
Dal lavoro di oggi ci si isola o si fugge: non siamo più in contatto con quelle norme etiche che chiamavamo cultura. Questo rende il futuro un’emergenza sociale.
“Aiutateci con perizie geologiche, mezzi pesanti e condivisioni”: Nuvoleto, frazione isolata dalle frane dell’alluvione in Emilia-Romagna, ha avviato una raccolta fondi che chiama in causa mestieri e professioni, ottenendo già i primi risultati. È il territorio che cerca di guarire attraverso il lavoro
L’alluvione dell’Emilia-Romagna è iniziata il 16 maggio, sebbene le avvisaglie si fossero palesate nel faentino già qualche giorno prima. L’abbiamo vista crescere nei notiziari e nei giornali, occuparne una parte sempre più ampia, fino quasi a soffocare il resto: è esondato un altro fiume, si è allagato un altro paese, altre persone sono state costrette a sfollare.
Quando in quattro giorni cade la metà della pioggia di un anno intero succede che l’acqua rompe gli argini e cambia faccia alle colline, fino a esondare nella coscienza collettiva sotto la voce “emergenze”, in quell’idea di sopravvivenza a posteriori da cui l’Italia non riesce a staccarsi.
Piove anche in redazione, in questi giorni; però notizie, e talvolta richieste. Come quella di Nuvoleto.
L’indirizzo la riporta al Comune di Mercato Saraceno, in provincia di Forlì-Cesena, ma il paese più vicino è Linaro, al quale la frazione di Nuvoleto è collegata tramite una strada vicinale di circa tre chilometri. A guardarla sulle mappe – dove si chiama SP29 o, appunto, via Nuvoleto – sembra un capillare che si intortiglia sulla collina.
Le piogge alluvionali dei giorni scorsi, qui, hanno fatto disastri. L’unica strada che collega Nuvoleto al resto della rete viaria, e quindi alle possibilità di aiuto o di approvvigionamento, è stata danneggiata da frane ancora in movimento su nove punti diversi, come testimonia un video girato dagli stessi abitanti.
Abitanti che non si sono arresi: hanno avviato una raccolta fondi nella quale, oltre alle richieste economiche, chiedono a geologi e geologhe di prestare le proprie competenze, a chi possiede mezzi pesanti di metterli a disposizione, e a chi ha un’audience mediatica – giornali, profili social, podcast – di condividere il loro appello.
Non è solo un crowdfunding: è il territorio che chiede di guarire attraverso il lavoro.
L’appello multipartito di Nuvoleto nei giorni scorsi ha sortito i primi effetti.
Il 24 maggio la strada vicinale è stata liberata da alberi e detriti, ma necessita di altri interventi per tornare utilizzabile. Soprattutto, l’acqua ha spazzato via gli allacciamenti esistenti.
“Al momento non abbiamo il gas, la linea è rotta. L’acqua arriva in modo precario perché abbiamo una frana poco sopra”, ci spiega Damiano Censi, uno degli estensori della raccolta fondi. “La linea luce è interrotta. Abbiamo rimediato con generatori privati portati a spalla per diversi giorni; poi hanno portato un gruppo elettrogeno dall’ENEL, ma le linee erano comunque cadute verso alcune case”. E condivide con noi l’appello scritto dagli abitanti di Nuvoleto, di cui rilanciamo alcuni estratti.
“Nuvoleto oggi è 8 case, 5 famiglie, 9 bambini e bambine, 7 nonni (…). Persone che hanno tenuto in vita una collina abitata da secoli cercando di trovare delle soluzioni comuni a piccoli o grandi problemi, mantenendo la vita in un’area interna della valle. (…) Le frane hanno portato via i pali della luce, gli impianti di acqua e gas e stanno minacciando la possibilità reale di immaginare di nuovo una vita in quel luogo, senza strada infatti non può esserci scuola, lavoro, senza strada Nuvoleto rischia di morire.
Servono perizie geologiche per capire dove è possibile riaprire la strada, il vecchio itinerario è interessato da una frana molto estesa, servono fondi per realizzarla, perché è una strada vicinale e non sappiamo se si prevedono risorse pubbliche per intervenire.”
La raccolta fondi è ancora aperta, e i contributi sono più che mai necessari. Tutti quanti, in qualunque forma, con un modello basato su mestieri e professioni proveniente da uno dei territori che incarnano il lavoro come pochi altri, in Italia e non solo.
La ripresa dell’Emilia-Romagna passa anche da Nuvoleto: mai come in questi casi le frazioni diventano una parte che rappresenta il tutto, e nel piccolo si trova la cifra per leggere il dramma di un territorio intero.
Dal lavoro di oggi ci si isola o si fugge: non siamo più in contatto con quelle norme etiche che chiamavamo cultura. Questo rende il futuro un’emergenza sociale.
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