Italiani bloccati in Argentina non fa rima con la Farnesina

Sto scrivendo questo articolo in un momento di grande rabbia; mi perdonerete, spero, il tono. Una premessa: non mi sto lamentando della mia situazione qui in Italia. Fortunatamente, per il momento io e le mie figlie stiamo bene e siamo riuscite ad organizzarci per continuare con lo studio e il lavoro. Racconto questa situazione per […]

Sto scrivendo questo articolo in un momento di grande rabbia; mi perdonerete, spero, il tono. Una premessa: non mi sto lamentando della mia situazione qui in Italia. Fortunatamente, per il momento io e le mie figlie stiamo bene e siamo riuscite ad organizzarci per continuare con lo studio e il lavoro. Racconto questa situazione per dare voce, attraverso il nostro vissuto, a tante famiglie che si trovano in questa situazione. Vi parlerò dell’Argentina (il mio Paese, anche se vivo in Italia da oltre vent’anni), ma la storia si ripete ovunque. È sufficiente andare sulla pagina Facebook del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale per rendersi conto della situazione e della scarsa comunicazione.

Tutto è iniziato il 10 marzo, quando l’Italia è diventata “zona protetta” dopo l’annuncio del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Mio marito era partito l’8 marzo per andare in Argentina dalla sua famiglia, viaggio programmato con mesi di anticipo. Una volta arrivato, ha trovato un decreto del Presidente Alberto Fernandez che metteva in quarantena preventiva tutte le persone che arrivavano dall’estero. Fortunatamente era riuscito ad arrivare a Córdoba, a casa di sua mamma, dove è stato tenuto sotto controllo dal medico di riferimento in quella zona. Non poteva fare altro che aspettare, iscriversi nell’elenco degli italiani all’estero della Farnesina e cercare di organizzare il rientro, dato che il suo volo era stato cancellato.

 

L’odissea degli italiani bloccati in Argentina: nessun posto sugli aerei, disinteresse di Farnesina e consolato

È qui che inizia l’odissea. Il 21 marzo, alle 17, ha ricevuto un messaggio dal Consolato italiano a Buenos Aires che diceva: “Sono disponibili posti residui sugli operativi NO0573 e NO0565. Le prenotazioni possono essere effettuate sul sito www.neosair.it”. La tariffa è di euro 65, pari alle sole tasse aeroportuali. Ricordate quella cifra: 65 euro. Alle 22.00 dello stesso giorno, cinque ore dopo, informano che i voli sono completi. Un’ora dopo, un’altra mail promemoria per acquistare il biglietto. E già qui, con queste poche comunicazioni, ci siamo resi conto che non sarebbe stato semplice.

 

Il 24 marzo abbiamo ricevuto un’altra comunicazione: “A seguito dei due voli speciali Neos, stiamo lavorando per esplorare tutte le possibili opzioni per i rientri. Al momento sono ancora operativi dei voli commerciali verso San Paolo, per poi viaggiare verso l’Europa. La contatteremo tempestivamente non appena emergeranno opzioni di ritorno diretto verso l’Italia, nei prossimi giorni”. Questa comunicazione sicuramente è stata inviata a tutti gli italiani che si erano iscritti all’elenco della Farnesina; quindi tutti quelli che volevano rientrare in Italia e non erano a Buenos Aires hanno iniziato a spostarsi verso quella città. Con tutte le difficoltà del caso, non solo per le distanze da percorrere, ma soprattutto perché anche l’Argentina era in lock down.

Se le comunicazioni ricevute dal consolato a Buenos Aires erano poco concrete, il Consolato a Córdoba ha contattato i connazionali in quella provincia per supportarli con la documentazione necessaria a muoversi all’interno del territorio argentino, per andare a Buenos Aires. Il 31 marzo anche il Consolato generale a Buenos Aires ha mandato una mail con tutta la documentazione da produrre per rientrare (compresa l’ultima versione di autocertificazione).

 

Nel mentre non abbiamo avuto altre notizie tranne che dai nostri contatti a Córdoba. Ci dicevano che c’erano oltre 400 italiani che volevano rientrare e che erano bloccati a Buenos Aires, a loro spese, per voli che ancora non esistevano. Ho chiamato la Farnesina, e l’operatore, quando ho domandato se avessero idea di quando sarebbe stato organizzato un volo speciale dall’Argentina, mi ha risposto che non organizzavano voli per due persone.

