Vercelli dopo Amazon

Nella “Capitale del Riso”, dove gran parte delle opportunità lavorative sono basate su attività legate all’agricoltura e al settore dei servizi, un nuovo investimento di Amazon pare essere un buon punto di partenza per fornire un numero consistente di posti di lavoro con una grande richiesta di manodopera. A settembre del 2017, infatti, per sostenere […]

Nella “Capitale del Riso”, dove gran parte delle opportunità lavorative sono basate su attività legate all’agricoltura e al settore dei servizi, un nuovo investimento di Amazon pare essere un buon punto di partenza per fornire un numero consistente di posti di lavoro con una grande richiesta di manodopera.

A settembre del 2017, infatti, per sostenere la crescente domanda dei suoi clienti a livello nazionale, Amazon ha aperto un nuovo centro di distribuzione a Vercelli, città di 46.000 abitanti del Piemonte orientale che insieme a Novara produce oltre un quarto del riso in Europa. Attualmente sono attivi altri due punti di distribuzione di questa internet company in Italia: il primo aperto nel 2011 a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza; il secondo a Passo Corese, in provincia di Rieti, inaugurato sempre nel settembre 2017 come il suo corrispondente piemontese. La filiale vercellese si presenta come il fulcro della rete di distribuzione di Amazon nell’Italia nord-occidentale. Proseguono anche i lavori per il quarto centro a Torrazza Piemonte, comune in provincia di Torino situato a pochi chilometri da Vercelli, che aprirà a breve. Nonostante la data di inaugurazione non sia ancora stata stabilita ufficialmente, è già possibile candidarsi online alle posizioni di operatore di magazzino presso lo stabilimento.

Ma perché scegliere Vercelli come territorio target su cui sviluppare questo progetto? E quali sono i benefici che Amazon sta portando e potrà portare al territorio dal punto di vista occupazionale?

 

Amazon a Vercelli, centro strategico nel triangolo industriale

Grazie alla sua posizione geografica, Vercelli è considerata un crocevia tra Torino e Milano: due vertici del triangolo industriale italiano. Toccata dallo snodo autostradale primario della pianura padana (A4-A26), Vercelli si presenta come un territorio strategico per quanto riguarda i collegamenti stradali, rivelandosi un sito perfetto per la nuova sede Amazon, sorta nella frazione di Larizzate.

Nella stessa zona esistono altri centri logistici che si avvalgono di questa posizione vantaggiosa: la Nova Coop (amministrazione e logistica), poco lontano dal centro Amazon; la sede e i magazzini di Dimo Spa, socio piemontese del gruppo Euronics; infine, i magazzini Sifte Berti. Per quanto riguarda altre grandi aziende che influenzano la situazione occupazionale del territorio, è doveroso menzionare la multinazionale YKK (Yoshida Kogyo KabushikiKaisha – Yoshida Società per Azioni Industriale), leader mondiale di accessori per chiusura, che da cinquant’anni offre posti di lavoro a un numero consistente di operai di Vercelli e provincia. Amazon non è dunque l’unico colosso che si appoggia al vercellese, ma nonostante la sua recente inaugurazione si presenta sicuramente come una delle realtà più dinamiche e ricettive.

Barbara Coronella, Operation PR Specialist del centro di distribuzione di Vercelli, fornisce qualche numero per dare idee più concrete sulla portata di questo progetto: “Amazon ha investito complessivamente 65 milioni di euro nel nuovo impianto in Piemonte, che conta una superficie totale di 100.000 m2. Al momento, della totalità dei lavoratori, 450 sono a tempo indeterminato – un numero in continua crescita. Il 60% dei dipendenti proviene da Vercelli e provincia, secondo gli ultimi dati forniti. Ciò significa una grande scommessa sul territorio e sulle sue risorse per quanto riguarda la manodopera da parte dell’azienda”.

I progetti per il futuro sono ambiziosi. Il numero dei dipendenti è in continuo aumento, dato che la sede logistica permette ad Amazon di gestire la domanda attuale e futura non solo a livello regionale, ma piuttosto su un piano nazionale, dove un numero sempre maggiore di consumatori sceglie Amazon.it per gli acquisti. Entro il 2020, quando si festeggeranno i tre anni dall’apertura, si prevede che il numero di posti di lavoro a tempo indeterminato sarà salito a 600.

