Tutti a casa ma coi tour virtuali dei musei

Le abitudini cambiano, la cultura si adatta. In tempi d’emergenza coronavirus musei, teatri e gallerie sono stati i primi a chiudere e, con molta probabilità, saranno gli ultimi a riaprire. Decreto dopo decreto hanno modificato gli orari, calibrato gli accessi, preso le distanze, fino alla chiusura definitiva dell’8 marzo. Chiusi gli spazi fisici, gli addetti […]

Le abitudini cambiano, la cultura si adatta. In tempi d’emergenza coronavirus musei, teatri e gallerie sono stati i primi a chiudere e, con molta probabilità, saranno gli ultimi a riaprire. Decreto dopo decreto hanno modificato gli orari, calibrato gli accessi, preso le distanze, fino alla chiusura definitiva dell’8 marzo. Chiusi gli spazi fisici, gli addetti ai lavori si sono reinventati per riaprire le porte in un mondo parallelo: quello virtuale. Perché è vero, siamo a casa, ma non perdiamoci di vista. Per questo ci hanno messo la faccia, creando iniziative che si spera potranno essere mantenute anche per il futuro, quando l’emergenza sarà davvero finita.

 

Dirette, letture, podcast, tutorial: come si ripensa l’attività culturale

Mostre e musei: dalla Festa della Donna, tutto chiuso. Ma chi ci lavora, nei luoghi culturali italiani, non si è mica arreso, e già dal giorno dopo l’obbligo di chiusura si è messo a lavorare per limitare e accorciare le distanze. L’esigenza di ristabilire un contatto e mantenere un legame nel tempo con i propri utenti ha portato subito gli operatori della cultura, non solo i social media manager, a tirare fuori tutta la loro creatività. I piani editoriali, quelli sì, sono stati ripensati, integrati – rispetto a prima – con più dirette per raccontare le mostre, le curiosità che si celano dietro i quadri e le fotografie, oltre a focus e approfondimenti con esperti del settore.

Pensate agli Uffizi di Firenze, che su Instagram sono diventati un po’ i Ferragnez dell’arte: il profilo @uffizigalleries conta oltre 457.000 follower (dato dell’8 aprile 2020) e grazie all’uso sapiente delle stories e a un feed non scontato – che permette di scoprire opere inedite e curiosità – in questo momento di emergenza stanno diffondendo ancora cultura, con pillole quotidiane di bellezza che creano una forte dipendenza. Sui social.

Anche Casa dei Tre Oci, uno spazio espositivo di Venezia dedicato alla fotografia, punta sulla potenza di Instagram. Chiusa fino a data da destinarsi, la struttura propone sui social la mostra del fotografo francese Jacques Henri Lartigue. Ovvero lascia la parola a curatori, critici, ma anche allo staff della struttura, per raccontare con uno sguardo inedito l’esibizione. Tra dirette e immagini, quindi, c’è chi descrive la foto preferita e chi qualche aneddoto relativo alla vita dell’artista. Insomma: se questa mostra non la puoi vedere ci pensano loro a raccontartela. Così le distanze si accorciano, l’utente si sente protagonista, e si crea un rituale che non si può perdere.

Seguendo il mantra #Iorestoacasa e #Museichiusimuseiaperti, anche un altro spazio espositivo dedicato alla fotografia ha creato un vero e proprio palinsesto d’appuntamenti che coinvolge più canali. Questa volta siamo a Torino, dove Camera – Centro Italiano per la Fotografia non si limita a raccontare la mostra, ma spazia su tutto il mondo della fotografia con diversi approfondimenti. Amate leggere? Lo spazio libreria è attualmente chiuso, ma è aperto virtualmente, e alcuni estratti dei libri riposti sugli scaffali si possono ascoltare grazie ai podcast realizzati appositamente. Avete bambini? Allora perché non seguire i video-laboratori dedicati ai più piccoli? Tutto è stato ripensato per essere riproposto e seguito online. Per tutti e da tutti.

 

Tour virtuali: le mostre e i musei sbarcano online

#Iorestoacasa, e la mostra me la guardo dal pc. O dal tablet, o dallo smartphone. Niente biglietto d’ingresso, solo una connessione veloce e un po’ di dimestichezza con gli strumenti, e in pochi click si è già immersi in un’altra dimensione.

Non è la stessa cosa, ovviamente. Eppure, anche in questo caso, le distanze si accorciano e la cultura entra nelle nostre case sotto una nuova veste. Ed è così che, dalla Cappella Sistina alla Reggia di Versailles, complice la collaborazione con quel colosso di Google Arts & Culture, c’è la possibilità di visitare i nostri luoghi del cuore, oltre a scoprirne di nuovi. Questi tour virtuali, che esistono già da molto tempo, in questo periodo sono stati ampiamente rivalutati perché sono la soluzione più impattante e immersiva per godersi una mostra da lontano. Il ruolo di chi lavora in questo campo sta cambiando, perché deve trovare il modo migliore per permettere a tutti di godere della bellezza del nostro patrimonio artistico, mantenendo alta l’attenzione con un costante “effetto wow”.

