Un posto dove mi è piaciuto stare

Un posto dove mi è piaciuto stare per avere il polso del mercato del lavoro del Paese è stato il Nobìlita Festival a Bologna. Visto che conosco l’avversione di Osvaldo per i pipponi melensi intrisi di grazie e citazioni di Steve Jobs e similia, non vi dirò nulla di più del fatto che a Nobìlita, […]

Un posto dove mi è piaciuto stare per avere il polso del mercato del lavoro del Paese è stato il Nobìlita Festival a Bologna.

Visto che conosco l’avversione di Osvaldo per i pipponi melensi intrisi di grazie e citazioni di Steve Jobs e similia, non vi dirò nulla di più del fatto che a Nobìlita, alle Officine Golinelli, si è visto un campionario di gente vera.

Lontani dalle necessità di apparire e vendere qualcosa a tutti i costi, ho apprezzato la deposizione delle asce da guerra del marketing e l’abbandono della creazione della asimmetria informativa.

Ho stimato che, alla chiamata di FiordiRisorse, abbiano risposto persone di tutte le nature ed estrazioni, che hanno accettato di dire la loro, senza però considerare carne da macello il pubblico o gli altri ospiti.

Ho apprezzato il garbo di tutti nel dire qualcosa di pensato, senza accostare offerte 2 per 3, biglietti di eventi last minute e senza la necessità di iscriversi a scuole di approfondimento o sottoscrivere mail che ti sprofondano dell’abisso senza ritorno dei funnel di marketing sulla base del principio di scarsità.

Persino gli sponsor sono stati discreti e raffinati, per non parlare dell’eleganza signorile dei padroni di casa Golinelli.

Strabiliante.

Ho ammirato che in tanti si siano guardati in faccia per capire da che parte andare senza però farcire i discorsi con “ Credetemi quando vi dico…” o “ Vi garantisco che …”.

Non voglio essere frainteso, io non ho simpatie per chi demonizza il mercato e poi si gode i frutti.

Ma in questo caso non c’erano frutti di cui godere.

Nobilita è stato uno di cui rari momenti in cui, in questa esistenza monodimensionale trasformata in mercato, ci si è fermati e spogliati da un bel po’ di sovrastrutture e si è tentato di dipingere scenari intellegibili e strade concepibili.

Privi il più possibile della patina manipolatoria del marketing che conosciamo tutti e che tutti adoperiamo in misura diversa ma generalizzata.

Ho apprezzato la pulizia e l’onesta intellettuale degli attori e spettatori che ho visto e sentito io, ho apprezzato il sorriso dei ragazzi del team.

Sempre.

Forse non avremo capito tutto e non avremo detto tutto quello che c’era da dire.

Forse non abbiamo cambiato il mondo.

Ma siamo stati bene in tanti e siamo tornati a casa con qualche speranza in più.

Il resto si vedrà.

Questo è il senso che ho colto a Nobìlita.

Grazie.

 

[originariamente pubblicato su LinkedIn Pulse]

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