
Il favoleggiato welfare del nord Europa è l’idillio che si racconta nelle convention di management? L’abbiamo chiesto a chi l’ha vissuto in prima persona.
Il film della Pixar Inside Out che è uscito da poche settimane nei cinema può piacere o no (a me è piaciuto), ma ha il pregio di parlare di emozioni. Facciamo fatica a parlare di emozioni e fatichiamo a definirle. Spesso non vengono prese in considerazione, poco quando siamo piccoli e ancor meno da adulti. Questo […]
Il film della Pixar Inside Out che è uscito da poche settimane nei cinema può piacere o no (a me è piaciuto), ma ha il pregio di parlare di emozioni. Facciamo fatica a parlare di emozioni e fatichiamo a definirle. Spesso non vengono prese in considerazione, poco quando siamo piccoli e ancor meno da adulti. Questo è vero in ogni contesto, ma lo è particolarmente al lavoro e in azienda. Pare che le nostre emozioni non ci seguano quando andiamo in ufficio. Le ignoriamo e facciamo finta che non ci siano (anche quelle degli altri).
Ma noi siamo emozioni e sentimenti, ci muoviamo insieme a loro, ne proviamo in continuazione e sono loro che ci danno gli stimoli per agire (e che ci hanno aiutato a sopravvivere nei millenni). Le emozioni, quindi, sono per noi informazioni e strumenti importanti.
È importante sapere che le emozioni negative minano la capacità del cervello di pensare e di trovare soluzioni creative. La rabbia, il senso di colpa, il panico, il risentimento, la vergogna, la paura, l’ansia generano una sorta di ‘oscuramento’ delle nostre capacità mentali. In un ambiente di lavoro le emozioni spiacevoli possono scatenare reazioni che portano la perdita di capacità di lavorare in team, la capacità di essere curiosi e la disposizione a essere creativi.
Ci sono molti studi, ad esempio quello di Barbara Friedrickson, che suggeriscono come invece le risorse generate dalle emozioni piacevoli possono aiutare le persone a superare le battute d’arresto e avviare nuove imprese; dimostrano come queste aiutino gli imprenditori a negoziare meglio, a migliorare il processo decisionale, ad aumentare la creatività e a raggiungere alte prestazioni.
“Abbiamo creato ambienti di lavoro d’ufficio molto stressanti, anche se un cervello stressato è notevolmente meno produttivo. […] Tutto ciò sarebbe comico se non fosse così dannoso. La responsabilità sta nel fatto che raramente gli scienziati che studiano il cervello dialogano con insegnanti e professionisti del mondo del lavoro, con educatori e ragionieri, con provveditori agli studi e amministratori delegati di aziende.” Questo è ciò che scrive John Medina nel suo libro Il cervello. Istruzioni per l’uso.
Insomma per lavorare bene ed essere produttivi, cioè per fare in modo che le risorse investite siano proporzionate rispetto ai risultati ottenuti, non possiamo prescindere dall’ambiente e dal contesto che ci circonda. Come stiamo quando entriamo in ufficio? Come ci sentiamo quando apriamo il nostro client di posta? Che emozioni ci suscita lavorare in quella determinata zona o in quella particolare situazione? Se “il nostro successo dipende interamente dallo stato emotivo”, come afferma Medina, e lo stato emotivo è fortemente influenzato dall’ambiente e dalle condizioni in cui ci si trova allora dobbiamo fare molta più attenzione alle condizioni di lavoro, non c’è scelta, solo così saremo più produttivi.
L’ambiente di lavoro favorisce la produttività se è accogliente e comunica serenità, se permette di gestire al meglio il flusso di lavoro, se lascia lo spazio, fisico e mentale, per lavorare al meglio, se aiuta a portare a termine i compiti nei tempi prestabiliti, se permette di trovare le cose importanti rapidamente e se non fa perdere tempo prezioso. Tutto questo corrisponde ad uno spazio di lavoro gradevole e ospitale, ordinato e organizzato.
Ecco quindi alcuni consigli per favorire la produttività e il buon umore:
Se non vogliamo organizzare per noi, facciamolo per le nostre emozioni.
Il favoleggiato welfare del nord Europa è l’idillio che si racconta nelle convention di management? L’abbiamo chiesto a chi l’ha vissuto in prima persona.
Scarica il podcast della puntata. Maurizia Cacciatori è tanti piani sovrapposti. È certamente la grande campionessa che ha vinto tanto nei club, sia in Italia che in Spagna, e che ai Mondiali del 1998 è stata premiata come miglior palleggiatrice del torneo. Poi è colei che, con il suo stile e la sua immagine, è riuscita […]
Dall’asilo nido alle scuole superiori e all’università, scolari e studenti corrono lungo una linea retta tracciata dall’insegnamento. Maestri e professori tengono lezioni, interrogano gli allievi, fanno svolgere compiti in classe e a casa. Esami seguiti da diplomi e lauree certificano che l’insegnamento è andato a buon fine. È quindi giunta l’ora di cercare il fatidico […]