Se domani azzerassero Linkedin

E’ la domanda che ci poniamo forse tutti: come utilizzare le attività di networking online e offline per creare delle conversazioni da trasformare in relazioni e, ci auguriamo, in opportunità di business. Da quando sono iscritto a LinkedIn ho sempre cercato di coniugare proprio questo e mi spiego meglio con un esempio. Quando conosco una persona […]

E’ la domanda che ci poniamo forse tutti: come utilizzare le attività di networking online e offline per creare delle conversazioni da trasformare in relazioni e, ci auguriamo, in opportunità di business. Da quando sono iscritto a LinkedIn ho sempre cercato di coniugare proprio questo e mi spiego meglio con un esempio.

Quando conosco una persona – che sia ad un incontro, un evento, una fiera o manifestazione – e poi ci scambiamo un contatto o un biglietto da visita perché la ritengo interessante, a parte scrivere una email (in cui nella firma ci sono tutti i miei riferimenti personali, blog, profili social, link al mio podcast, ecc.) lo vado subito a cercare su LinkedIn e lo invito nel mio network personale dedicandogli un messaggio che non sia standardizzato. Se poi eravamo d’accordo di sentirci telefonicamente, allora lo chiamo.

Allo stesso modo, quando su LinkedIn mi imbatto in persone interessanti, le invito alla connessione sempre con un messaggio dedicato e, se accettano, cerco di avviare una conversazione con un invito all’approfondimento, poco conta che sia una telefonata o una conferenza skype. La mia regola è comunque sempre quella di chiudere il dialogo con un richiamo all’azione, che può essere la promessa di risentirci per un approfondimento, fissare un incontro, invitarlo ad un evento di networking.

Poco importa se la relazione è iniziata offline oppure online, l’importante è quanto io riesca a coltivare questa relazione, facendola crescere e mantenendola viva nel tempo.

LinkedIn mi aiuta indubbiamente perché, pubblicando aggiornamenti e articoli su Pulse, mi permette di tenere sempre informato il mio network di relazioni creando un canale di comunicazione continuo. Mi è capitato più volte di sentire clienti o potenziali clienti o persino amici con cui si era purtroppo allentato il contatto fisico diretto che però erano riusciti a restare informati sulla mia vita professionale grazie a questa dedizione costante con la rete.

La chiave di volta per aver successo con LinkedIn è saper coltivare le relazioni dando ad ognuna di esse l’importanza che merita, senza fare collezione di “contatti” come se fossero figurine dell’album Panini ma pensandole come persone alle quali poter essere utile e viceversa. Significa prendere appunti sulle persone che si conoscono, sui loro interessi e obiettivi per aiutarli direttamente o indirettamente creando loro opportunità di business o semplicemente di relazione finalizzata a risolvere un problema. In sintesi andrebbe sempre applicata la filosofia del “Givers Gain” ovvero aiuta gli altri se vuoi essere aiutato.

Qualche numero di LinkedIn

LinkedIn si conferma come la più importante piattaforma di business networking online. Da aprile a giugno 2016 è passata da 433 a 450 milioni di iscritti con un tasso di crescita annuale del 18% e un aumento del 21% delle pagine visitate. Nel continente asiatico gli iscritti a LinkedIn superano i 100 milioni e, grazie ad un accordo con il governo cinese, è l’unico social network occidentale non oscurato.

Microsoft si accaparra LinkedIn ai danni di Sales Force, che non riesce a convincere il management nemmeno offrendo una cifra più alta di Microsoft.

Perché essere presenti su LinkedIn

LinkedIn è oramai il mio biglietto da visita digitale ma questo dovrebbe valeresia per lo studente alla ricerca di un impiego, sia per il libero professionista e l’artigiano, sia per il personale aziendale indipendentemente dal ruolo che ha in azienda. Basta pensare ai nuovi servizi che LinkedIn rivolge ai liberi professionisti e freelance, dal settore digitale a quelli più tradizionali, al momento in fase di test negli USA. Un esempio su tutti è Pro Finder che mette in contatto domanda e offerta e sostituisce i portali di matching, oppure i servizi di inMail sponsorizzate che consentono alle aziende di inviare messaggi personalizzati a target di iscritti a LinkedIn ben definiti sulla base di specifiche informazioni (geografia, settore produttivo, dimensione aziendale, ruolo); al momento si sta rivelando un ottimo strumento utilizzato dalle case automobilistiche.

Il profilo LinkedIn dovrebbe diventare è il proprio sito web personale o landing page (pagina di atterraggio dopo ricerca sul web o social).
Il network professionale dovrebbe essere la propria rete di relazioni personali e professionali che, attraverso i collegamenti forti di primo livello, permette di raggiungere i legami deboli di secondo livello, con cui posso interagire proprio in virtù del network principale come facilitatore e sponsor.

LinkedIn serve a creare fiducia ed è solo su questa base che le persone possono interagire liberamente azzerando le distanze e abbattendo le barriere.

Occorre coltivare e condividere i propri interessi partecipando attivamente alle discussioni nei gruppi e condividendo notizie e informazioni attraverso gli aggiornamenti; non stancarsi mai di dimostrare competenze attraverso la pubblicazione di articoli su Pulse utilizzandolo come fonte sostitutiva, alternativa e/o complementare al proprio blog.

Cosa distingue LinkedIn dagli altri social network

E il futuro? Il progetto Economic Graph prevede che LinkedIn nei prossimi anni riesca a raggiungere l’intera popolazione lavorativa del pianeta – si parla di 3,3 miliardi di persone – e possa creare opportunità di business per tutti.

Illusione o realtà? Vedremo, di certo va pensato come un obiettivo sfidante ma raggiungibile.
E se azzerassero LinkedIn? Ci rimane la nostra capacità di creare e gestire relazioni perché questo social è solo uno strumento e, come tale, se ben conosciuto e utilizzato garantisce benefici altrimenti non influisce minimamente sullo sviluppo delle professionalità e del business.

 

(Photo credits: soulpancake.com)

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