Murgia Valley, dove la focaccia pugliese si mangia Mc Donald’s

Sono entrata in contatto con la redazione di Senza Filtro a meno di due settimane dalla data di pubblicazione di questo articolo. Mi hanno contattata e mi hanno detto che stavano lavorando a un reportage sulla Puglia, e che sul tema in questione ero la persona giusta per dare un contributo a questo viaggio lungo […]

Sono entrata in contatto con la redazione di Senza Filtro a meno di due settimane dalla data di pubblicazione di questo articolo. Mi hanno contattata e mi hanno detto che stavano lavorando a un reportage sulla Puglia, e che sul tema in questione ero la persona giusta per dare un contributo a questo viaggio lungo il tacco d’Italia. Per un attimo sono rimasta silenziosa e perplessa: come dire che io però sono lucana? Dopo aver capito meglio che cosa servisse, però, ho accettato chiedendo licenza di sconfinare; perché il tratto di viaggio che è toccato a me si trova a cavallo tra la Puglia e la Basilicata, e inoltre si tratta di una sfida. Insomma, impossibile restare nei confini burocratici o di pensiero.

 

Torna a casa, yankee: focaccia batte McDonald’s

Non è la prima volta che l’assolata e operosa Puglia (ebbene sì, anche operosa, con buona pace di chi vorrebbe il Sud come un indistinto bacino di sfaccendati) lancia una sfida oltreoceano. Siamo nel 2001 quando il colosso americano McDonald’s, simbolo internazionale del fast food, apre un nuovo ristorante ad Altamura, comune in provincia di Bari, ma geograficamente più vicino alla città lucana di Matera che al capoluogo pugliese. Oltre 500 metri quadri, con campagna promozionale in tutta la zona. Finalmente gli hamburger e le patatine più famosi del mondo, divisive solo nella scelta della salsa tra maionese e ketchup, sbarcano nel Sud Italia, tra Puglia e Basilicata: temerari del colesterolo fatevi avanti, è arrivata l’occasione per sentirsi tutti più ammericani.

Sulla carta l’apertura del nuovo McDonald’s è un vero e proprio trionfo, in grado di attrarre ragazzi e famiglie provenienti dalle due regioni. Non c’è neanche il minimo dubbio che le cose possano non andare così. Fino a quando non compare sulla scena il signor Luca Di Gesù, di professione panettiere. Incoraggiato anche da Onofrio Pepe, presidente di un’associazione costituita per la tutela della cultura alimentare locale, decide di indossare i panni di Davide e sfidare il gigante Golia. E lo fa, naturalmente, nello stesso comune, proprio a pochi passi dalla nuova sede del McDonald’s. Così accade quello che nessuno avrebbe mai potuto neanche immaginare.

Il signor Di Gesù apre una piccola bottega di prodotti freschi, una focacceria, proprio accanto al megaristorante. Protagonista, neanche a dirlo, la focaccia pugliese, altrettanto amata in tutto il mondo. Tempo un anno e mezzo e il colosso americano chiude friggitoria e negozio: nessuno può competere contro la focaccia. Per chi volesse saperne qualcosa di più su questa storia consiglio la visione del film documentario Focaccia Blues, La vera storia della focaccia che mangiò l’hamburger, girato qualche anno dopo da Nico Cerasola con la presenza, tra gli altri, di Michele Placido, Lino Banfi e Renzo Arbore.

 

Murgia Valley, un sogno dalle basi rustiche

Mutatis mutandis, nella stessa zona ma a distanza di oltre una decina di anni, si prepara forse un’altra sfida. Di nuovo Italia-USA. Sud Italia contro Nord America, per essere precisi.

Siamo nella Murgia, un altopiano situato tra la Puglia, baciata dal sole e patria del grano, e la Basilicata, più spigolosa solo per chi si ferma all’apparenza, ma in realtà composta da linee morbide e dolci. È qui che qualche anno fa viene coniata l’espressione “Murgia Valley”, un brand italianissimo e locale che fa il verso a una zona ben più nota nel mondo: la risposta appulo-lucana alla Silicon Valley. Per capire meglio dove siamo proviamo a usare i sensi del gusto, della vista e dell’olfatto invece della geografia: siamo in un lembo di terra tra il pane di Altamura e il pane di Matera (e non dite che è la stessa cosa: è il modo migliore per inimicarsi tutti e due i comuni), tra le mozzarelle pugliesi e la tradizione casearia materana, tra l’olio e il vino, in un paesaggio che varia tra il collinare e il brullo, tra l’argilla e il tufo. Cambiano colori, profumi, accenti e dialetti. Cambiano le colture e le culture.