Pazienza, saltami addosso. Gli ho spiegato che non erano due persone, ma oltre 400, ma non è servito a nulla. Nella loro pagina Facebook si parla di voli speciali con link a diverse compagnie, tra le quali Neos e Alitalia. Oltre la cifra di 65 euro, ricordate anche il termine “voli speciali”.

 

La speculazione di Alitalia: i “voli speciali” per far rientrare gli italiani costano 1881 euro

Non abbiamo ricevuto altre informazioni per vie ufficiali. Il 19 aprile siamo venuti a sapere che forse ci sarebbe stato un volo il 23 aprile, effettuato da Alitalia e organizzato dalla Farnesina. Da lì mio marito e io ci siamo collegati in continuazione ai link elencati nel post. Martedì alle 2 del mattino (ora italiana) mio marito è riuscito a prendere un biglietto per rientrare: 1881.66 euro. La compagnia di bandiera, salvata dallo Stato, fa pagare per una tratta (EZE-FCO), più del costo di un volo A/R in alta stagione. Alla faccia del volo speciale! Perché quelli organizzati dalla Neos costavano solo €65 di tasse e quelli di Alitalia devono essere pagati in questo modo? Nessuno mi ha risposto.

E qui siamo stati fortunati, perché mio marito aveva quella disponibilità – ed era uno solo. Ci sono famiglie intere che vogliono rientrare: com’è possibile che le compagnie se ne approfittino in questo modo? Famiglie intere che stanno spendendo soldi a Buenos Aires per essere “in zona” in attesa che si organizzi uno di questi voli speciali, per poi ritrovarsi con queste cifre. Non ci sono parole. Anzi ci sono, ma non le posso scrivere qui.

In rete ho trovato informazioni su persone alle quali il Consolato generale del territorio viene incontro alle famiglie in difficoltà dando prestiti a tassi agevolati; ne vogliamo parlare? Una coppia che aveva un biglietto di rientro con Alitalia non può usarlo per rimpatriare con i voli speciali operati dalla stessa compagnia: deve acquistarne uno nuovo. Tutto questo con la complicità della Farnesina, che promuove questi voli e coordina i consolati.

 

Lettera aperta degli italiani bloccati in Argentina

Questa è la lettera aperta dei connazionali italiani bloccati in Argentina, datata a ieri.

 

Alla Cortese Attenzione della Commissione Europea, 

      Secondo una nostra stima, raccogliendo dati di nostri connazionali tramite piattaforme social, siamo arrivati a calcolarne circa 400 bloccati in Argentina.

In seguito alla proclamazione della pandemia globale a causa del COVID-19, il governo argentino ha imposto una quarantena in tutto il Paese bloccando di fatto ogni mobilità interna, impedendo ai nostri connazionali di raggiungere Buenos Aires da dove partono voli internazionali.

Prima della chiusura dello spazio aereo moltissimi connazionali hanno comprato vari biglietti aerei per poter ritornare, ma le compagnie aeree hanno provveduto a cancellazioni senza offrire alcuna assistenza. In particolare è stato completamente ignorato il regolamento EU in materia dei diritti dei passeggeri e si è assistito a un volgare e discriminatorio mercato per gli ultimi posti a disposizione, con costi proibitivi.

È stato messo a disposizione un volo commerciale speciale da parte di Alitalia in partenza giovedì 23 Aprile a prezzi SPROPOSITATI (1880 euro cadauno) e con posti limitati, lasciando di fatto moltissime persone a terra. Tale volo è stato venduto in modalità Overbooking. Un volo che doveva essere utilizzato per rimpatriare connazionali ha adottato una scandalosa misura di vendita non in linea con le intenzioni dello stesso. Molte persone sono tutt’ora bloccate in aeroporto, avendo un biglietto e nessuna certezza di poter rientrare in citta’ data la mancanza di un’autorizzazione consolare. 

Nonostante vari richiami da parte delle autorità europee e nazionali non sono stati neanche offerti rimborsi, ma VOUCHER, peraltro mai arrivati.

Sono stati spesi migliaia di euro, che hanno seriamente pregiudicato la capacità finanziaria di molti per pagare alloggi e il fabbisogno quotidiano. C’è chi rimane confinato in stanze di hotel e chi invece ha potuto contare sull’aiuto e l’ospitalità momentanea da parte di amici/parenti/conoscenti.

Di fronte a una situazione che non offre alcuna garanzia su una data di ritorno si sta diffondendo tra i nostri cittadini amarezza, tristezza, preoccupazione e panico.

In Argentina il prolungamento della quarantena potrebbe scatenare pericolosi scenari di rivolta generati da difficoltà nella sussistenza. Molte persone vivono alla giornata e in stato di assoluta povertà. In una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, si metterebbe in pericolo l’incolumità di molte persone.  

