Il web non dorme mai, e neppure i moderatori di contenuti. Il libro sul mestiere senza sonno

La routine impossibile di chi controlla i contenuti web: costretti a lavorare a ogni ora del giorno, sostituiti da colleghi a migliaia di km di distanza. Recensiamo “Gli obsoleti” di Jacopo Franchi.

Ci sono lavori e lavori. Ad esempio quelli che si vedono e si percepiscono e altri che, al contrario, non si vedono e non si percepiscono, ma pur nella loro invisibilità entrano ogni giorno nelle vite e nelle azioni delle persone, condizionandole nei pensieri, nelle scelte e nelle azioni. Sono svolti da lavoratori che potrebbero essere percepiti come fantasmi, e quasi certamente lo sono, eppure rappresentano una forza lavoro compresa tra le 100 e le 150.000 unità operative in tutto il mondo. Il dato è destinato a crescere.

Loro sono i moderatori di contenuti, di cui il più delle volte non si parla, tanto che le stesse aziende tecnologiche ne hanno per anni negato l’esistenza in nome di virtù prodigiose che solo le piattaforme sociali potevano avere. Non hanno nome, volto o identità riconoscibile, e molte volte sono obbligati a mantenere il segreto in virtù di accordi di riservatezza a dir poco particolari. Sono uomini e donne di ogni età, Paese o condizione sociale, che con il loro lavoro determinano ciò che è lecito o meno rispetto alla pubblicazione online dei contenuti, in riferimento a ciò che può essere vietato dai regolamenti delle diverse piattaforme.

Sono loro che prendono in carico le sorti delle segnalazioni che ogni giorno vengono inviate rispetto a contenuti ritenuti poco corretti dagli utenti. Sono loro che determinano ciò che possiamo trovare o meno nel vasto mondo della rete.

Gli obsoleti, la storia delle sentinelle dei contenuti che non dormono mai

Chi ancora pensasse di avere una forma di controllo autonoma sui contenuti pubblicati online probabilmente dovrebbe leggere Gli obsoleti di Jacopo Franchi, che analizza le dinamiche di un lavoro impossibile fatto di sottomissione, forti pressioni psicologiche, altissimi livelli di competizione e controllo, turnazioni create per non lasciare mai le piattaforme senza manodopera prestata alla revisione dei contenuti.

Quello del moderatore, si apprende leggendo le pagine del libro, è un lavoro che lascia il segno, e forse anche per questo non sono in molti quelli che resistono a lungo. Una macchina creata per usare i lavoratori fino allo sfinimento, inducendo poi al continuo cambiamento della forza lavoro.

Sembra un sistema tanto antico quanto già sentito, che pare aver preso il peggio dal sistema del capitalismo industriale riadattato alla modernità, visto che “non essendoci limite all’orario in cui un utente può connettersi per condividere un contenuto o inviare una segnalazione, la rapidità di risposta a queste ultime deve essere garantita in qualsiasi Paese e in qualsiasi momento dell’anno”. E ancora: “La turnazione globale diventa così un modo per compensare con i moderatori della notte il sovraccarico di lavori di quelli del turno di giorno, senza che gli utenti siano resi consapevoli del fatto di essere stati controllati da qualcuno posto a dieci o diecimila chilometri di distanza dal luogo in cui hanno pubblicato i contenuti oggetto di segnalazione”.

Quella che Franchi prova a descrivere è una realtà del lavoro che determina una nuova e diversa forma di globalizzazione in cui ogni singola componente può essere distribuita e redistribuita in modo istantaneo, in cui non ci sono ferie retribuite, pause pranzo o benefit condivisi e in cui ogni giorno si vive l’alternanza di turni, colleghi, contenuti da revisionare. Un ciclo che si prosegue di continuo, tanto da perdere di vista l’alternanza del giorno e della notte.

Perché leggere Gli obsoleti di Jacopo Franchi

Gli obsoleti è un testo che permette di comprendere meglio e più a fondo il mondo del lavoro. In particolare un lavoro che non solo impatta ogni giorno sulla vita delle persone, ma di cui noi stessi siamo una componente fondamentale, determinando parte di questo complesso sistema con i nostri comportamenti e le nostre abitudini.

In fondo, per le persone, postare un contenuto a tarda sera o in piena notte non è un problema, ma forse dopo aver letto questo libro lo si farà con una consapevolezza diversa, data dal fatto che l’agire del singolo può incidere su qualcosa di molto più grande e complesso.

Il sistema di cui i moderatori di contenuti sono parte merita di essere conosciuto e, per quanto possibile, compreso, perché ha a che fare con la vita e i diritti di lavoratori e lavoratrici risucchiati da un meccanismo che non è poi così affascinante come si potrebbe pensare. Quella descritta da Jacopo Franchi non è fantascienza; è realtà, ed è una realtà difficile e complessa da penetrare, tanto che i dati ufficiali sono sempre troppo pochi e difficili da recuperare.

Il testo è suddiviso in capitoli che già dalla titolazione cercano di rappresentare il meccanismo che lo domina. Il linguaggio è fruibile e ricco di note integrative molto interessanti, così come la bibliografia, che permette di approfondire l’argomento oltre l’ultima pagina. Un libro a metà tra il saggio e l’inchiesta, e che per questo permette di vedere la realtà da un punto di vista diverso. Franchi non rende questo sistema meno oppressivo: lo restituisce al lettore per come è descrivendo, per una volta, quello che molti non descrivono.

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