Il Green pass confonde i mercatini: non serve, anzi sì. E il Natale è in forse

Serve il Green pass per frequentare mercatini e fiere dell’artigianato? Valutiamo l’impatto delle restrizioni della certificazione verde su quel tipo di evento con Alessandro Paparella di Arti Itineranti e Alessandro Stella di Momart.

Il mondo dei mercatini cosiddetti dell’artigianato era complesso anche prima del COVID-19. Hobbistica, opere di ingegno, vintage, modernariato, antiquariato; una varietà di situazioni resa ancora più ampia sia dall’assenza a livello nazionale di una legge che tuteli il lavoro artigiano artistico, sia dalla presenza di normative diverse che regolano questi appuntamenti a livello non solo regionale, ma anche comunale.

A seguito della pandemia si è cercato di dare delle regole univoche per gestire l’afflusso del pubblico queste manifestazioni. Tuttavia il risultato è che ad oggi lo stesso artigiano si ritrova a volte a partecipare a eventi in cui è richiesto di esibire il Green pass, e altre volte ad appuntamenti in cui ciò non avviene.

Ma quali sono le fattispecie che di vengono a creare, e con quali conseguenze?

Mercatini dell’artigianato, serve o non serve il Green pass?

Questa ampia tipologia di mercatini si trova a vivere a metà tra il mondo del commercio e quello della cultura, dato che molti vengono svolti in occasione di festival culturali o musicali, fiere ed eventi simili. Questo, in base alle normative in materia anti-COVID, crea tre diverse fattispecie legate all’obbligatorietà del Green pass.

Le FAQ sul sito del Governo spiegano che non c’è nessun obbligo di Green pass per mercatini e mercati settimanali, mentre l’accesso a sagre e fiere anche locali è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una certificazione verde COVID-19. Quando questi eventi si svolgono all’aperto però, nel caso si tratti di spazi come piazze o vie pubbliche, prive di varchi di accesso, gli organizzatori (pubblici o privati) devono solo informare i visitatori dell’obbligo della certificazione verde COVID-19 per accedere alla fiera o sagra in questione, senza però dover fare alcun controllo.

Il tutto si trasforma quindi in una questione di responsabilità, dato che eventuali verifiche a campione spettano invece alle forze dell’ordine e sanzionano solo le persone prive di certificazione.

Nei mercatini flussi calati del 25%. E dal 15 ottobre ci si gioca il Natale

Ad oggi la popolazione italiana vaccinata è arrivata al traguardo dell’80% previsto dal Governo, un dato che può incidere positivamente anche sugli eventi in cui il Green pass è obbligatorio. Resta da capire se le scorse settimane, complici anche delle percentuali più basse di vaccinazioni, possano aver influenzato o meno l’andamento di questi mercatini, privilegiando ad esempio quelli ad accesso libero.

L’associazione Arti Itineranti di Padova, che organizza da anni mercatini di artigianato artistico, attualmente non è tenuta all’obbligo di Green pass, dato che gli eventi organizzati si svolgono all’aperto e in aree senza varchi d’accesso.

“I nostri mercatini stanno andando abbastanza bene, anche grazie al ritorno progressivo dei turisti. Tuttavia per ora registriamo ancora una perdita del 20-25% per i singoli mercatini”, ha dichiarato Alessandro Paparella, segretario dell’associazione. “Durante le manifestazioni seguiamo il protocollo COVID-19 previsto dal Comune e non abbiamo mai avuto problemi di assembramenti. Quello che ci preoccupa però è quello che verrà deciso dopo il 15 di ottobre. Penso soprattutto agli eventi previsti per Natale, in genere molto frequentati, per i quali probabilmente ci verrà richiesto il controllo del Green pass”.

