- Advertisement -
A Napoli i giovani riscoprono la sartoria grazie al sistema duale

A Napoli i giovani riscoprono la sartoria grazie al sistema duale

La formazione che accosta giovani e aziende ha fatto la fortuna della Germania, ma funziona anche a Napoli. Ce lo racconta un imprenditore della sartoria.

Sapete per quale motivo in Germania la disoccupazione giovanile è tra le più basse d’Europa, ovvero quasi nulla? Una delle ragioni è che la formazione è al servizio del lavoro, in un sistema scolastico/formativo in cui i giovani, scelto un percorso superiore, accanto alla formazione teorica in aula affiancano quella pratico-operativa in azienda. Azienda che è ben lieta di accoglierli nelle sue linee di produzione, e anzi se li va a scegliere direttamente tra i banchi di scuola, offrendogli percorsi innovativi e concreti, promettendo e mantenendo la garanzia di un impiego certo, qualificato, indeterminato.

È il cosiddetto sistema duale, che in Italia trova applicazione negli IeFP, negli IFTS, ma soprattutto negli ITS. Quello duale è un sistema win-win per aziende e studenti: le prime combattono l’obsolescenza delle conoscenze e il naturale turn over delle risorse umane, che di generazione in generazione si trasmettono un know how difficilmente trasferibile in altro modo se non in un naturale affiancamento sulla linea di produzione; i secondi apprendono poco per volta dei saperi lavorativi, dopo un periodo di prova (spesso in Alternanza Scuola Lavoro e/o in apprendistato), scegliendo in naturale continuità con la scuola la strada per la quale sentono più attitudine. Ma c’è di più: sgravi fiscali fino a sette anni per le aziende, retribuzione in vari scaglioni per gli studenti.

Tutto sta nel provare per crederci, come diceva un famoso adagio degli anni Ottanta. E se inizi a crederci lo fai davvero: ti cambia la vita dell’azienda e contribuisci a cambiare quella di un giovane. È il caso di Vincenzo e M.G.. Lui è erede di un’antica famiglia di sarti partenopei, gli Attolini, lei una diciannovenne di Scampia, periferia nord di Napoli, con tanta passione, un talento da alimentare e un sogno da costruire. Lo scenario è il progetto IeFP Operatore dell’abbigliamento realizzato dalla EITD scarl, centro di formazione partenopeo, nell’ambito della sperimentazione promossa dalla Regione Campania proprio sul sistema duale. Abbiamo fatto qualche domanda a Vincenzo Attolini per capire com’è nata quest’esperienza.

Vincenzo, perché ha deciso di accogliere tra le fila della Stile Latino (oggi marchio commerciale dell’antica sartoria Attolini) una giovane studentessa poi divenuta apprendista?

Innanzitutto per lo spirito di questo progetto, che unisce la formazione teorica a quella pratica e quindi ci fa entrare in contatto con ragazzi che seppur giovani hanno già una formazione pratica da utilizzare in un ambiente lavorativo. Come già accade in nord Europa e negli Stati Uniti, in cui l’aula è a fianco alla bottega, in un sistema fruttuoso che si alimenta reciprocamente.

Quindi lei è un fan del sistema duale?

Si, noi lo abbiamo sempre fatto; forse non si chiamava così, ma siamo sempre stati alla ricerca di giovani talenti a cui insegnare il nostro sapere. La Attolini è un’azienda moderna, ma è ancora una realtà artigianale, poiché ha ancora molte fasi di lavorazione così com’erano una volta, come le ha insegnate a me mio padre e a lui mio nonno (Cesare Attolini e Vincenzo Attolini senior, N.d.R.). Ma oggi fatichiamo a trovare giovani che abbiano innanzitutto una passione autentica per questo mestiere, e che dimostrino poi di avere un talento. Giovani che con tenacia, impegno e dedizione possano trovare il loro posto nella nostra azienda.

Perché, oggi cosa accade?

Oggi si va molto più velocemente, ma per questo mestiere ci vuole tempo, molto tempo: ci si deve conoscere reciprocamente per capire se si è compatibili, se si vuole crescere insieme, cioè se si vuole portare avanti un’idea, un progetto. E se si riesce a fare questo, allora c’è un’opportunità per tutti, per l’azienda e per il lavoratore, ma soprattutto per un territorio e per la sua tradizione e vocazione.

A proposito di tradizione. La sartoria partenopea è ancora solo un mestiere per uomini?

No, per me non lo è più. Io penso che un lavoratore, soprattutto in questo settore, debba avere talento, passione. Se poi guardo alla Stile Latino ho delle bellissime testimonianze di donne, lavoratrici bravissime e capaci; perché le donne hanno una marcia in più. Nel mio organico il 70% dei lavoratori sono donne. Sono stato tra i primi a introdurre le donne in fasi che erano prettamente maschili. Trent’anni fa ho fatto grandi battaglie per questo. Per questa mia idea “folle”, quante litigate ho fatto con mio padre!

M.G. è l’ultimo bell’esempio di una ragazza con talento e passione che ha avuto una grande opportunità. Vincenzo Attolini ha attivato in Campania il primo apprendistato di primo livello per una ragazza iscritta al percorso triennale IeFP dopo un periodo di alternanza scuola lavoro. L’apprendistato si concluderà con il conseguimento della qualifica di operatore dell’abbigliamento; in alternativa, se l’azienda e lo studente lo vorranno, potrà continuare in un ulteriore percorso di apprendistato, oppure trasformarsi in un contratto a tempo indeterminato, che è il risultato sempre auspicabile al termine di un percorso duale.