Il Lato A di Laura Masi

Scarica il podcast della puntata. Laura Masi è una delle poche donne con ruoli di responsabilità nel mondo del calcio. Una carriera che l’ha vista dapprima per tanti anni al Milan per poi passare al Bayern Monaco fino al ritorno a casa, con la recente nomina di CEO di Firenze Viola e membro del board della Fiorentina. […]

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Laura Masi è una delle poche donne con ruoli di responsabilità nel mondo del calcio. Una carriera che l’ha vista dapprima per tanti anni al Milan per poi passare al Bayern Monaco fino al ritorno a casa, con la recente nomina di CEO di Firenze Viola e membro del board della Fiorentina.

Ci siamo conosciuti grazie ad un amico comune e dopo poche battute ne ero già conquistato. Laura ha infatti una innata capacità di raccontare che rende affascinante e carica di emozioni ogni cosa.

Fiorentina doc, è anche una appassionata germanista, tanto da laurearsi con una tesi sul cabaret politico in voga in Austria negli anni Trenta.

A parte echi lontani di una ninna nanna della mamma, la sua prima memoria musicale arriva da un mangiadischi rosso dove si inseriva il 45 giri ed uscivano le magiche note che la trasportavano in un mondo fatato: erano quelle di A mille ce n’è.

Sempre la mamma, di origine romagnola, le ha trasmesso la passione per l’opera, a sua volta tramandatale dal nonno che aveva grande cultura operistica, ed una predilezione particolare per la produzione di Puccini.

Gli studi di cultura tedesca e l’amore per la lirica la portarono poi ad avvicinarsi a Mozart anche se il compositore tedesco che più la emoziona in assoluto è Max Bruch. In particolare la sua musica fu la colonna sonora di un indimenticabile viaggio in cabrio in Val d’Orcia. Il fidanzato di tanti anni fa che le fece conoscere l’opera di Bruch è oggi suo marito. Con quella musica di sottofondo e quella persona al fianco, paesaggio e colori della Val d’Orcia diventavano pura magia.

Non a caso la condivisione è uno dei più importanti valori della vita di Laura perché, come negli sport e nelle imprese di squadra, ha il potere di vincere sull’algebra aggiungendo un ingrediente magico che rende ogni sfida possibile.

Per questo Laura ama la presa diretta: il teatro, lo sport, i concerti live.

Tutto divenne chiaro per lei nella prima esperienza professionale. Collaborava nell’organizzazione dei mondiali di atletica leggera e di colpo vide accendersi le luci dello stadio Franchi di Firenze che all’epoca aveva ancora la pista di atletica: se fino ad allora aveva sempre ragionato per contrari, concentrandosi su cosa non le piacesse, da quel momento capì che cosa le piaceva davvero.

Si sospende il respiro esattamente come quando si apre il sipario a teatro o si spengono di colpo le luci e le prime note di un concerto entrano prepotenti e vibranti nel petto.

Ci sono alcuni elementi che accomunano tutti i suoi pezzi preferiti: sono brani quasi languidi, avvolgenti ma al contempo profondi e densi di significato e soprattutto con una cura particolare nella scelta espressiva che la porta a provare con la musica italiana specialmente le emozioni più forti.

Più volte Laura si è fortemente emozionata sino alle lacrime ascoltando la poesia e la forza travolgente delle emozioni di alcuni brani.

Gli uomini non cambiano di Mia Martini ha il potere sin dal primo ascolto di trasmettere la struggente intensità dell’interprete così come la delicata descrizione di un ricordo dell’infanzia di Lorenzo magnificamente raccontata in Le tasche piene di sassi.

Infine Laura aggiunge un dolce ricordo di Francesco Nuti che compose e cantò a Sanremo con voce incerta ma profonda ed intensa “Sarà per te”.

Le emozioni forti e l’amore sono per Laura il privilegio di pochi coraggiosi, disposti a buttarsi rischiando di soffrire o sbagliare e proprio per questo ancor più meritevoli

Lato B, il ruolo in azienda

Proprio lavorando nel baseball e nel volley prima di sbarcare nel mondo del calcio, Laura capì quanto la musica fosse un elemento imprescindibile per la concentrazione e per cercare la migliore performance degli atleti che entravano quasi in uno stato di trance.

Nel Milan, ad esempio, si sceglieva con grande cura la musica con cui scendere in campo, spesso in accordo con la squadra, We will rock dei Queen era uno dei pezzi più gettonati per la carica che era capace di trasmettere ai giocatori.

Laura ha avuto la fortuna di lavorare per lunghi periodi con un Milan vincente e nello sport, quando si scende in campo, alla fine si scende in campo e si soffre tutti, anche chi cerca di contribuire alle vittorie dietro una scrivania.

E quando partiva l’inno della Champions League era magia pura. Tutto il resto non aveva più importanza.

Il viaggio musicale nelle aziende continua.

 

Credits:

Snooky Records Studio by Marzio Francone

Unsplash.com. Saxophone by A. J. O’Reilly

 

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