Piazza Garibaldi, Napoli: che i turisti si accomodino in salotto

“Tenetevi stretta la borsa, occhio al telefonino signurì” è la frase che più impazza attraversando Piazza Garibaldi, tipica dell’humanitas del napoletano DOC. Seppur pronunciata in buona fede, ha generato il mito della stazione di Napoli violenta, più noto del cult fantasy di Partenope. Sguardo basso, passo accelerato tra la folla, dribbling tra i cantieri che […]

“Tenetevi stretta la borsa, occhio al telefonino signurì” è la frase che più impazza attraversando Piazza Garibaldi, tipica dell’humanitas del napoletano DOC. Seppur pronunciata in buona fede, ha generato il mito della stazione di Napoli violenta, più noto del cult fantasy di Partenope. Sguardo basso, passo accelerato tra la folla, dribbling tra i cantieri che invadono marciapiedi e corsie, con in sottofondo i clacson impazziti e ad accoglierti all’ingresso della stazione centrale loschi individui molesti che ti minacciano per chiedere l’elemosina: welcome to Piazza Garibaldi.

E invece no. Il re pregiudizio è morto, il suo castello di cliché distrutto. Sarà impossibile adesso vedere solo il lato noir della nuova Piazza Garibaldi, l’agorà-salotto degna del paragone con le gemelle delle capitali europee.

 

L’aeroporto di Capodichino è leader per arrivi e partenze, dai servizi offerti ai feedback dell’utenza. Inglobando anche lo scalo di Salerno, si inserisce in un’offerta di accoglienza turistica made in Naples senza precedenti. Dall’aeroporto alla stazione centrale c’è, infatti, un nuovo filo conduttore che non è esclusivamente quello del trasporto o del flusso turistico. È un legame fatto di grandi progetti di restyling, di archistar che firmano le stazioni dell’arte e che scommettono sul riscatto sociale. Come l’aeroporto, anche Piazza Garibaldi ha cambiato pelle, e il famoso architetto francese Perrault ha imposto il suo genio creativo quanto alla stazione Capodichino il noto Richard Rogers.

Piazza Garibaldi, a Napoli, prima del restyling firmato da Perrault.

 

Il sindaco De Magistris: “Piazza Garibaldi è motivo di orgoglio”

Percorrendo Corso Novara, la prima sensazione con la piazza liberata dai cantieri è ad alto impatto. La vista privilegiata, scegliendo l’ingresso trionfale dal “corso delle pasticcerie” che regala un colpo d’occhio globale, incanta lo spettatore. Sono occorsi diciassette lunghi anni per completare la piazza, che aveva rivelato la sua nuova pelle solo in parte, ma il risultato ha ampiamente ripagato l’attesa.

Il viaggio nel magico mondo di Dominique Perrault, archistar francese, inizia in realtà nel 2013, quando venne svelata al pubblico la fermata dell’arte “Garibaldi”. Una stazione costellata di opere del Pistoletto con un gioco di luci ideato per stupire; la luce del sole arriva a illuminare le banchine a quaranta metri dal suolo, attraverso un pozzo creato dal suggestivo incrocio delle scale mobili. Solo un assaggio di quella che sarebbe stata la consegna del progetto finale, il ridisegnare la piazza di benvenuto alla città su cui campeggia l’affollatissima stazione di Napoli Centrale.

Nell’aprile 2015 viene inaugurata la scintillante Garibaldi dello shopping: una mega galleria commerciale sotterranea, posta a otto metri al di sotto del manto stradale. Al di sopra la ricopre una lussureggiante foresta di alberi di acciaio, marchio di fabbrica dell’archistar francese. Il capolavoro non è ancora ultimato, né ben visibile con la piazza invasa dai cantieri. Una sfida eccitante, per Perrault, trasformare da cenerentola a principessa una delle piazze più grandi d’Europa, ampia circa sessantamila metri quadri.

Il grande giorno della presentazione ufficiale della nuova Piazza Garibaldi, con tanto di brindisi e istituzioni, è arrivato il 29 novembre. Lo sguardo del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è fiero. L’aveva definita una Champions League, e questo trofeo ora lo sta mostrando non solo alla stampa, ma all’intera città: “Questa piazza è destinata a vedere grandi eventi, l’agorà conta duemila posti”. De Magistris lo ribadisce a Senza Filtro: “Per noi è motivo di orgoglio restituire questa piazza ai napoletani”.

Fa da eco la Ministra dei Trasporti De Micheli, nel suo appello alla cittadinanza: “Io sono innamorata di Napoli. Chiedo di avere cura, allontanate chi vuole sporcare”. Nell’elencare le new entry della Garibaldi 3.0, brillano gli occhi a Ennio Cascetta, presidente della metropolitana di Napoli: “Il grande progetto di Dominique Perrault restituisce alla città una straordinaria piazza con un bosco in pieno centro, un’area attrezzata per il gioco e per il divertimento, un parcheggio sotterraneo, un’arena per spettacoli e manifestazioni nel pieno centro cittadino, chioschi multifunzione”. Alle dichiarazioni segue un patto di ferro tra comune e Governo per garantirne la manutenzione e il decoro. È l’epoca del tutto e subito, della quantità senza l’importanza dei dettagli. Eppure al rientro dal lavoro, dopo scuola o fuori al solito bar di briscola e caffè, di fare un tour alla scoperta della Piazza Garibaldi nuova di zecca viene proprio voglia.

 

Caratteristiche e numeri della nuova piazza Garibaldi

L’atmosfera imponente è da Trafalgar Square, che però è ampia “solo” diecimila metri quadri, con un pizzico dell’eleganza di Place de la République. Senza forzare l’assonanza, potrebbe essere addirittura una piazza di Berlino, con la vivacità architettonica e gli spazi di ristoro urbano.

