Dopo lo sciopero però qualcosa si è mosso.
Innanzitutto al Mimit, che convocato ha un tavolo di confronto tra sindacati e società, anche se i sindacati hanno ribadito la volontà di andare avanti con le proprie rivendicazioni in tema di salario, orario, occupazione, governance e relazioni sindacali. Ma anche Euronext ha replicato con una nota.
“Rispettiamo la decisione dei nostri colleghi – si legge – che hanno scelto di partecipare allo sciopero indetto dai sindacati, e li ringraziamo per la compostezza che hanno dimostrato. Vogliamo rassicurarli che mantenere un dialogo aperto e costruttivo rimane una priorità per noi. Le nostre persone sono una componente fondamentale del successo di Euronext non solo in Italia, ma in tutta Europa. Per questo motivo, intendiamo fare tutto il possibile per migliorare ulteriormente la qualità del confronto e trovare le migliori soluzioni possibili con i rappresentanti sindacali di ciascuna azienda”.
Euronext ha inoltre ricordato che l’organico in Italia “è aumentato di oltre cento unità negli ultimi anni” e che il Paese “è al centro dei principali progetti di crescita di Euronext, come dimostrato dall’investimento nella nostra piattaforma comune Optiq, dal trasferimento del nostro data center a Bergamo, dall’internalizzazione della nostra tecnologia e dall’espansione delle attività di Settlement e Clearing in tutta Europa”.
Da parte della società è stato inoltre comunicato che il giorno dello sciopero non si sono registrate particolari problematiche nella gestione degli scambi. Sarà merito dell’abitudine degli scioperanti più insoliti degli ultimi anni.
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In copertina, gli scioperanti del sindacato FABI. Foto di Andrea Ballone