 

Amazon, i lavoratori e i sindacati: una storia ancora da scrivere

L’insediamento di Amazon, insieme ad altre aziende legate alla logistica, è una delle attività in grado di favorire una notevole crescita dell’impiego nel vercellese. Di conseguenza tali realtà hanno indotto, tra gli altri, le organizzazioni sindacali ad affrontare una riflessione costruttiva sulle possibili situazioni dei dipendenti di questo settore.

All’apertura dello stabilimento Amazon la presenza sindacale era praticamente nulla. Per cercare di rafforzarne la partecipazione in azienda e aumentare in tal modo le tutele per i lavoratori, le sezioni territoriali si sono attivate per fornire un solido supporto ai dipendenti attraverso vari canali. Al momento, però, senza sviluppi di rilievo.

Spiega Valter Bossoni, segretario generale della CGIL di Vercelli: “Nonostante l’assenza fisica di un rappresentante dei sindacati all’interno del centro, la CGIL continua la promozione dell’attività di tutela dei lavoratori dall’esterno, tramite strutture specifiche. Benché Amazon conti svariati servizi che coinvolgono un piccolo numero di dipendenti (come la ristorazione, la vigilanza, gli addetti alle pulizie), fin da settembre 2017 la CGIL si è concentrata per lo più sulla logistica, dato che gli addetti al settore costituiscono il numero più grande di persone impiegate dall’azienda”.

Attualmente sono due le categorie che si occupano dell’attività sindacale legata ai dipendenti Amazon: coloro che sono sotto contratto di logistica sono seguiti dalla FILT (Federazione Italiana Lavoratori Trasporti), mentre La NIDIL (Nuove Identità di Lavoro) si occupa dei lavoratori in somministrazione, ossia coloro che sono stati assunti tramite agenzie interinali.

Tra i vari tentativi di promozione si ricorda, in primo luogo, l’organizzazione di assemblee per stimolare un confronto approfondito sul tema, che però non hanno riscontrato un gran numero di partecipanti. Un altro importante canale di contatto sono le relazioni tra la Camera del Lavoro e agenzie interinali come Manpower e Adecco.

È stata tentata, inoltre, una presenza in loco con camper, per essere più vicini al luogo di lavoro e al tempo stesso dare la possibilità ai dipendenti di avvicinarsi alla Camera del Lavoro. Questo progetto è stato pensato non per Amazon nello specifico, ma più generalmente per l’intero tessuto sociale presente nella zona industriale. Come sottolinea il segretario generale, “la visibilità è importante per segnalare la presenza sul territorio. Per questo in occasioni di momenti particolari, come nel giorno del Black Friday, la CGIL Vercelli Valsesia ha organizzato momenti di volantinaggio”.

Bossoni aggiunge che, sebbene finora non siano stati segnalati problemi o condizioni di disagio all’interno di Amazon, le relazioni sindacali tra la CGIL e l’azienda sono nulle. Avendo aperto da poco, il centro non ha un vissuto, là dove in molte aziende si sviluppano dinamiche lavorative che danno situazioni problematiche in tempi lunghi. Per questo motivo molte delle iniziative promosse fungono da richiesta all’azienda per un maggiore coinvolgimento dei sindacati nelle attività della struttura, di modo da poter aspirare a un trattamento economico omogeneo tra i vari stabilimenti a livello nazionale.

Un altro punto importante e a tutti visibile è l’inerzia da parte dei lavoratori, soprattutto i più giovani, verso l’attività sindacale. I lavoratori conoscono i sindacati e la loro funzione sul territorio, ma sono restii a contattarli, perché vengono visti come non conformi al loro interesse. Una tendenza ben rilevabile anche su scala nazionale.

Per concludere, sicuramente Amazon (e le altre realtà produttive di cui sopra) è veicolo di un forte incremento economico nel vercellese, ma essendo una realtà nuova in piena crescita il territorio si sta ancora adattando alla sua comparsa, elaborando interventi che aspirano a includere dipendenti e infrastrutture in un progetto a tutto tondo. Il fine è permettere lo sviluppo armonico di un’area che, dopo decenni di incertezze, sembra aver trovato nella new economy e nei suoi derivati una concreta speranza in un futuro produttivo.

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