Proprio qui, nella Murgia rocciosa e dalla forte vocazione agricola, sta prendendo forma un piccolo sogno economico. In un tempo e in un luogo, va detto, in cui anche il tradizionalissimo settore dell’agricoltura si sta svecchiando e innovando grazie all’introduzione di nuove tecnologie. In questo comparto, infatti, da qualche anno a questa parte, si sta portando a compimento un sano ricambio generazionale con tanti ragazzi, tra i venti e i quarant’anni, curiosi e qualificati, che subentrano nella gestione dell’azienda di famiglia o decidono di aprirne una nuova e diversa; o ancora, che scelgono di fare gli agricoltori senza che nessuno prima abbia fatto lo stesso mestiere in famiglia (la Regione Basilicata, ad esempio, con un attivo Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale, sta spingendo e investendo molto su questo rinnovo).

Si respira aria di novità, in questo territorio, come in una fucina che sforna e produce idee, talenti, sogni e progetti innovativi. Con in mente quel modello nordamericano dove sono nate e si sono affermate alcune delle più importanti realtà dell’information technology del mondo. È così che, accanto a un territorio rurale, si sta sviluppando e affermando un mondo nuovo, tecnologico e digitale, grazie alla forza e all’inventiva del fattore umano, da sempre motore di crescita ed evoluzione. Prende forma in questo contesto la Murgia Valley: una storia di visione, di opportunità da creare e da cogliere, di condivisione di valori. Detta diversamente: una storia di amore. Per un territorio e per una comunità, nella logica della reciprocità.

 

Creare un polo di eccellenza al Sud

All’inizio del millennio Mariarita Costanza e Nicola Lavenuta, una giovane coppia di Gravina, in provincia di Bari, fonda Macnil. L’idea – proporre sms nel settore business – funziona: nel 2014 Macnil entra a far parte del più grande Gruppo Zucchetti e oggi è un’azienda di informatica, elettronica e telecomunicazioni, specializzata nello sviluppo di Progetti M2M e IoT (Internet of Things). È di questi giorni la notizia dell’apertura di una nuova sede aziendale: 4.500 mq e oltre sei milioni di euro di investimento. Un’idea rivoluzionaria – soprattutto per il Sud Italia – tra uffici, asilo nido, ludoteca, orto, ristorante, teatro, un’attrezzatissima sala congressi di ultima generazione e una palestra.

Soprattutto, la nuova sede ospiterà un vivaio digitale: 1.500 mq sono riservati per startup, piccole imprese, freelance, con l’obiettivo e l’augurio che grazie al supporto di un’azienda più grande e già solida possano crescere anche loro e diventare un domani autonome. E dare vita così a un processo virtuoso di crescita economica e sociale, culturale, della comunità circostante. Tecnicamente un incubatore di startup; in realtà, potremmo azzardare, una fabbrica di sogni: trovare lavoro nel Sud Italia, a casa, per chi è della zona; attrarre qui competenze e talenti da ogni dove; creare un centro di eccellenza diffusa e condivisa; dare vita a un distretto in grado di portare ricchezza per tutti. Ricchezza economica e ricchezza sociale, in linea con un percorso di apertura al mondo e agli altri. Sinergia, capacità di fare rete, condivisione di know-how: sono questi gli elementi attorno ai quali costruire questo ambizioso progetto e vincere la sfida.

Soprattutto, su tutti, vincere la mentalità delfinora si è sempre fatto così”, smettere di arrendersi a quello che sembra uno stato di fatto, alla convinzione che le cose non potranno mai cambiare. Possiamo dimostrare il contrario: che sia dare vita a un nuovo distretto, digitale, produttivo o utilizzare i droni in un campo agricolo. Seguendo un po’, con le dovute differenze, l’esempio della vicina Matera, “infamia nazionale” negli anni Cinquanta e Capitale Europea della Cultura negli anni 2000. Possiamo, come territorio e come sistema, preparare e offrire un’alternativa ai giovani, i famosi giovani che potranno iniziare, forse, a mettere i famosi fichi nel paniere, coniugando studi e aspirazioni professionali, lavoro e famiglia. Non sempre la vita deve essere per forza un aut aut.

 

 

Photo on Instagram By SaporidiPuglia

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