Anche per l’Associazione Momart, sempre di Padova, il vicepresidente Alessandro Stella non registra particolari problematiche: “Il Comune ci ha chiesto il piano anti-COVID, come previsto per legge, ma non essendo recintati non abbiamo vincoli legati al Green pass. Il nostro è un mercatino che coinvolge da 35 a 55 espositori, e ad oggi per noi è tornato tutto come prima, anche in termini di flussi. È un risultato importante tenendo conto che ci occupiamo di arte (fotografia, pittura e scultura), e che non abbiamo potuto esporre e vendere per tutto il periodo delle chiusure. Più in generale, il mondo dell’artigianato artistico e degli hobbisti è stato bloccato per mesi. L’attenzione, anche giustamente, è stata rivolta a settori vitali, ma ciò non toglie che siamo stati ignorati”.

Che fatica parlare di Green pass: il silenzio delle associazioni di categoria

Diverse associazioni contattate, fra cui alcune altre che hanno organizzato eventi con obbligo di Green pass, hanno preferito non rispondere e non essere citate in merito alla loro esperienza e a eventuali problematiche legate a minori flussi.

La giustificazione diffusa è che, all’interno del clima generalizzato di tensione attorno al tema, in molti non si vogliono sbilanciare per non rischiare di essere etichettati come pro o contro Green pass, senza che il dibattito resti invece circoscritto agli eventuali impatti creati dalla misura.

Nel frattempo anche le stesse associazioni di categoria (territoriali e nazionali) non hanno ancora una fotografia precisa dell’andamento delle manifestazioni organizzate dall’introduzione del Green pass ad oggi. CNA Padova, tra le territoriali, registra tuttora una flessione generale del 30% rispetto ai flussi di pubblico complessivi, ma lo riporta non tanto alla questione Green pass quanto a una fisiologica gradualità nel rientro a pieno regime degli spostamenti.

Più in generale, al momento le associazioni di categoria si dicono turbate da eventuali nuove disposizioni che verranno introdotte dopo il 15 ottobre, e che potrebbero influenzare l’andamento delle manifestazioni in vista del Natale, su cui invece si punta per segnare un momento di svolta deciso nella ripartenza.

Mercatini, l’impatto economico del Green pass ancora non si vede. Le perdite invece sì

La necessità di fare conteggi accurati non riguarda solo l’andamento dei mercatini a seguito dell’introduzione del Green pass. Se si tiene conto di tutte le tipologie di mercatini, infatti, non è ancora possibile valutare la totalità delle perdite complessive per le chiusure da pandemia avvenute nei mesi scorsi.

Facendo però riferimento ai soli mercatini dell’artigianato artistico, volendo dare alcuni dati da Nord a Sud del Paese, le perdite sembrano essere ingenti. Nel solo Trentino, facendo riferimento ai Mercatini di Natale cancellati nel 2020, sarebbe andato in fumo un volume d’affari da 60 milioni di euro.

Nel frattempo in Emilia Marzo Pigozzi, presidente CNA Artigianato Artistico Ferrara, lancia l’allarme sull’artigianato artistico locale, che ricava dai mercatini buona parte degli introiti: avrebbe registrato un calo di fatturato fino al 60%, che non è stato nemmeno compensato dai ristori concessi ai mercati ambulanti. Dati simili anche in Toscana, dove sempre secondo la CNA per il 70% degli intervistati la riduzione del fatturato durante il lockdown è stata di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo del 2019. Numeri che in Sardegna vanno da una media simile, il 70%, fino a punte del 90%.

Se non è ancora possibile dire se il Green pass abbia influenzato o stia influenzando la partecipazione del pubblico (e i conseguenti introiti) ai mercatini, è comunque necessario sottolineare la complessità della questione. Come detto in apertura, il mondo dei mercatini presenta al suo interno tante fattispecie diverse che hanno però un’anima comune, e se pur hanno sofferto in modo simile durante i mesi di lockdown sono poi ripartite in maniera sfalsata, e a volte zoppicante, dopo le prime riaperture.

È importante invece cercare di avere una visione globale di eventuali impatti e difficoltà, per trovare soluzioni comuni e stimolare un impegno delle istituzioni affinché pensino in anticipo a interventi o soluzioni.

Photo credits: targatocn.it

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