Vero come un libro, falso come un influencer

Al crocevia tra influencer e intelligenza artificiale ci sono gli artificial influencer, un nuovo fenomeno di cui parla “Più reale del reale”, di Giovanni Vannini. La nostra recensione.

Da tempo ormai ci si rende sempre più conto delle trasformazioni in atto che la tecnologia ha portato con sé, trasformazioni di una portata tale che c’è addirittura chi fatica a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. I piani si sono evidentemente sovrapposti se, come appare chiaro, le persone non sono più in grado di distinguere con lucida consapevolezza il contesto all’interno del quale, nel bene e nel male, si trovano coinvolti ogni giorno.

È il tema al centro di Più reale del reale. Artificial influencer ovvero il marketing che mangia il mondo, di Giovanni Vannini, edito da Dario Flaccovio, che tratta di un inquietante fenomeno al crocevia di influencer e intelligenza artificiale.

Più reale del reale: l’avvento degli artificial influencer

Ad oggi la tecnologia ha messo in atto una rivoluzione epocale, che ha dato all’uomo maggiori strumenti, mezzi e opportunità; ma quella stessa rivoluzione ha inciso così tanto sull’essere umano da modificare e condizionare la percezione che lui stesso potrebbe avere di sé.

Se fino a qualche anno fa si pensava che l’induzione di bisogni a dir poco secondari fosse il massimo livello raggiungibile, grazie anche all’uso sapiente di leve di marketing e comunicazione, ora è chiaro che si trattava solo dell’inizio di qualcosa di molto più grande. I confini della certezza percettiva sono a dir poco diventati labili e vulnerabili.

Si sente spesso parlare dell’importanza dei dati, ma la tecnologia ormai legge, oltre a quelli, anche emozioni, sensazioni e stati d’animo, tanto che si possono addirittura anticipare e influenzare conversazioni e decisioni, dando vita, molte volte, a un meccanismo distorto di polarizzazione che non permette di uscire dallo schema definito per cercare di osservare le cose in modo più articolato e complesso.

In questa dimensione “sovracostruita” si manifestano anche meccanismi capaci di agire e trasformare così tanto l’essere umano da renderlo merce, tanto che si parla di artificial influencer capaci di alzare il livello del marketing, che non è più quello che molti hanno studiato sui libri fino a qualche anno fa. La rivoluzione in atto è tale da agire a un livello di profondità difficilmente governabile se non si prende consapevolezza di quello che sta davvero accadendo.

“Riprendere il controllo”, vogliamo farlo davvero?

Allora vale la pena domandarsi se possiamo essere davvero sicuri di conoscerci a fondo, se possiamo davvero considerarci consapevoli dei meccanismi che ci coinvolgono e influenzano, se siamo davvero certi di poter orientare consapevolmente questo sistema. E ancora: saremmo in grado di assumere una sorta di controllo individuale rispetto a quanto sta accadendo?

Potrebbero apparire riflessioni utopistiche, ma mettono in evidenza questioni molto più complesse di quanto non si possa pensare. Si fa presto a parlare intelligenza artificiale, ma le questioni non si possono definire soltanto dalle parole, perché i meccanismi che le dominano sono molto più sottili e complessi. Il contesto odierno ha dilatato tutto: il tempo, lo spazio. L’analisi del funzionamento degli esseri umani ha permesso di creare qualcosa che è, appunto, più reale del reale.

Nel momento in cui un robot gestisce un hotel, organizza le consumazioni e gestisce le pulizie, ad esempio, significa che questa è una forma di realtà nella quale l’uomo si trova immerso. Non si tratta di fantascienza, di un lontano domani: questo è l’oggi, e nell’oggi è necessario chiedersi se si vuole provare a riprendere in mano le redini e fare in modo che al centro del futuro ci sarà ancora l’umanità.

Perché leggere Più reale del reale

Più reale del reale va letto se si vuole provare ad andare nella profondità delle cose. Si tratta di un libro per chi ha voglia di mettersi in discussione, cercando di comprendere i meccanismi più sottili e meno evidenti della tecnologia. È adatto a chi non ha paura di porsi domande scomode, ma che si rivelano fondamentali se si vuole essere protagonisti attivi e consapevoli di questa rivoluzione che sta trasformando i contesti, le relazioni e i meccanismi socioculturali che ci caratterizzano.

Un testo non immediato, scritto con attenzione, che non vuole essere manuale o guida, ma punto di partenza per una riflessione più puntuale rispetto alla complessità di quello che sta accadendo: si avvicina molto di più a un saggio accademico, ma senza leziosità.

Un libro che vale la pena leggere anche per provare a uscire dal meccanismo diffuso delle polarizzazioni per tornare a esercitare un pensiero individuale e ragionato sull’argomento, utile ad avviare forme di confronto e dialogo costruttivo.

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