Jobs Act, un’occasione di dignità alle Agenzie per il Lavoro

Il Jobs Act ed i nuovi strumenti legislativi hanno conferito una ancora più forte responsabilità a quelli che all’interno della legislazione sul lavoro vengono definiti “soggetti privati” ma più comunemente conosciute come Agenzie per il Lavoro. Responsabilità, ma è più corretto definirla opportunità: con il lavoro, in particolare con quello degli altri, non si scherza. Così […]

Il Jobs Act ed i nuovi strumenti legislativi hanno conferito una ancora più forte responsabilità a quelli che all’interno della legislazione sul lavoro vengono definiti “soggetti privati” ma più comunemente conosciute come Agenzie per il Lavoro.

Responsabilità, ma è più corretto definirla opportunità: con il lavoro, in particolare con quello degli altri, non si scherza. Così come non si può attendere quando un’azienda ha necessità di inserire personale per far fronte a commesse di lavoro a cui ha dedicato tutti i suoi sforzi e investimenti. Una mossa sbagliata potrebbe costare cara.
La decontribuzione insieme alle tutele crescenti stanno facendo gola a tanti, un volano per il mercato del lavoro che crea occupazione: facile avere un contratto a tempo indeterminato ma altrettanto facile perderlo.
Ecco allora che “responsabili” adesso è l’aggettivo idoneo da attribuire alle Agenzie per il Lavoro, chiamate direttamente a concretizzare ciò per cui si sono costituite: garantire stabilità e formazione ai lavoratori e flessibilità alle imprese.

Un’opportunità, questa, per riappropriarsi del ruolo e delle funzioni per le quali sono state concepite e ideate.
Il volume d’affari riferito al mercato della somministrazione in Italia gira attorno ai dieci miliardi di euro all’anno e, ancora, il primo bimestre 2015 registra una significativa crescita prevedendo un trend assolutamente in aumento.
Infatti, secondo i dati Eurociett, le Agenzie per il Lavoro in Italia stanno registrando un incremento ben al di sopra della media europea.
Secondo l’ultima ricerca elaborata da Eurociett ogni anno, in Europa, i servizi privati per l’impiego trovano lavoro a 8 milioni di europei nella loro vita lavorativa, servendo 1,5 milioni di imprese.
Dunque, “se non ora quando”?

D’ora in avanti le Agenzie per il Lavoro potranno riprendersi la loro identità, fare del contratto a termine un’eccezione e garantire il tempo indeterminato alla maggior parte dei lavoratori in somministrazione; adoperandosi di erogare una formazione continua e adeguata affinché, terminata ogni missione di lavoro, al candidato potrà essere rapidamente offerta un’altra opportunità per lavorare, ecco allora che i “soggetti privati” e le aziende saranno certi di poter contare su candidati formati, stabili e flessibili nello stesso momento.
“O meglio o niente”: il mercato del lavoro va affrontato in maniera completamente diversa, un contratto di lavoro proposto dalle Agenzie per il Lavoro deve intendersi a tempo indeterminato, cambiare le “abitudini” e le attitudini reclutando i candidati e selezionandoli accuratamente affinché si possano individuare sempre più correttamente le imprese che ricercano professionalità specifiche e, se necessario, supportare loro con percorsi formativi e aggiornamenti continui: i candidati credono nei “soggetti privati” per entrare nel mondo del lavoro sia in Italia che all’estero.
Senza alcuno sdegno per il nostro Paese – ma dovremo smetterla di guardare “l’orticello”: lo scenario, da qualche anno a questa parte, è l’Europa – anche la legislazione italiana che regola il mercato del lavoro “parla chiaro”.
Le Agenzie per il Lavoro devono necessariamente rinnovarsi ed innovare, aprirsi a candidati di altri Paesi, contribuire a portare cultura nelle imprese per allinearci a quanto sta accadendo intorno a noi: ma perché se i migliori talenti del nostro Paese lavorano all’estero, ci sono ancora imprese in Italia che si ostinano a ricercare figure rare che provengano al massimo da due stabilimenti più distanti dal loro? Di certo così facendo il costo del lavoro in Italia continuerà a lievitare, se continuano a “rubarsi” dipendenti. Una delle prime leve su cui fare pressione è lo stipendio.
Mi spiace, ma non ci sto più a contare le richieste di personale nei settori in cui l’offerta di lavoro supera di gran lunga la domanda. Non ci sto più a scrivere che sono alla ricerca di 200 fresatori meccanici con controllo heidenhain, di 100 programmatori SW. Lavorerò affinché la comunicazione sia esattamente al contrario: abbiamo reclutato, selezionato, formato e assunto a tempo indeterminato 200 fresatori a C.N. con linguaggio di programmazione heidenhain e così in tutti i settori ed ogni filiale disporrà di un pool di lavoratori assunti a tempo indeterminato ai quali offrire tutti i servizi correlati affinché “vivano” l’Agenzia per il Lavoro a 360°, da veri e propri colleghi.

[Credits immagine: free-italia.net]

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