Whirlpool raddoppia in Europa, fuori in 2.000

Il matrimonio con Indesit gonfia le vele del business europeo di Whirlpool che raddoppia gli utili nel vecchio continente, raggiungendo i 15 milioni di euro. Il gigante americano nonostante i buoni risultati finanziari, persegue imperterrito nella politica di ristrutturazione industriale, che rischia di buttare fuori dall’azienda un terzo degli oltre seimila e settecento dipendenti italiani. […]

Il matrimonio con Indesit gonfia le vele del business europeo di Whirlpool che raddoppia gli utili nel vecchio continente, raggiungendo i 15 milioni di euro. Il gigante americano nonostante i buoni risultati finanziari, persegue imperterrito nella politica di ristrutturazione industriale, che rischia di buttare fuori dall’azienda un terzo degli oltre seimila e settecento dipendenti italiani. Numeri che hanno fatto valutare come “inqualificabile” il piano di riorganizzazione italiana di Whirlpool, da parte del Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.

Con l’acquisizione di Indesit Company, Whirlpool Corporation ha raddoppiato le proprie dimensioni nella regione Europa, Medio Oriente e Africa (Emea), e ha oggi l’opportunità unica di creare un’azienda capace di competere sul mercato nei decenni a venire, nonché di continuare a creare valore per i dipendenti, i consumatori, i partner commerciali, i fornitori e gli azionisti”. Suonano quasi come una beffa alle orecchie dei dipendenti, le parole della multinazionale americana, che rischia di far saltare 2.060 posti di lavoro (sui 6740 totali in Italia), molti di più dei 1.350 annunciati a fine 2013, nell’accordo tra l’allora Indesit dei Merloni con il Governo, che ha blindato sino al 2018 i livelli occupazionali del Gruppo, evitando i licenziamenti.

La conferma di quanto la società sia cresciuta, viene dai dati del primo trimestre 2015. Tale periodo si è chiuso per Whirlpool con vendite nette dal gruppo definite “record” a 4,36 miliardi di euro, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente, percentuale che sale al 23%, escludendo l’impatto del cambio monetario e la caduta della domanda in Brasile. Venduti 16,2 milioni di pezzi in tutto il mondo, con un aumento del 28 per cento. L’utile netto sale a 173,5 milioni di euro, dai 145 milioni di euro dell’esercizio precedente, con un aumento del 18,8%, in base a quanto reso noto dalla stessa azienda a fine aprile. Whirpool Emea, la diretta interessata dall’integrazione con Indesit, fa registrare nel primo trimestre del 2015 vendite nette per 1,18 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 770 milioni di euro dello stesso periodo, dell’anno precedente, con 5,7 milioni di pezzi venduti. L’utile operativo della regione europea è più che raddoppiato passando dai 6 milioni e 359 mila euro dell’esercizio precedente, ai 15,4 milioni di euro attuali. “La società si aspetta per l’intero esercizio 2015 una stabilità attorno a un + 2%”, si legge nella nota Whirpool destinata agli investitori. “I nostri piani di integrazione in Europa e Cina rimangono in pista e abbiamo intrapreso azioni per superare i movimenti valutari recenti “, ha dichiarato Jeff M. Fettig, presidente di Whirlpool Corporation . “Continuiamo a investire nel nostro portafoglio di marchi leader e prodotti innovativi, adeguandoci ad un’economia globale che continua ad essere volatile“. Whirpool vuole ridurre i costi derivanti dall’integrazione con Indesit e per farlo punta su una significativa riduzione dei livelli occupazionali, con il conflitto tra sindacati e vertici aziendali, che potrebbe portare a scaricare sui cittadini italiani, almeno parzialmente grazie agli ammortizzatori sociali, i costi di fusione tra le due società.

La risposta dei sindacati è lo sciopero generale di tutto il gruppo il prossimo 12 giugno, oltre alle proteste già attuate nei giorni scorsi a Carinaro (Caserta) dove Whirlpool vuole cancellare con un colpo di spugna l’intero stabilimento e gli 850 dipendenti, altro sciopero a Fabriano il 25 maggio, dove di fronte ai cancelli dello stabilimento della sede centrale, è intervenuto anche Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. “L’acquisizione ha avuto come risultato anche la duplicazione di alcuni ruoli, che al momento deve essere affrontata al fine di assicurare un’organizzazione efficiente ed efficace”, prosegue la nota aziendale. Whirpool torna sui suoi passi e inizia a colpire, non soltanto come prevedibile le sedi Indesit, ma anche il cuore della sua presenza italiana, a Comerio e Cassinetta in provincia di Varese. Sovrapposizione tra colletti bianchi, settore ricerca e sviluppo, riorganizzazione produttiva, muteranno irreparabilmente la dislocazione e la funzionalità del settore del bianco. Sono 480 gli impiegati che dovranno fare le valige, di cui 200 a Fabriano, insieme a 35 addetti dell’area Ricerca e Sviluppo, altri 200 impiegati per Comerio e Cassinetta, oltre a 75 addetti R&S, 80 impiegati a Milano. Annunciate 280 assunzioni a Cassinetta.

L’azienda conferma la propria disponibilità a non procedere con licenziamenti unilaterali fino alla fine del 2018 anche per la popolazione impiegatizia – si legge nella nota stampa Whirlpool – sarà creata un’organizzazione sostenibile, assegnando responsabilità precise a ciascuna sede. Allo stesso tempo verrà preservata una struttura multi-regionale, mantenendo la presenza nelle regioni dove abbiamo oggi i nostri centri amministrativi, facendo leva sulle migliori abilità e competenze”. La mappa logistica delle funzioni aziendali lascia a Cassinetta la gestione della catena di distribuzione, produzione centrale, settore acquisti, ricerca e sviluppo e il supporto per finanza, risorse umane e sistemi informatici; a Comerio il gruppo di comando, il marketing di marchio e prodotto, vendite Europa, finanza, risorse umane, ufficio legale, pianificazione strategia, marketing e vendite Italia, supporto sistemi informatici. A Fabriano il servizio qualità e clienti, sistemi informatici, ricerca e sviluppo, attività del mercato Italia, parte settore acquisti e supporto per finanza, risorse umane ed ufficio legale.

Il centro di ricerca di None, Carinaro e Albacina saranno chiusi. La situazione si annuncia meno drammatica nelle Marche, dove parte dei 515 esuberi, tra operai e impiegati, potrebbero essere riassorbiti a Melano, destinato a diventare uno stabilimento unico in Europa per la produzione di 2.000.000 di piani cottura all’anno, dagli attuali 800 mila. Ai sindacati Whirlpool ha detto che lo stabilimento servirà anche negli anni a venire, ma la paura è che dopo il 2018 l’azienda possa trasferire altra produzione e posti di lavoro, nonostante i 500 milioni di euro di investimenti annunciati in quattro anni, verso i Paesi dell’Est Europa, dove il costo del lavoro è decisamente inferiore a quello italiano.

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