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Dagli anni Ottanta a oggi quanto è cambiato il mondo della vendita? Praticamente, quasi per nulla. Sono invece molto cambiate le nostre abitudini di acquisto. Da una serie di indagini e ricerche di mercato emerge che: l’89% dei clienti inizia il processo di acquisto con una ricerca online (Fleishmann-Hillard); il 75% dei clienti afferma di […]
Dagli anni Ottanta a oggi quanto è cambiato il mondo della vendita?
Praticamente, quasi per nulla. Sono invece molto cambiate le nostre abitudini di acquisto. Da una serie di indagini e ricerche di mercato emerge che:
Le aziende italiane, però, non riescono a stare ai ritmi di questa evoluzione quando si tratta di adeguare sistemi e processi di vendita.
Se penso agli anni Ottanta mi viene in mente un’immagine che ritrae squadre di agenti di vendita di aziende venete di seconda marca (ovvero aziende con un brand poco conosciuto) che battono la Brianza collezionando appuntamenti a freddo e utilizzando come strumento di vendita un catalogo prodotti dell’azienda o delle aziende rappresentate. Periodicamente, o su richiesta, l’agente poi passava dal cliente a ritirare le copie commissione da portare in azienda o spedire via fax.
Quanto è cambiata la situazione oggi? Parlando con commerciali e agenti di vendita, pare non di molto. Perlomeno se facciamo riferimento alle piccolissime, piccole e medie imprese italiane: come conferma l’ISTAT nell’annuario del 2017, la loro propensione alla tecnologia è alquanto scarsa. Basti pensare che solo il 71,3% delle imprese con più di 10 addetti è presente sul Web con un sito Web proprietario o una pagina, e che solo il 7,6% permette di tracciare online lo stato dell’ordine. Probabilmente l’unico cambiamento diffuso capillarmente è la sostituzione del fax con l’e-mail.
Quando parlo con le aziende mi trovo davanti a situazioni di due tipi:
Ovviamente ci sono le eccezioni, però il numero di imprenditori, manager e aziende illuminate è una piccola percentuale rispetto al numero complessivo di attori presenti sul territorio.
Per rispondere a questa domanda, si rende utile una serie di indagini da cui emerge che:
Le persone sono alla ricerca del valore. Essere credibili e saper costruire rapporti basati sulla fiducia ci permette al momento opportuno di essere scelti e battere la concorrenza.
Recentemente ho fatto una lunga conversazione con Paolo Susani, direttore commerciale del gruppo Zucchetti, dove abbiamo parlato di come la digital transformation stia cambiando le nostre abitudini, trasformando modi e modelli di business sia nelle grandi imprese che nelle PMI, e come questo influenzi il mondo della vendita. Nuovi approcci come il social selling prendono sempre più piede e permettono alle aziende di aumentare fatturati e numero di clienti, concentrandosi su questi e sui prodotti e servizi più profittevoli e individuando nuove nicchie e nuovi mercati.
Premesso che un progetto di social selling è un progetto strategico che coinvolge l’azienda nel suo complesso, partendo dall’area marketing e vendite (reparti che devono essere allineati rimanendo in costante comunicazione, per tracciare la rotta e definire le buone pratiche vincenti che portano a risultati concreti) nel tempo ho identificato 8 elementi indispensabili per il successo dell’iniziativa.
Decidi tu come ordinare per priorità gli elementi. Ricordati però che anche solo omettendone uno comprometti la riuscita del progetto.
Indipendentemente dalle dimensioni aziendali e dal settore in cui opera la tua impresa, il mio consiglio è di iniziare a pensare come sia possibile utilizzare LinkedIn in ambito commerciale, avviando un progetto di social selling aziendale con l’obiettivo di aumentare dal 10 al 30% la generazione di opportunità di vendita.
Photo by Yannik Sauerwein on unsplash.com
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