Una vita in banca dati

Da qualche parte siamo segnati e tracciati, qualcuno impropriamente direbbe schedati. A fine aprile, il Garante della Privacy ha richiamato l’attenzione sul fatto che serva più trasparenza da parte della Polizia nell’utilizzo delle banche dati che riguardano i cittadini: è più che legittimo – questo il senso della presa di posizione garantista assunta in un […]

Da qualche parte siamo segnati e tracciati, qualcuno impropriamente direbbe schedati.

A fine aprile, il Garante della Privacy ha richiamato l’attenzione sul fatto che serva più trasparenza da parte della Polizia nell’utilizzo delle banche dati che riguardano i cittadini: è più che legittimo – questo il senso della presa di posizione garantista assunta in un paio di pareri recentemente indirizzati al Ministero dell’Interno – che questi ultimi sappiano quali operazioni vengono effettuate con i loro dati e, non di minor conto, per quanto tempo queste informazioni riservate restino in mano loro. La chiamano “gestione di informazioni personali per fini di polizia attraverso data base”: azioni necessarie e imposte dall’alto.

Il recente terremoto che ha piegato un pezzo di Marche mette a nudo non tanto i limiti della natura, che fa il suo lavoro, quanto quelli della politica, che invece non fa il suo. Nelle situazioni di emergenza affiorano in superficie lacune grandi e piccole che all’improvviso si fanno voragini.

Giovanni Bernardini, Presidente Copagri Marche, mentre lo ascolti sembra racconti la vita di almeno tre persone per quanti progetti segue. “Sento dire spesso che bisogna comunicare l’importanza di rilanciare il turismo nelle Marche e di promuovere giustamente il messaggio di una regione che è pronta a ripartire e di cui turisti e operatori del settore non debbono aver paura. Tutto corretto ma prima di avviare campagne serve avere dati certi e progetti degni di sostenibiltià”. Il suo racconto sulle condizioni del post sisma prosegue tra bilanci e preoccupazioni che non allentano la morsa. “Lo scorso anno l’associazione Marche Bike Life, al termine della consueta tappa cicloturistica, raccolse a Londra l’entusiasmo di centinaia di ciclisti che sarebbero venuti a spendere tempo e vacanze in questi territori nell’estate 2017. Il terremoto ha fatto saltare ogni piano e i tour operator stranieri si sono messi in allerta; è lì che l’associazione si è ingegnata per far sì che quei turisti non andassero dispersi, invitandoli a venire nelle Marche ora più di prima, proprio per dare un segnale. L’idea sembrò ineccepibile fino a quando qualcuno chiese a Mauro Fumagalli, biker e presidente dell’associazione, quanti posti letto avrebbero trovato per alloggiare nelle strutture ricettive della zona.

Sante banche dati, quando esistono. E quando non esistono?

La Regione Marche non ne aveva e nemmeno altri enti. “Anche a distanza di qualche mese, non erano ancora disponibili elenchi aggiornati sull’agibilità delle strutture colpite nella provincia di Macerata, la provincia che in assoluto si trova tuttora nella posizione più critica per via dei danni e dei sostegni che tardano a farsi vedere in maniera tempestiva e sensata. E’ lì che abbiamo pensato di partire intanto da ciò che avevamo. Bisognava portare attenzione su questo dramma, farlo vivere a chi potesse poi a sua volta raccontarlo e promuoverlo, invitare giornalisti nazionali per farli venire qui e girare in bici queste terre e questa gente. Abbiamo così creato un file che raccogliesse tutti gli agriturismi e i b&b inseriti nei nostri circuiti e a quel punto l’unico modo per mapparli era mettersi in bici e iniziare a visitarli uno ad uno”.

E’ andata proprio così e lo testimonia “Jemo – La ruota non si ferma mai”, il progetto solidale di cicloturismo che mette in collegamento le città di Civitanova Marche e Foligno attraverso la dorsale appenninica dei Monti Sibillini che sono il simbolo della frattura.

“L’agibilità e la disponibilità delle strutture turistiche colpite dal terremoto sono state misurate e inserite in un sistema di catalogazione del tutto diverso rispetto al solito. I ciclisti stanno andando paese per paese a capire la situazione, a spiegare il progetto di accoglienza, a chiedere se hanno voglia di ricominciare da un’idea di economia nuova”.

Talmente alta è stata la risposta che molti di loro si sono resi disponibili ad ospitare tempestivamente la stampa nazionale – 12 giornalisti di settore – che ha da pochi giorni vissuto questa esperienza su due ruote proprio sotto i Sibillini, vedendo con occhi propri le condizioni effettive in cui vive ormai da mesi buona parte della provincia di Macerata. Marche e Umbria sono regioni piccole che ancora una volta sono state chiamate a fare le grandi, ancora una volta da sole.

L’economia del cicloturismo muove in Italia un mercato da 47 miliardi di fatturato di cui appena 3 milioni movimentato nelle Marche. Ipotizzare un percorso di collegamento turistico alternativo al tradizionale circuito stradale potrebbe creare varchi economici imprevisti i cui presupposti sono già tutti presenti. Nel frattempo, i chilometri macinati da Mauro Fumagalli, Silla Gambardella e i loro colleghi sono serviti a misurare i bisogni delle frazioni isolate, a consegnare beni di prima necessità a frazioni e tendopoli in ginocchio. Video come questi, girati in bici con temperature sottozero, hanno in sé tutta la spina dorsale dei progetti che ce la faranno. A renderli efficaci viene da pensare sia l’atto volontario con cui nascono e poi crescono.

Dall’altra parte del mondo, sempre in tema banche dati, è stata raccolta la più grande collezione di cellule staminali ricavate da volontari sani. Un lavoro di quattro anni portato a termine da un gruppo di università coordinate da Daniel Gaffney a capo del Wellcome Trust Sanger Institute,  ente di ricerca britannico no-profit. A parlarne, per prima, è stata la rivista Nature che descrive come il gruppo di lavoro, dopo aver ricavato i gruppi di staminali di riferimento dalle biopsie della pelle di 301 volontari sani, abbia prodotto più linee di staminali per ogni soggetto, arrivando ad un totale di 711 linee cellulari corredate di informazioni dettagliate su genoma, proteine presenti e relativa biologia. La banca dati volontaria, senza precedenti, è ora messa a disposizione di ricerca e industria per studiare malattie e cercare molecole utili a combatterle.

L’autorinnovamento è senza dubbio la peculiarità delle staminali, le conosciamo per questo.

Quanti elementi in comune con un progetto su due ruote che sta cercando di curare una terra e chi ci vive sopra.

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