È italiana eShoppingAdvisor, il Robin Hood dell’e-commerce che sfida Amazon

Davide contro Golia: si può riassumere così la sfida che una startup italiana, World Advisor srl, ha lanciato ad Amazon e ai grandi marketplace online. E lo fa attraverso l’avvio di eShoppingAdvisor, la prima piattaforma di aggregazione di recensioni dedicata esclusivamente ai piccoli-medi e-commerce. L’obiettivo è duplice: aiutare le piccole realtà commerciali a emergere online […]

Davide contro Golia: si può riassumere così la sfida che una startup italiana, World Advisor srl, ha lanciato ad Amazon e ai grandi marketplace online. E lo fa attraverso l’avvio di eShoppingAdvisor, la prima piattaforma di aggregazione di recensioni dedicata esclusivamente ai piccoli-medi e-commerce.

L’obiettivo è duplice: aiutare le piccole realtà commerciali a emergere online e supportare gli utenti nella scelta del luogo virtuale in cui acquistare. L’azienda, che si divide tra Roma, Cagliari, Modena e Milano, è stata finanziata recentemente da Sardegna Ricerche, e da semplice “TripAdvisor degli e-commerce” evolverà entro novembre 2019 in un portale unico, in cui poter ricercare e acquistare prodotti direttamente da uno dei 61.000 negozi online censiti.

 

Il progetto eShoppingAdvisor: togliere ad Amazon per dare agli altri e-commerce

«Vogliamo rendere il web un posto molto più sicuro per gli acquisti», spiega Andrea Carboni, CEO di eShoppingAdvisor. Cagliaritano, imprenditore e con una spiccata attitudine per le cause che difendono le parti deboli della società, la sua è diventata una battaglia di vita, che condivide con il socio e co-founder Andrea Ghiani. «Jeff Bezos di Amazon sta lavorando per la colonizzazione della luna, ma noi abbiamo problemi seri in Italia, per riuscire letteralmente ad arrivare alla fine del mese. Attraverso il nostro progetto, anziché contribuire alle ricchezze dei vari milionari, vogliamo aiutare il padre e la madre di famiglia affinché possano mandare i figli a scuola e all’università».

Due sono i problemi principali che la startup vuole risolvere: il primo riguarda la diffidenza generale degli utenti ad acquistare dai piccoli e medi e-commerce, nel continuo timore di incorrere in truffe o servizi scadenti. Il secondo è riuscire a convincere le persone a dare fiducia a queste realtà, acquistandovi direttamente, senza passare per Amazon.

«Molti non lo sanno, ma in alcuni casi i piccoli e-commerce, che si appoggiano al colosso americano, devono lasciarvi quasi l’80% di marginalità del guadagno, non avendo alcun ritorno nemmeno in termini di visibilità. Al contrario, Amazon sta accelerando le attività di ricerca in merito ai servizi più venduti sulla sua piattaforma e già da tempo ha avviato una produzione autonoma, spesso anche in Cina: questo significa che – più che marketplace – sta diventando un e-commerce che fa concorrenza agli stessi e-commerce che ospita».

 

Le recensioni che fanno la differenza

I punti di forza di eShoppingAdvisor sono le recensioni, che si dividono tra verificate e certificate. Le prime possono essere rilasciate spontaneamente, anche in forma anonima, da qualunque utente che abbia effettuato un acquisto presso un e-commerce: ogni recensione viene poi vagliata dalla redazione, che si occupa di filtrare le pratiche commerciali scorrette, tipiche tra competitor che vogliono screditare l’attività concorrente. La recensione verificata ha però meno valore, in termini di rating, rispetto a quella certificata.

«In questo secondo caso, la piattaforma ha la certezza che la recensione arrivi da un utente reale, poiché viene richiesto il caricamento di una prova di acquisto (una fattura o uno scontrino) oppure esiste una tracciabilità di provenienza dell’utente stesso». Dopo alcuni giorni dalla conclusione della vendita, infatti, gli e-commerce possono inviare in automatico, via e-mail o sms, un link di richiesta feedback attraverso la piattaforma: una funzionalità che permette ulteriori vantaggi nella gestione del cliente.

«Grazie alla richiesta di feedback automatizzata riusciamo a capire se sussiste un problema da sistemare e abbiamo modo di risolvere eventuali disagi sul servizio», racconta Fabio La Cognata, marketing manager di BottegaSicana.com, un e-commerce che si occupa di commercializzare prodotti gastronomici artigianali siciliani di alta qualità, coinvolgendo direttamente piccoli produttori, agricoltori e pasticcerie tradizionali. «Le nostre spedizioni non sono centralizzate, ma affidate ai singoli produttori. Grazie alle recensioni ricevute attraverso eShoppingAdvisor riusciamo a essere vicini al cliente, umanizzando il processo di vendita online: abbiamo, così, un ponte di comunicazione con l’utente finale che sarebbe impossibile con Amazon».

Le recensioni negative scritte sulla piattaforma sono, infatti, moderate dall’e-commerce manager, che cerca di avviare una risoluzione con il cliente scontento: quest’attività permette di mitigare un picco emotivo negativo dell’utente e dare una concreta possibilità all’e-commerce di risolvere il problema emerso. Qualora questo accordo non si trovi, la recensione negativa viene pubblicata.

«Il meccanismo di gestione delle recensioni può riassumersi con l’acronimo R-CREA, ovvero Raccogli, Certifica, Rispondi, Esponi e Analizza. La variabilità dei valori aggiunti proposti dipende dal piano scelto dall’e-commerce, che può essere free, pro, company o enterprise», chiarisce Andrea Carboni.

 

I programmi per il futuro, all’insegna di trasparenza e sicurezza

Nell’ottica di garantire trasparenza, sicurezza e affidabilità sempre maggiori, entro la fine del 2019 eShoppingAdvisor attiverà i progetti Esascore ed E-Commerce Sicuro.

Il primo è un rating, generato da un algoritmo proprietario, che restituisce una media tra le varie recensioni presenti non solo sulla piattaforma, ma anche su altri siti, servizi online e social network. Il secondo, invece, affianca informazioni oggettive alle recensioni: «Il progetto E-Commerce Sicuro si basa su circa 25 parametri che, secondo gli esperti, identificano l’e-commerce eccellente, come la presenza di protocolli di sicurezza (ad esempio HTTPS), l’anzianità, la situazione economico-finanziaria, la qualità della lingua italiana o della lingua madre, l’esistenza della partita iva. Combiniamo, quindi, anche dati derivanti dalla Camera di Commercio e dal rating bancario».

In questo modo, l’utente riceve ancora maggiori garanzie sull’affidabilità o meno dell’e-commerce da cui vorrebbe acquistare. Golia deve iniziare a tremare? Forse sì. «Il mio sogno è riuscire a portare l’1% del pubblico di Amazon ai piccoli e medi e-commerce», conclude Carboni. «Se ci riuscissimo, la loro percentuale di sopravvivenza sarebbe di gran lunga maggiore. Io ci credo e, secondo me, ce la possiamo fare».

 

 

 

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