Radio Scarpa, volume in alto

Lo sappiamo. Viviamo in un mondo ricco di stimoli e sovrabbondante di informazioni. Un mondo in cui non è facile farsi ascoltare, tanto quanto far passare i nostri messaggi. Un mondo in cui non è facile avere l’attenzione dei nostri interlocutori. Perché siamo consapevoli, come recentemente dimostrato da una ricerca di Microsoft, che la nostra […]

Lo sappiamo. Viviamo in un mondo ricco di stimoli e sovrabbondante di informazioni. Un mondo in cui non è facile farsi ascoltare, tanto quanto far passare i nostri messaggi. Un mondo in cui non è facile avere l’attenzione dei nostri interlocutori. Perché siamo consapevoli, come recentemente dimostrato da una ricerca di Microsoft, che la nostra soglia di attenzione è ormai inferiore a quella del pesce rosso, che si concentra per ben 9 secondi contro i nostri 8.

In questo contesto è evidente che le stesse organizzazioni aziendali non possono ignorare i “millemila” rivoli della comunicazione. Sia fuori sia dentro la propria struttura. Anche perché non esiste più davvero una reale distinzione tra dentro e fuori. Ma proviamo a ragionare sul pubblico interno di una teorica azienda. Tipicamente ogni piano di comunicazione ben strutturato prevede una roadmap con target, contenuti e tempi precisi. Blindata. Perché al nostro pubblico devono arrivare solo certe informazioni e confezionate nel codice più corretto. Perché solo così tutto può funzionare in modo efficace.

C’è un’alternativa e si chiama Radio Scarpa. Ovvero quell’insieme di informazioni non ufficiali, non codificate né scritte, che si propagano in modo informale lungo i corridoi, con il passaparola, o magari attraverso qualche chat o rapida telefonata o ancora tra i minuti di qualche pausa caffè.

Gheto sentìo che xe riva’ i cinesi in visita? I dise che i xe qua parché i voria comprare ea azienda … xe proprio vero che i schei no gha coeore.

Questa potrebbe essere una tipica modalità con cui Radio Scarpa informa il proprio pubblico. Da sempre. Ed a volte siamo noi stessi, senza rendercene conto, a diventare emittenti perché in fondo siamo parte di un unico sistema e condividiamo i medesimi scenari. Un po’ come avveniva in trincea tra commilitoni che bene setacciavano le notizie ufficiali, vagliandole e cercando di andare oltre per trovare la sostanza.

È inevitabile ed umano essere curiosi. E volerne sapere di più. Per cui l’informazione sfiziosa sul business diventa molto interessante, tanto quanto quelle mezze-notizie insinuate a mo’ di gossip. E tutto ciò peraltro ha una velocità di propagazione straordinaria.
Perché Radio Scarpa gode delle notizie più clamorose e le cavalca, e se non le trova le crea. In questo modo è capace di “far esistere cose” ed anche di destabilizzare. Non solo: è in grado di creare rumore dentro e fuori, ed è cloud ben prima della nascita del cloud.

“La figura di chi parla per il gusto di sparlare, ovvero del pettegolo, è sempre esistita. – spiega Franco Guzzi, Presidente di Cohn & Wolfe Italia – Per il semplice fatto che siamo esseri sociali e di conseguenza ci nutriamo di questo. Basti vedere la diffusione delle riviste di gossip o i click sulle pagine web di chiacchiere. Ma il tema è un altro. Perché nelle nostre organizzazioni è determinante il contesto all’interno del quale tali voci si trovano a girare. Perché le voci di corridoio diventano credibili se e solo se trovano un qualche riscontro, anche involontario, proprio nei volti dei manager. Ed è un attimo che il rumore di fondo si accresca fino a sovrapporsi alla voce ufficiale”.

E in effetti il verbo di Radio Scarpa può diventare virale molto velocemente se non presidiato in modo consapevole dal management.

“Il gossip interno è nella natura di ciascuna struttura e ne è una cartina di tornasole. – aggiunge Guzzi – Un bravo leader è opportuno che ne colga ogni segnale con attenzione e che si comporti di conseguenza, puntando sulla trasparenza e sulla condivisione. A volte si può anche spiegare che alcune cose non è ancora tempo di farle sapere. In tale modo si dimostra costanza di messaggio, coerenza ed autorevolezza. Ma soprattutto in tale modo le notizie non ufficiali perdono immediatamente di credibilità”.

È evidente che il pericolo non è dunque la “chiacchiera”, ma il non presidio della stessa.
Prendersela con Radio Scarpa e magari adoperarsi per metterla a tacere è come voler silenziare il rumore sotto il cofano di un auto invece che voler capire la genesi dello stesso rumore. Ed alla fine tutto ciò è un rischio, perché dal silenzio allo scoppio è un attimo.
Quindi, per il bene delle nostre aziende, che un giorno non si dica “organization killed the Radio Scarpa stars”. Ed ora, che si alzi il volume.

[Credits photo: Mats su Flickr]

CONDIVIDI

Leggi anche

Estate 2020, il problema non sarà il meteo

Di certo non sarà un’estate come tutte le altre. Non sappiamo ancora se ci aspetteranno le vacanze di sempre, sotto l’ombrellone o in montagna, oppure se saremo al lavoro per recuperare il tempo perduto. Stessa spiaggia stesso mare, o le mascherine prenderanno il posto delle maschere? O forse, per scegliere una camera d’albergo, “appena sanificato” […]

Il lavoro non è una merce

Sono passati tredici anni dalla morte di Marco Biagi, ucciso dai terroristi per il suo coinvolgimento nella riforma del lavoro. Non vorrei che l’epitaffio del “Lavoro” fosse scritto dalla loro mano assassina, quasi fossero loro gli ultimi a ricollegare a quella parola significati e valori fondativi. Non si potrebbe accettarlo. Anche se oggi del lavoro […]