La certezza è la dimensione europea del parco. Passeggiando per Garibaldi Square, l’area verde con centotrenta alberi si fa notare: una zona colorata in centro città, dove gli alberi sono merce rara. Alla rivoluzione verde si unisce l’alto valore della commemorazione: i “giardini della memoria” sono dedicati alle vittime della strage del Rapido 904; una fermata dell’autobus è per Rosa Parks. Disseminati qua e là ci sono numerosi box commerciali, già pronti a trasformarsi nei tipici chioschetti partenopei tanto amati dai turisti. I ragazzini sono entusiasti, affollano i campetti sportivi al centro della City. Il campo da calcetto non può che registrare il boom di presenze in una Napoli dove si mastica pane e pallone, ma a sorpresa il più condiviso sui social è il campo da basket. “È top, ci verrò tutti i giorni con gli amici”, commenta Peppe. “Simili in pieno centro città non ce ne sono”, tiene a precisare Antonio.

 

Il vecchio campetto da basket in Piazza Garibaldi.

 

La magia, però, si respira nell’anfiteatro a pochi passi dai nuovi stilosi garage. I riflettori sono puntati sull’Arena Garibaldi, con l’ambizioso progetto di diventare palcoscenico a cielo aperto di concerti e spettacoli più gettonati della Campania. L’ultimo tratto è una pista ciclabile che dalla statua dell’eroe dei due mondi arriva fino al Corso Umberto dello shopping e della storica Università Federico II.

Traducendo in freddi numeri l’Arena Garibaldi conta 2.500 posti; le aree pedonali si snodano per 37.000 metri quadri; l’area verde ne misura 15.000; gli alberi tra nuovi innesti e riqualifica dei senior sono ben 200; 20 e in continua crescita i negozi della galleria commerciale. C’è da perdersi con i numeri da capogiro del primo parco urbano della città, che fa da atrio d’ingresso a una delle stazioni ferroviarie più utilizzate del Sud Italia, fondamentale nodo di interscambio dove si incrociano due linee della metro, il trasporto su ferro e l’alta velocità.

 

La ratio della nuova agorà napoletana secondo il suo architetto

Il concept guida dell’archistar francese è l’insieme di più spazi, dal luogo di passaggio dello shopping, che incanala i flussi verso la stazione centrale e la metropolitana, alle aree sosta, svago e sport. “Questo evento segna il completamento di un vasto progetto, caratterizzato dalla costruzione della nuova stazione della metropolitana e della grande galleria commerciale coperta”, ha commentato con entusiasmo Perrault sui social nel giorno dell’inaugurazione della nuova piazza.

Per chi ha firmato il progetto della Bibliothèque Nationale de France risulta difficile comprendere l’essenza di riscatto sociale che c’è dietro Parco Garibaldi. Non è solo un’offerta di accoglienza turistica che si rinnova, non è solo un restyling di lusso di riqualifica urbana. La piazza è una vera e propria agorà-salotto concepita per i cittadini, per integrare la folta comunità di immigrati con i napoletani, all’insegna appunto di quel riscatto sociale è la scommessa più interessante degli ultimi tempi.

Il sogno delle vele di Scampia di essere un polo culturale e un complesso residenziale di unione si è trasformato in incubo. Per Parco Garibaldi il futuro si prospetta differente. Con presidi di vigilanza permanenti, finanziati da duecento milioni di euro, si è investito sulla sicurezza per vincere la scommessa di trasformare l’accesso alla città in luogo che migliora la qualità della vita del napoletano.

Agorà è fin dall’antica Grecia luogo di incontro, condivisione, dialogo. Leggere un libro a cielo aperto all’ombra di un pino, chiacchierando dell’ultima partita del Napoli mentre i ragazzini giocano a calcio sognando Diego, fare a gara all’acquisto più bello con a due passi i propri figli che dondolano sull’altalena: ora è possibile, ed è un’occasione che non può essere buttata via. La scommessa deve essere vinta. Camminando a testa alta lo sguardo si perde tra le luci del campetto sportivo. Il passo è lento tra la folla, il dribbling è tra i ragazzini che giocano a basket, la fila è per sfruttare le panchine al verde: welcome to Piazza Garibaldi, dove adesso la frase più pronunciata è: “Avete visto quant’è bell la piazza signurì?”

CONDIVIDI

Leggi anche

Audible, Storytel e il libro che ci riempie i vuoti

In principio erano le storie e le storie erano suono. Parole, immagini e scritture sono state successive, conquiste dell’inesorabile necessità umana di raccontare e raccontarsi; di tramandare, testimoniare e sognare. Nonostante il recente proliferare di piattaforme sempre più video first o image based, negli ultimi anni siamo spettatori e artefici del ritorno delle “parole dette” come […]

Job, break, sex e… schiscetta

Lavorare per mangiare o lavorare senza mangiare? Tra i riti del lavoro quello della pausa pranzo e della pausa caffè (thè per gli inglesi) è senza dubbio tra i più importanti e riconosciuti ad ogni latitudine. Per questo fa effetto leggere la notizia dello sciopero di ieri alla Fincantieri di Palermo dove Fiom-CGIL contesta la […]

Nel blu (jeans) dipinto di verde

Ormai lo sappiamo e non abbiamo più scuse: ogni nostro gesto e ogni nostro acquisito ha una sua impronta ecologica. Anche il semplice paio di jeans costa all’ambiente più di quello che potremmo pensare, calcolato in media come 9.000 litri d’acqua e 15 vasche di tintura per produrne uno solo se consideriamo l’intero ciclo di […]