e fuori dal posto di lavoro.

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