Alla situazione attuale, molti connazionali si trovano sprovvisti di assicurazione sanitaria.  

CONSIDERATO CHE:

sono stati organizzati vari voli speciali da molti governi di stati membri dell’UE, con prezzi assolutamente in linea alle aspettative; molti connazionali si trovano in diverse città argentine e si trovano tutt’ora bloccati lontano dalla capitale a causa delle restrizioni sui trasporti passeggeri e della concomitante mancanza di un supporto logistico da parte dell’ambasciata che facilitasse il trasporto terrestre.  

Un’altra problematica risiede nei voli di connessione dalle capitali europee verso l’Italia; il consolato ci informa circa la possibilità di acquisto di voli da Buenos Aires verso Madrid, Londra o Parigi, ignorando che poi dalle suddette capitali non sono abilitati voli per l’italia, con il rischio di rimanere bloccati negli aeroporti.  

Alcune compagnie aeree quali IBERIA, LUFTHANSA, AIR FRANCE, continuano a vendere dei voli, soprattutto per le prime 2 settimane di maggio, che di fatto non esistono, prosciugando in questo modo le tasche di cittadini in difficoltà.

SI CHIEDE :

  1. un veloce censimento aggiornato, da parte delle nostre autorità consolari in Argentina, di tutti i nostri connazionali bloccati a causa del COVID-19, con una nota sulla situazione economica e un quadro specifico sulla loro possibilità di mantenersi rispetto a vitto e alloggio;
  2. di convocare tutte le compagnie aeree che operano da e per l’Argentina per accertarsi riguardo ai piani di riattivazione delle rotte;
  3. di dare mandato all’ENAC e all’autorità garante della concorrenza e dei diritti dei consumatori per accertare varie responsabilità nei confronti dei vettori EU che hanno omesso di informare e assistere i propri passeggeri, speculando sulle tariffe;
  4. qualora non ci fosse un chiaro quadro di rientro con le compagnie aeree commerciali, di aprire immediatamente una cellula della nostra unità di crisi per predisporre un veloce corridoio aereo umanitario e conseguente trasporto di terra verso l’aeroporto di partenza, impegnandosi a offrire un prezzo accettabile per il volo di ritorno, considerando lo stato precario delle possibilità economiche di tutti;
  5. di stanziare un fondo di emergenza per aiutare coloro che non hanno possibilità di provvedere al proprio fabbisogno, istituire una forma di reddito di cittadinanza per coloro che hanno diritto a ritornare nella propria patria e che si trovano in condizione di totale necessità;
  6. NESSUNO DEVE RIMANERE INDIETRO, NESSUNO DEVE ESSERE LASCIATO SOLO, TUTTI DEVONO RIENTRARE IN ITALIA.

 Certi che possiate accogliere questa problematica da me espressa, spero prendiate delle serie considerazioni in merito.

 

Il calvario continua. E nascono i profili social dedicati agli italiani bloccati

Intanto su Twitter è stato creato anche il profilo “Italiani bloccati in Argentina” per poter comunicare e alzare la voce anche sui social.

 

 

L’odissea però non è ancora finita. Oggi chi aveva potuto acquistare il biglietto doveva essere in aeroporto alle 13:00 (ora Argentina). Alle 9:00 del mattino, quando erano tutti già in coda per entrare in aeroporto, ricevono una comunicazione di Alitalia dove dicono che il volo è rimandato al 25 aprile.

Chiamo il call center. La persona che mi risponde mi dice che per motivi di gestione aeroportuale è rimandato. A mio marito in aeroporto dicono che sono andati in overbooking. Arriva il viceconsole, arriva il console, e niente: tutti in hotel fino al 25 aprile, quando ci sarà un altro volo.

Ma hanno assicurato a questo gruppo che saranno i primi a salire sull’aereo. Vedremo che 25 aprile sarà quello del 2020.

 

Foto di copertina: gauchonews.com

CONDIVIDI

Leggi anche

Dal chiamarli eroi al fare causa ai medici?

Da qualche giorno in ambito forense ha cominciato a circolare l’hashtag #nosciacalli, per rispondere a un tentativo di accaparramento di clientela che favoleggia risarcimenti in caso di (supposte) cattive cure ai deceduti per coronavirus. Alcuni consigli dell’Ordine degli Avvocati (Bari, Foggia, Forlì ed Ancona ad esempio) hanno preso aperta posizione deprecando la pratica. Nel contempo, alcuni avvocati […]