Non solo monumenti, ma anche le mostre si possono fruire online. Come quella di Raffaello, alle Scuderie del Quirinale di Roma, ripensata per un pubblico virtuale con videoracconti, approfondimenti e incursioni nell’esposizione. Le luci si riaccendono anche alla Tate Modern di Londra, al Van Gogh Museum e al MoMa di New York, che, chiuso al pubblico, ha reso disponibile, ad accesso illimitato e gratuito, l’archivio di tutte le mostre dal 1929 in poi. Anche qui l’accesso è semplice, basato su ricerche cronologiche o parole chiave, per consentire a tutti la fruizione.

 

Anche l’ufficio stampa si reinventa

Tra esibizioni chiuse e rimandate, anche l’ufficio stampa subisce inevitabilmente uno stop. Oppure no? Non solo lavoro in modalità smart working: anche qui c’è chi si reinventa la professione in modo creativo, come Clp Relazioni Pubbliche di Milano, che si affida a Spotify per creare splendide playlist musicali. Nate come colonna sonora di alcune importanti mostre, oggi si trasformano e vengono realizzate da giornalisti, curatori e artisti che lavorano nel mondo dell’arte e della cultura.

Anche un altro ufficio stampa italiano, Civita Mostre, lancia iniziative sui social, come la possibilità di partecipare a challenge fotografici su Instagram o scrivere racconti, per narrare come si trascorre la vita in casa in questi tempi legati all’emergenza COVID-19. La parola chiave qui è coinvolgere, non solo mantenere un legame.

 

Scuole e grandi aziende: la cultura è per tutti

Tutto chiuso, tutto aperto. Ancora una volta Internet, i social e lo smart working suggeriscono nuovi approcci alla fruizione della cultura. Se fuori non si può uscire, perché non approfittare del tempo libero in modo costruttivo? Molte realtà hanno creduto in questa affermazione e hanno iniziato a reinventare le loro attività per offrire gratuitamente corsi, workshop, dirette, approfondimenti.

Anche in questo caso tutto è stato ripensato: spesso abituati al vis-a-vis, si è dovuti passare repentinamente all’uso di strumenti multimediali o piattaforme in grado di sostenere l’accesso multiplo di utenti. Lo hanno fatto piccole realtà, come scuole di marketing, scuole di design e fotografia, ma anche grandi aziende come Nikon e Leica, che hanno offerto ai loro utenti, fotografi professionisti e non, lezioni gratuite su basi e tecniche avanzate di fotografia, utilizzando le dirette di Facebook. Un modo per stare uniti, creare empatia e un legame forte che rimarrà anche nel post COVID-19.

Sì, con molta probabilità, la bellezza e la cultura ci salveranno. Per questo anche i comuni italiani e il Mibact stanno investendo molto in questo campo. Abbiamo parlato dei tour virtuali, che il Ministero sostiene a gran forza, ma anche i comuni ci stanno mettendo del loro per condividere contenuti di approfondimento non solo per sostenere i luoghi della cultura, ma anche per sollevare il morale della gente.

Anche la comunicazione, quindi, al tempo del virus, cambia. C’è voglia di ritornare ai musei, di riappropriarsi e circondarsi di meraviglia, e allora nascono i flash mob artistici su Instagram. L’ultimo, autorevole, è stato proprio lanciato dal Mibact che con “Art you Ready?” ha chiesto (con successo) a tutti i suoi follower di postare su Instagram foto di musei chiusi per riaprirli virtualmente. Cambia anche l’approccio degli assessorati culturali dei comuni italiani e delle aziende di promozione turistica. Come il Comune di Reggio Emilia, che nella sua pagina dedicata alla cultura lascia il suo carattere puramente informativo e, lanciata l’iniziativa “Eventi a casa tua”, punta a creare una comunità forte, condividendo contenuti d’approfondimento tematico, podcast e letture.

E non dimentichiamo la beneficenza. Non solo aziende, ma piccole realtà e professionisti hanno unito le forze per creare iniziative a scopo benefico. Tra le tante, grande successo per l’iniziativa “100 fotografi per Bergamo” lanciata da Perimetro di Milano; una call a favore del reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una delle città più colpite dall’epidemia. In questo caso 100 noti fotografi hanno messo in vendita 100 loro fotografie per donare il ricavato a questa realtà ospedaliera. Perché quando il mondo della cultura chiama, l’Italia risponde sempre.

 

 

In copertina una delle foto esposte alla Casa dei Tre Oci di Venezia: la mostra di Jacques Henri Lartigue, “L’invenzione della felicità”, è visitabile online.

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