Nel mondo del turismo, seppur sia un settore molto ampio che abbraccia la pubblica amministrazione e il privato, vari sono gli ambiti ove sarebbe necessario intervenire con adeguati programmi formativi.
La formazione nella Pubblica Amministrazione
A livello dei governi centrali, la più importante formazione andrebbe operata sul cambiamento del sistema di gestione della pubblica amministrazione dove andrebbe privatizzato il pubblico impiego, in un’ottica di modello di impresa.
Nelle pubbliche amministrazioni, la maggior parte delle persone non ha la minima idea di come giri oggi il mondo del lavoro nel privato, di cosa siano l’efficacia e l’efficienza lavorativa o la meritocrazia e la capacità di lavorare, quella cosa che permette di guadagnarsi giorno per giorno il lavoro, o toglierlo dall’oggi al domani.
Il modello gestionale e operativo della pubblica amministrazione oggi non è sostenibile, in verità non lo è mai stato. Servirebbe una formazione motivazionale forte sulla cultura al cambiamento all’interno di questi enti. Servirebbero riforme in seno all’onestà e alla volontà di voler cambiare per cercare di innescare modelli virtuosi e sostenibili. Qualcosa sui generis a vario livello pian piano si sta introducendo, ma la falla è a livello di sistema e non di metodo.
In ambito turistico, nelle PA italiane si assiste oggi nella maggior parte dei casi alla attuazione di programmi sconclusionati e improbabili di promozione, investimenti milionari e improduttivi sulle azioni di mercato o nella comunicazione digitale e ad una quasi totale assenza della capacità di fare rete – sistema – mercato.
Pochi sono in Italia i territori veramente virtuosi e si contano su una mano, alla quale mancano delle dita. Si assiste in modo avvilente a flussi di finanziamenti provenienti dalla UE che ritornano al destinatario per incapacità delle stesse di attrarre fondi tramite l’Euro Progettazione. Più del 50%dei fondi UE oggi torna indietro per nostra incapacità: parliamo di miliardi di euro.
Ma non tutto il male vien per nuocere. Se i fondi non sono assegnati, significa che non siamo preparati ad accoglierli. Non siamo in grado di progettare soluzioni sostenibili. Questo è un ambito formativo importante da considerare, quello della cultura di fare impresa, concetto totalmente assente oggi nella capacità organizzativa delle PA.
La formazione nell’Hotellerie
A parte le realtà strutturate o le grosse catene alberghiere, in Italia assistiamo ad un fenomeno ancora molto diffuso legato alla ereditarietà generazionale della struttura ricettiva. L’albergo di famiglia che passa di mano nelle generazioni. Il problema sta nel fatto che il turismo degli anni floridi e delle vacche grasse da mungere è finito (salvo qualche raro caso) ma il modello di gestione è mediamente rimasto lo stesso. Assistiamo a una sofferenza diffusa di questi imprenditori, spesso incapaci e inadeguati a nuovi modelli di turismo e di business.
Con l’avvento di internet il mondo della comunicazione e del fare mercato (marketing) è cambiato radicalmente e spesso non si dà adeguata importanza alla formazione costante a vario livello dell’impresa turistico ricettiva. Questo ovviamente si ripercuote su tutta la filiera della qualità, dall’ammodernamento delle infrastrutture, al servizio e al modo di comunicare e di vendersi al mondo. Le stesse lingue straniere sono uno scoglio di relazione per i nostri imprenditori con i propri ospiti.
Ma vi sono anche moltissimi imprenditori che sono stati capaci, con passione e professionalità, di rimanere al passo coi tempi, dando vita a delle imprese d’eccellenza. Infatti, il miglior B&B al mondo è italiano, come tra i primi dieci Hotels ve ne sono di italiani.